di Nereo Tiso
Ieri sera è stata votata in Consiglio Comunale la mia mozione al sostegno alle scuole paritarie (che allego). Ritengo sia stato un atto importante per le scuole, per le famiglie di Padova e per i loro bambini che le frequentano. Il sevizio qualificato che offrono è insostituibile in una realtà, quella Veneta e in particolare quella padovana nella quale, storicamente, le scuole dell'infanzia hanno contribuito in maniera determinante all'educazione dei bambini. Credo che la stragrande maggioranza dei padovani e dei veneti o comunque delle persone residenti, sia passata per quello che, molto semplicemente, veniva chiamato "asilo" e ne abbia un ricordo positivo. Ora, con l'adeguamento alla normativa sia come strutture che come offerta formativa, le scuole dell'infanzia paritarie e in particolare quelle private gestite generalmente dalle parrocchie o comunque da enti religiosi o privati (oltre che dai comuni), possono considerarsi un servizio educativo di grande competenza e professionalità.
Le famiglie con figli che frequentano le scuole dell'infanzia private, purtroppo, si trovano ad essere penalizzate di fronte alle rette che gli stessi enti sono costretti a far pagare. Mentre il Comune di Padova anche per il 2011 ha fatto la sua parte riconfermando il contributo di 1.500.00 euro, la scarsa attenzione della regione che paventa di tagliare i contributi già miseri, certamente non fa be sperare. La nostra richiesta è proprio alla Regione e allo Stato che riconoscano le scuole e se ne facciano carico.
E' da sottolineare a chi magari pensa alle scuole dell'infanzia private solo in funzione dell'art.33 della Costituzione, che questo servizio non può essere sostituito da nessun altro servizio se non con costi elevatissimi a carico delle casse comunali già in profonda crisi per i mancati trasferimenti. Quindi, qualsiasi ostentazione ideologica non può che fare del male alle famiglie che devono avere delle opportunità maggiori rispetto a quelle possibili offerte dal Comune, all'educazione dei bambini e alle educatrici-lavoratrici che ogni giorno, professionalmente, si occupano dei bambini.
Purtroppo, come spesso accade, anche questa volta, l'opposizione si è data alla macchia. La presenza di due soli consiglieri di minoranza (non votanti) la dice lunga sulla responsabilità dell'opposizione anche di fronte alla richiesta, come previsto dalla mozione, di ulteriori fondi alla Regione e allo Stato. Peccato, ancora una volta hanno perso l'occasione di poter supportare con il loro voto una proposta che chiede di migliorare la vita dei cittadini.
Il Consiglio Comunale:
Premesso che:
- la legge del 28 marzo 2003, n. 53 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale” all’art. 2, comma 1, lettera d) ed e) inserisce la scuola dell’infanzia di durata triennale nell’articolazione del sistema di istruzione con finalità educative e di sviluppo affettivo, cognitivo e sociale dei bambini e delle bambine, assicura l’uguaglianza dell’offerta formativa per i bambini e le bambine in età;
- la legge 10 marzo 2000, n. 62 “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione” disciplina il sistema nazionale di istruzione costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali;
- già nella Legge Finanziaria 2009 erano previste riduzioni di fondi del 25% per l’anno in corso, pari a Euro 134 milioni su 535 milioni di euro previsti di contributi statali, fino ad arrivare al 2011 con una riduzione complessiva pari al 40%;
- la L.R. n. 6 del 25 febbraio 2005 ha stabilito che spetta anche ai Comuni sostenere economicamente le Scuole dell’Infanzia non statali in quanto svolgono un servizio pubblico;
- molte scuole, enti privati quali Parrocchie, Enti religiosi, Associazioni di genitori, altre associazione aderenti alla FISM (Federazione Italiana Scuole Materne), alla SPES (Servizio alla Persona Educativi e Sociali) e genitori, hanno ripetutamente denunciato le difficoltà finanziarie in cui si trovano tanto che, parecchie istituzioni scolastiche se non hanno già chiuso, sono a rischio chiusura con conseguenze che potrebbero essere drammatiche per i bambini e le loro famiglie, oltre che a riversarsi sulla comunità;
- le scuole dell’infanzia paritarie (private e comunali) nella nostra città sono: 45 le private con 151 sezioni e 3600 bambini assorbono la maggior parte dell’utenza mentre le stesse scuole gestite direttamente dal Comune o dallo Stato sono 20 con 1600 bambini circa;
Considerato che:
- i finanziamenti del Comune di Padova sono stati aumentati di 300.000 euro l’anno a partire dal 2008 passando a 1.512.000 euro annui, il più alto contributo di tutti i capoluoghi di provincia del Veneto;
- nonostante il grande impegno del Comune le scuole dell’Infanzia paritarie della nostra città risultano ancora essere in grosse difficoltà con il rischio che un importante servizio possa chiudere per la poco considerazione ricevuta da altre Istituzioni Pubbliche;
- la chiusura delle scuole dell’Infanzia paritarie comporterebbe anche il licenziamento di personale in un momento molto difficile per la sua riconversione visto anche la grave situazione sociale ed economica causata dalla non ancora superata crisi finanziaria;
Visto che:
- i finanziamenti regionali, pari a 15 euro per alunno, sono assolutamente insufficienti se confrontati con i 57 euro dello Sato e i 36 del Comune;
- i costi non possono essere messi a carico solo delle famiglie che, in molti casi, stanno soffrendo in ragione della crisi;
- i costi aggiuntivi non possono nemmeno essere riversati sugli enti scolastici che già si trovano in grosse difficoltà per sopperire all’aumento delle spese fisse non derogabili;
Ritenuto che:
- gli Enti interessati, Stato, Regione debbano urgentemente adeguare le contribuzioni fino ad arrivare, assieme al Comune che, come abbiamo visto, sta già contribuendo in maniera importante, ad una maggiore copertura dei costi di gestione delle scuole dell’Infanzia paritarie;
- il servizio delle scuole paritarie sia di fondamentale importanza per la nostra città considerando i costi sociali che potrebbero esserci a carico delle famiglie dei bambini oltre a quelli a carico della comunità intera in caso di chiusura del servizio stesso;
DELIBERA
E
CHIEDE AL SINDACO E A TUTTA LA GIUNTA
- di sostenere le Scuole paritarie dell’infanzia quale momento di alta formazione per i bambini e primo passo per la tutela dei diritti all’istruzione garantiti dalla nostra Costituzione all’art. 33 e dagli artt. 28 e 29 della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia del 20 novembre 1989;
- di sollecitare il Governo nazionale e quello regionale all’approvazione di una norma che riconosca la scuola dell’Infanzia come primo e nuovo segmento educativo e formativo della pubblica istruzione, offerto a tutti e organizzato da soggetti statali, comunali e paritari con tutti i diritti connessi di cui Stato e Regioni devono coerentemente farsi carico, secondo il principio costituzionale di sussidiarietà;
- di sollecitare il ritiro, da parte della Regione Veneto, della DGR 3161 del 14/12/2010. La delibera prevede che le amministrazioni comunali possano, a proprie spese, attivare nuove o ulteriori sezioni di scuola dell’infanzia nel proprio territorio qualora non vi sia disponibilità di organico da parte dello Stato;
- di sollecitare, coinvolgendo anche A.N.C.I Veneto, il Governo regionale a rivedere i contributi per le scuole dell’Infanzia paritarie in quanto risulta essere, con 15 euro, di gran lunga il più basso rispetto a Comune e Stato;
- un impegno formale coinvolgendo l’A.N.C.I nazionale per promuovere urgentemente una conferenza dei servizi tra il Ministro della Pubblica Istruzione, Assessori regionali alle attività scolastiche, A.N.C.I. e F.I.S.M. finalizzata a trovare rapidamente una soluzione al problema.
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