giovedì 28 agosto 2008

“LA VITA BUONA NELLA SOCIETA’ ATTIVA”

Libro Verde sul Welfare e qualche nota del pensiero sociale della Chiesa
mancanze e contraddizioni
di Nereo Tiso
Leggendo il Libro Verde quale proposta di trasformazione del Stato Sociale del ministro Sacconi, molti sono gli spunti di riflessione e di interesse e molte le evidenti note distorte accompagnate da patetici e compassionevoli moralismi. Mi soffermerei ad analizzare, seppur in breve, alcune questioni riportate nel testo ministeriale di 24 pagine alla luce del documento della Commissione ecclesiale Giustizia e Pace della CEI “Stato sociale ed educazione alla socialità” del 1995, momento storico-politico di grandi cambiamenti e trasformazioni. Qui non si vuole tirare per la giacchetta i vescovi, ma sottolineare come, leggendo i documenti, anche chi deve governare legittimamente vantandosi di un legame solido col pensiero della Chiesa (alcune frasi del LV lo richiamano), potrebbe certamente essere più accorto e non cadere in continue, evidenti e gravi contraddizioni che non si traducono in fatti positivi per i cittadini. Anzi!
Nel Libro verde spesso si parla di “centralità della persona”. Sarebbe interessante capire quale persona si intende dato che di immigrati nel medesimo testo del Ministro, se ne parla molto poco; anzi, per nulla. La dottrina sociale della Chiesa ha come suo cardine la centralità della persona, di qualsiasi persona senza alcuna distinzione, e il suo sviluppo integrale che riguarda ogni momento della sua esistenza durante il quale conseguire quella dignità che non può mai essere dimenticata. Immigrati e nomadi compresi. Scrive il documento ecclesiale subito nell’introduzione: “Il pericolo più grande oggi è quello di limitarsi ad interventi frammentari e contingenti, invece di affrontare la crisi nella sua complessità. Non si può costruire una comunità più giusta per tutti senza un disegno organico né un progetto di Stato e di società, senza una visione chiara e integrale dell’uomo”.
Altro aspetto interessante del documento è come la Chiesa definisce lo Stato sociale: “…si intende quella convivenza umana che si struttura su tre principi fondamentali, tra loro inscindibili: la sussidiarietà, la solidarietà e la responsabilità”. Nel libro verde pur parlando di sussidiarietà a partire dalla famiglia, dai corpi intermedi, il termine solidarietà viene citato solo quattro volte quando si parla si convergenza tra mercato e solidarietà per dei nuovi stili di vita, bisogno degli ultimi, legato alla sussidiarietà e di solidarietà generazionale. La quasi assenza del termine crea qualche disagio. Sarebbe interessante capire come il ministro arrivi a coniugare la solidarietà anche ai diritti delle persone, di tutte le persone, alla giustizia sociale, alle uguali opportunità ecc.. Essa infatti, come diceva Giovanni Paolo II, è “la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune, ossia per i bene di ciascuno, perché tutti siamo responsabili di tutti”. Ma la nota pastorale aggiunge alcune indicazioni concrete per la solidarietà:
- doveri di solidarietà collegati al riconoscimento dei diritti
- proporre norme di libertà a sostegno di ciascuno
- l’equa redistribuzione del reddito
- libertà di scelta familiare
- diritto al lavoro
- libera iniziativa economica
- diritto alla salute, alla previdenza e all’assistenza
- diritto alla rappresentanza politica

La nota dei vescovi sottolinea anche quando lo Stato sociale tradisce i suoi obiettivi:
- invece di sviluppare imprenditoria, tende a privilegiare i mercanti di capitali
- invece di sostenere il lavoro e di favorire la ripresa, agevola l’accumulazione di alcuni grandi gruppi
- permette che si stabilizzi la sperequazione tra i lavoratori dipendenti e autonomi, consentendo a larghe fasce di sottrarsi ai doveri fiscali, previdenziali e sociali

In conclusione la nota ecclesiale afferma che “lo Stato sociale è da realizzarsi nella sua interezza, tenendo conto della società nella quale siamo inseriti: una società che si avvia ad essere sempre più multiculturale, multirazziale e multireligiosa”.

Su questo ultimo punto “società multiculturale, multirazziale e multireligiosa” . come si diceva, non esiste un solo accenno. Forse è stata una dimenticanza o una chiara scelta di coalizione? Senza questa attenzione viene a cadere, in un certo senso, tutto ciò che è stato detto sulla centralità della persona, sulla solidarietà, e anche, possiamo dire, sulla sussidiarietà di tipo orizzontale e verticale. Quasi che gli immigrati esistano solo per le forze dell’ordine e non anche per l’integrazione dei figli nelle nostre scuole, come lavoratori che contribuiscono in modo non indifferente alla ricchezza italiana (e al sistema contributivo -pag. 14 Libro Verde- che aiuta la previdenza a non entrare definitivamente in crisi) e, non ultimo, come persone che si ammalano e che necessitano di assistenza sanitaria oltre che di educazione alla prevenzione. Non sono solo un problema sociale.

Altra contraddizione. A pag. 13 il Libro Verde parla di “nuove politiche redistributive che non si limitino ad erogare sussidi di tipo risarcitorio o assistenziale”. La social card va proprio in questa direzione (tra l’altro assegnata solo agli italiani); la nota dei vescovi afferma che Il pericolo più grande oggi è quello di limitarsi ad interventi frammentari e contingenti. Mi sembra che le scelte del Ministro sia in questo senso.

Sarebbe interessante anche capire da dove arrivano se le risorse per il nuovo Stato Sociale. Si legge pag. 20 c.v. 7: A differenza che nel caso delle pensioni e della sanità, negli altri comparti della spesa sociale non è necessario ridurre la dimensione del comparto pubblico. Questo va ancora a ridurre le risorse per la sanità e per le pensioni quando la si vuole aprire ad un’attenzione maggiore, ad una riqualificazione e ad un migliore riordino economico. Intanto, così si consente, come dice la nota dei vescovi, a “larghe fasce di sottrarsi ai doveri fiscali, previdenziali e sociali”. Probabilmente l’evasione fiscale e previdenziale è diventata un dettaglio. Dobbiamo aspettarci un altro condono? A tal proposito mi sembra corretto citare la nota Educare alla Legalità del 1991 al n. 9: Anche la classe politica, con il suo frequente ricorso alle amnistie e ai condoni, a scadenze quasi fisse, annulla reati e sanzioni e favorisce nei cittadini l’opinione che si può disobbedire alle leggi dello Stato. Chi si è invece comportato in maniera onesta può sentirsi giudicato poco accorto per non aver fatto il proprio comodo come gli altri, che vedono impunita o persino premiata la loro trasgressione della legge

Penso che il documento della Commissione Giustizia e pace sia stato e sia ancora profetico in materia di Stato Sociale, affermando tra l’altro, che oltre alle necessità economiche per il welfare, ci sia una forte necessità educativa, senza la quale si pensa ad un futuro già “monco”. Chiaramente il pensiero sociale della Chiesa è ricchissimo rivolto innanzitutto ai cattolici, ma non solo.
Forse un chiarimento sarebbe quanto meno opportuno, almeno da parte dei cattolici al Governo.

lunedì 25 agosto 2008

Viaggio Turchia-Siria Agosto 2008

Da mesi ci stiamo preparando per questo viaggio. SDecidiamo di andare da soli, noi quattro: il sootoscritto assieme a Stefania, mia moglie, a Marco e Andrea, nostri figli di 18 e 14 anni. La solitudine, in questi paesi, talvolta può non essere amica, ma la compagnia può dare dei risultati peggiori. Quindi...

Molti dubbi ci assalgono soprattutto dopo l'attentato ad Istambul, una delle tappe del nostro viaggio. All'inizio il viaggio prevedeva anche la Giordania, ma tempi e figli ci inducono a "ridurlo", se vogliamo usare un eufemismo, solo a Turchia e Siria.

Partiamo quindi il 3 agosto 2008 alle 3.37 del mattino; non senza trepidazione ma molto decisi ad affrontare il lungo cammino del quale ci siamo molto documentati, ma pervediamo non sarà sufficiente.

Il nostro mezzo è un Volkswagen multivan con tenda maggiolina sul tettuccio. Alla fine quattro posti letto: due nella tendina e due all'interno dell'auto che li prevede di serie. Cerchiamo anche di essere autonomi come vivande visto che il nostro budget è sempre limitato.

Il primo giorno, dopo 1200 Kilometri, dopo quattro frontiere non sempre agevoli, arriviamo a Sofia verso le 19. Fatichiamo a trovare il poco edificante campeggio Vranja (prima di entrare a Sofia prendere direzione Istanbul; alla superstrada per Plovdiv girare a dx per Sofia; il campeggio si trova dopo due Km, a dx, un po' nascosto; costo 30 euro in 4)

4 agosto: partenza per Istanbul Km 590: arriviamo ad Istambul e raggiungiamo il Camping Londra con l'aiuto di un taxista. E' un parcheggio per camper (ne osptiava 5, tutti italiani) con bagni e docce calde. Possiamo dire decente a 25 euro al giorno). Il signore della reception è gentile e parla un po' d'italiano. Ci accompagna alla metro che si trova a 300 metri dal camping e ci rechiamo a Istambul centro che con Stefania avevamo già visitato nel 2007. Visitiamo ancora la meravigliosa moschea blu nonostante due pessimi pannelli luminosi all'ingresso e nel giardino Facciamo una breve passeggiata e andiamo a cena in uno dei tanti ristorantini (Euro 7,50 ciascuno). Siamo stanchi ma contenti e pensiamo al giorno dopo.

5Agosto Istanbul: visitiamo Basilica cisterna, Santa Sofia, i bazar delle spezie con i loro profumi e il Gran Bazar con l'infinito numero di negozi dove si trova qualsiasi cosa. Purtroppo il palazzo Topkapi è chiuso per una festa: peccato per i figli. Ma vediamo il porto, la Moschea di Solimano. Una giornata intensa.


6 agosto Istambul-Goreme Km700: partiamo per la Cappadocia e ci immettiamo nel caos di Istanbul. Attraversiamo il ponte sul bosforo e siamo in Asia. Corriamo tranquillamente sull'autostrada che percorre l'altopiano anatolico che cambia colore continuamente. Si vedono grandi zone pressocché desertiche, città, fabbriche, campagne nelle quali vivono contadini nomadi alloggiati in tende. Arriviamo a Goreme nel primo pomeriggio e rimaniamo affascinati dal paesaggio. Ci sistemiamo nel bel camping Goreme con piscina. Ci riposiamo guardando il meraviglioso tramonto.






7 agosto Goreme: con un piccolo pullmino organizzato (25 YTL= 13 euro a testa) facciamo un interessante giro per tutta la Cappadocia: Città sommersa, valle di Ilara, panorami vari, pranzo e immancabile visita ad una fabbrica di gioielli con pietre preziose e di onice: prezzi decisamente fuori dalla nosra portata.

8 agosto Goreme: decidiamo di fermarci per un'altra notte perché il luogo merita un giorno in più. Visitiamo il museo all'aperto con le chiese rupestri perfettamente conservate con in alcune, i suoi meravigliosi affreschi. Stupendo. Visitiamo anche un castello ricavato nel tufo. Incontriamo un giovane italiano che da Cantù si è trsaferito in Turchia ad organizzare viaggi per "turisti responsabili": personaggio interessante.

9agosto Goreme-Aleppo Km 500 : partiamo consci del paese che andremo a visitare. Arriviamo alla frontiera turca e, dopo quattro controlli passiamo a quella siriana. Sicuramente molto bella esternamente ma dentro, le questioni burocratiche sono complicate e la abbruttiscono. Paghiamo 232 $ per tassa di ingresso, tassa diesel, assicurazione più 20 Euro al funzionario che ci ha aiutato. Dopo solo 20 Km. ci imbattiamo nella deviazione per il camping Kaddoun che alcune altri viaggiatori avevavo indicato come non buono. Prima di arrivare al Camping Kaddoun, ci imbattiamo nel Camping Salam vicino a ad un meccanico: un meraviglioso giardino con bagni e docce pulite, una signora belga che lo gestisce assieme al marito siriano, guida turistica (950 Sterline=12 euro circa per due notti). Ci offrono il thé. L'impatto con la Siria è veramente piacevole.
10 agosto Basilica s.Simeone-Aleppo: si indicazione del gestore del Camping, arriviamo alla Basilica di S.Simeno stilita. Un personaggio che nei primi secoli del cristianesimo decise di vivere sopra una colonna. Torniamo al campeggio, parcheggiamo la macchina e prendiamo un minibus (basta mettersi sulla strada e alzare la mano al passaggio). Andimao ad Aleppo. Città particolare: con il suk, la Cittadella che si innalza sulla sommità della città. Fa molto Entriamo nella bellissima moschea della città vecchia e a Stefania per entrare fanno indossare un lungo abito con cappuccio. Il marmo del pavimento del cortile della mosche è bollente tanto che si doveva saltare (o quasi) per non bruciarsi i piedi. Usciamo dalla moschea pranziamo in ristorante per poche lire siriane. Usciamo dalla città vecchia e dal suo suk, riprendiamo il pullmino (dolmus) e torniamo al campeggio.
11 agosto Aleppo-Apamea-Crak de Chevaliers-Palmyra Km 600. Partiamo verso Apamea con le indicazioni del sig. Mohamed del campeggio di Aleppo(strada verso Damasco, uscita Addra poi indicazioni Apamea). Saltiamo l'uscita ed entriamo nella successiva. Manca ogni rifeimento in lingua inglese e l'arabo-siriano diciamo che è proprio arabo. Comunque q gesti e qualche parola in inglese (neanche i giovani lo parlano) arriviamo ad Apamea. Meravigliosa. Nel suo massimo splendore possedeva 5000 elefanti da guerra, 15 cavalli. La via principale era lunga due Km. Il caldo è torrido e bneviamo in continuazione. Ci imbattiamo in una coppia italiana in moto, da Venezia: parlavnao la nostra lingua. Diciamo che in questo posto eravamo loro, sotto l'unico albero, noi e il bigliettaio
Da Apamea andiamo alm grande castello Krak de chevaliers: esternamente ben tenuto, ma dentro molto sporco. Comunque imponente.
Ci avviamo verso Palmyra. Attraversiamo il deserto siriano verso l'Iraq (i cartelli stradali erano eloquenti) emolti sono i siti militari ma mai nessun problema: arriviamo all'imbrunire. Cerchiamo l'albergo Zenobia che ha un spazio per posteggiare. E' buio quando entriamo. L'albergo sitrova ai bordi del sito (entrai in Palmyra girare a destra verso gli scavi. Dopo 500 metri, ultima costruzione sulla dx) ed è stupendo. Incontriamo altri italiani in jeep che stavano andando in Giordania: molto più stanchi di noi e con l'imprevisto. Erano usciti dalla pista per entrare nel deserto: bloccati dalla polizia, multa, qualche ora persa, multa e foto del deserto cancellate /i furbi!!!) Non è molto caro (2 notti 500 sterline: 6 euro circa). Stanchi, ceniamo al ristorante dell'hotel con 15 euro circa.
12 agosto Palmyra-Damasco km 230. Visitiamo Palmyra. Stupenda, continuamente ristrutturata con il grande tempio ed il teatro ancora in uso. Era via caravoniera che si trovava sulla famosa via della seta. Per entrare al mercato, i mercanti dovevamo pagare un dazio. Davanti al templio di Baal troviamo una guida siriana che parla italiano. Ci conduce per tutto il sito e ci porta anche alle tombe del II^ secolo d.C. nelle quali possiamo entrare. Ci costa 35 euro. Fa un caldo torrido e secco: continuiamo a bere come spugne.
Poi arriviamo in centro a Palmyra: comperiamo del cibo e via verso Damasco attraverso il deserto (ovviamente corriamo sull'asfalto).
Nel primo pomeriggio arriviamo a Damasco al campeggio New Kaboun Kamping che si trova: provenendo dalla superstrada, all'ingresso di Damasco c'è un mosaico dei Saddat padre; si gira a destra e dopo duecento metri ci sono le indicazioni. E molto buono: troviamo italiani in camper e una famiglia da S.Pietroburgo, in macchina, "ovviamente".
Immediatamente prendiamo un taxi che ci accompagna alla porta di S.Paolo. Entriamo nel quartiere cristiano e, a dir la verità, in quel posto non ci sembra di essere in un paese arabo. Le donne e le ragazze sono vestite all'occidentale (seppur non scollacciate o com ombelichi evidenti); ci sono nicchie nelle case con statuette della Madonna croci un po' dappertutto. Andiamo a visitare il quartiere cattolico, Armeno (con la chjiesa chiusa); visitiamo la casa di Anania, il sacerdote che battezzò san Paolo; passeggiamo con calma per il quartiere.
Ci beviamo uno straodinario succo di frutta fresco ed entriamo in piccolo negozio di alimentari nel quale il commesso ci serve con assoluta cortesia e parlando un ottimo inglese .
Torniamo in campeggio e, dopo una salutare pastasciutta e quattro chiacchiere andiamo a letto






Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran