venerdì 23 luglio 2010

Nell'afa tutti a dire solo NO. Proposte? Naturalmente ZERO



di Nereo Tiso


Sperare nelle contraddizioni altrui, evitare le proposte e navigare a vista per scoprire l'icebereg all'ultimo momento. E' in un certo senso il percorso che sta facendo certa opposizione nel nostro Comune su Auditorium e Parcheggio Piazza Rabin, Prato della Valle. Naturalmente, secondo lor signori, tutto ciò che è stato finora progettato non è nient'altro che paglia da ardere. Riscoprono ora che, anche le loro decisioni prese a suo tempo quand'erano maggioranza in questa città, devono essere cambiate perché tutto debba rimanere così com'è, gattopardescamente. Nascono nuovi comitati, come "Andrea Memmo ritorna in Prà", che ha come presidente tale Bruno Mezzalira. Un comitato "spontaneo" che, sembra finora abbia dormito per volere oggi alzare la voce sulle cifre presentate dal Comune, sui possibili non guadagni dell'amministrazione dal futuro parcheggio in Piazza Rabin.E naturalmente pontifica sulle schifezze che l'amministrazione starebbe facendo. Dov'erano nel 2003 e nel 2004 e nel 2008? Il tuttosempre in maniera disinteressata.Ma al comitato di preciso cosa interessa? Magari un progettino loro visto che sono architetti? Mia pura supposione, anche se Bruno mezzalira all'utlima commissione bilancio mi ha riferito di avere qualche idea.
Poi la sovrintenza che, essa sì in maniera disinteressata, il 5 maggio 2008 afferma una cosa e oggi un'altra, diametralmente opposta; poi dà il via libera per i carotaggi a novemnbre 2009 e maggio 2010. Come mai?
Poi ci sono i vari Foresta che, come al solito, convoca commissioni ad ogni piè sospinto per discutere, ridiscutere cose discusse e propagandare il suo verbo (la commissione bilancio ha interesse su tutto...) utilizzando le commissioni come se fossero al coordinamento del partito. Naturalmente a spese dei cittadini. Parla ai giornali come il tribuno del PDL, il difensore della città. Probabilmente vuole scalzare o ha già scalzato il capogruppo Salmaso (Ma esiste un gruppo PDL in comune? Vedere per credere: penoso. Non ci sono mai!)
Poi abbiamo il consigliere Pisani che, su piazza Rabin e sull'Auditorium ha le sue opinioni e vorrei ribadire, solo sue opinioni personali che non rappresentano il gruppo PD in Consiglio comunale e nemmeno la Commissione cultura che presiede. Forse rappresenta l'opposizione, Foresta, Salmaso, Mazzetto, i comitati, ma di certo non questa amministrazione. Tra l'altro, lo stesso Pisani, assessore alla cultura col sindaco Destro, ha pensato bene di sfilarsi dalle delibere di giunta su Piazza Rabin (n. 29 del 11/02/2004; n. 307 del (08/04/2004: quella sul pinao triennale dei lavori pubblici dov'era inserita P.zza Rabin, votava il Consiglio), rimanendo però incollato all'assessorato, sempre per coerenza.
Poi abbiamo i nostri leghisti che bofonchiano persino dalla Sicilia come la consigliera Mazzetto e lascia i due delfini all'afa a difendere le posizioni. Quali non si sa.
Naturalmente in tutto questo confuso incedere di notizie, nessuna proposta da parte degli oppositori sulla valorizzazione del Prato, sull'Auditorium. Solo dei NO e un'infinità di chiacchiere.All'orizzonte solo roba vecchia rispolverata dall'ex assessore Pisani che dice: "L'Auditorium in piazza Rabin". Un po' poco per chi ha in mente la cultura del "fare e del fare bene". Anche l'amministrazione non può non essere su questa linea. Ma FARE!!!

martedì 13 luglio 2010

Stefano Zamagni, Avarizia. La passione dell’avere, ed. Il Mulino, Bologna 2009



di Nereo Tiso


Il volumetto di Zamagni analizza storia, ragioni e perversioni del concetto di avarizia e del comportamento dell’avaro. “Desiderio smodato e disordinato di ogni cosa” diceva già Agostino. Ma è con i benedettini che hanno inizio le considerazioni sull’avarizia quale ostacolo all’evangelizzazione e così i cistercensi, che parlavano di come l’abuso dei beni era contrario alla carità. Ma è con i francescani che si ha la vera svolta. Inventano l’economia di mercato ritenendo che non solo l’ascetismo monastico sia la via per arrivare a Dio. Sarà necessario, però, guardarsi dal desiderio interiore del possesso. Nel medioevo, a partire appunto dai francescani e con l’avvento del feudalesimo, si batte moneta che si usa per le transazioni e in alcune città viene eliminata la schiavitù; in sostanza un nuovo codice di moralità. Ma nasce anche il mondo dei mercanti considerati usurai, avari, accumulatori di beni superflui e di denaro. Allo stesso tempo gli stessi mercanti, però, sono innovatori, creano relazioni. Ma l’interesse, anzi il prestare ad interesse risulta moralmente no è peggiore dell’ingordigia dell’avaro. Un percorso complesso e completo quello di Zamagni che viaggia nella storia per fondare le trasformazioni del concetto di avarizia nei suoi vari distinguo tra ricchezza, bramosia di accumulo di denaro e fragilità umana. Tutto fino ad arrivare a trasformare la filosofia economica che sfocia nell’individualismo dove l’avarizia viene dimensionata a “interesse personale”. Naturalmente l’avaro, prova vergogna per la sua condizione; vorrebbe vivere più a lungo per poter accumulare e si spinge oltre la filosofia individualista. Zamagni conclude che l’homo oeconomicus è il perfetto identikit dell’idiota sociale e, talvolta, i soldi dovrebbero essere sparati dagli imbecilli. Soprattutto quando, nei momenti di crisi dalla quale, per uscirne, ci si dovrebbe allontanare dall’avarizia per praticare la virtù.

lunedì 12 luglio 2010

Raccolta porta a porta: nuovi sviluppi a Camin e in città

Interrogazione all'assessore Zan

Auditorium: Foresta e la sindrome del nulla

di Nereo Tiso
Il presidente della commissione bilancio del Comune, tale Antonio Foresta, dopo qualche tempo di tranquillità decide di uscire allo scoperto cercando di voler mettere in evidenza le contraddizioni dell'amministrazione sulla questione Auditorium. Naturalmente l'obiettivo del presidente Foresta nulla ha che vedere con l'Auditorium, bensì con la sua sagacia di poter evidenziare lo sperpero di denari pubblici da parte dell'amministrazione del comune di Padova. Peccato per Foresta, che il suo partito del "NO" ad ogni costo sostenute da motivazioni che ormai si ripetono come ritornelli senza senso, non faccia breccia tra i cittadini padovani. Solo chiacchiere estive che vogliono barattare la nessuna proposta dell'opposizione con la proposta ponderata di costruire in questa città un'opera, non solo voluta fortemente dai cittadini stessi che cominciano a sentirla come propria, ma anche da tutti coloro che si occupano di musica e di cultura. Anche Foresta, quindi, è diventato un intenditore di musica nel senso che strombazza a destra e a manca notizie per dire cosa: " Che l'Auditorium non si farà? E le proposte sue e delle sue truppe quali sono? Nulla. Che non ci sono i soldi? Bene. Per il nulla i soldi non servono, per le opere importanti che valorizzano la nostra città le risorse si trovano perché i padovani capiscono, che ciò darebbe un'apertura internazionale alla nostra città oltre la cappella degli Scrovegni e alla Basilica del Santo. Peccato che in tutto questo vociare ci sia sempre la necessità di truppe, direi di piccoli avanposti che vogliono mettere la loro bandierina un po' dappertutto. Caro Foresta, fattene una ragione: l'Auditorium si farà perché il PdNF, il partito del non fare come l'ha chiamato il nostro sindaco, non alberga in questa amministrazione.

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran