mercoledì 14 aprile 2010

INTERVENTO SUL BILANCIO 2010



di Nereo Tiso


Sono eloquenti le immagini dei 500 sindaci lombardi che consegnano la fascia tricolore nelle mani del Prefetto di Milano in segno di protesta nei confronti del Governo, molto spesso dello stesso colore delle amministrazioni che rappresentano, perché strangolati dal patto di stabilità che mette in crisi la possibilità da parte dei comuni di garantire i servizi ai loro cittadini. Gli equilibri ai quali le amministrazioni sono sottoposte rischiano di creare instabilità alla quale si aggiungono le fatiche di far quadrare i conti di chi ha saputo sempre essere coerente con le scelte, ha sempre rispettato le norme e, naturalmente, è sempre stato virtuoso con i bilanci.
I Comuni che hanno saputo amministrare con oculatezza, non sperperando i denari pubblici, si trovano ora penalizzate rispetto a chi, invece, con un modo di amministrare approssimativo e non sempre trasparente, ha scialacquato risorse. Ma gli scialacquatori furbi, come spesso accade in questo paese, sono stati premiati. Ricordiamo, per chi ha la memoria corta, le centinaia di milioni di euro letteralmente regalati a Palermo, Catania e Roma. Una buona premessa per il vero federalismo governativo.

Possiamo quindi affermare senza timore di essere smentiti, che la stesura del Bilancio dei comuni è diventato una corsa ad ostacoli che rischia di lasciare senza fiato le varie amministrazioni impegnatesi per offrire sempre e comunque servizi migliori ai cittadini senza sprecare le risorse limitate a disposizione. Da questa corsa affannosa e dal disequilibrio creato dal patto di stabilità, non è immune nemmeno il Comune di Padova che si trova a fare i conti con una situazione pesante che rende la vita difficile a chi ha la responsabilità di fare le scelte e di amministrare ma che allo stesso tempo, ha l’onere di farle pesare il meno possibile a tutti coloro ai quali le scelte sono rivolte e cioè i cittadini.

Stabilire le risorse per riuscire a dare risposte chiare e immediate alle domande dei cittadini diventa un arte contorsionistica nella quadratura del bilancio avendo cercato il più possibile di non far pesare direttamente sui cittadini in difficoltà la situazione. La situazione infatti, vede la nostra amministrazione fare i conti con la mancanza di fondi pari al 5% rispetto all’anno predente, che andrà a colpire tutti i settori.

La ragione di questa difficoltà è dovuta ad una serie di fattori che vanno dalla situazione di minor entrate per trasferimenti, di entrate tributarie (crisi economica produce anche un minor gettito per l’addizionale comunale) con un aumento della spesa in ragione di trend di crescita dei costi del personale per aumenti contrattuali, dell’aumento delle tariffe, dell’aumento dei costi per le manutenzioni, l’aumento dei servizi scolastici in ragione della crescita del numero dei posti negli asili nido, l’aumento dei costi per i servizi sociali e via dicendo. Tutto ciò, in numeri assoluti, comporta una riduzione pesante della possibilità di spesa e, quindi, di intervento diretto ai cittadini.

Le difficoltà dell’amministrazione a far quadrare il bilancio per mancanza di risorse, la impegna comunque a far fronte all’aumento continuo di richieste da parte dei cittadini per avere risposte immediate ai loro problemi e per far funzionare la macchina organizzativa e gestionale del comune, oltre che per costruire opere necessarie ai cittadini o funzionali a rendere la nostra città sempre più accogliente e moderna.

Ma tutto ciò, appunto, deve fare i conti con la realtà che non sempre riesce ad ed equilibrare le esigenze. Oltre alla strozzatura del patto di stabilità, si registra la mancanza di 1 mln di euro dovuto ad un minor ingresso dell’ICI spettante ai comuni sulle seconde case. Molti proprietari, soggetti al pagamento dell’ICI per la seconda abitazione, hanno pensato bene di trasferire la proprietà ai figli facendo sì che, da seconda casa diventasse prima abitazione e quindi esente dal pagamento dell’Imposta Comunale sugli Immobili. In sostanza, 1 mln di euro in meno per le casse del Comune. Se poi a questo aggiungiamo anche il mancato introito per altri 2 milioni di euro frutto dei mancati dividenti dovuti al Comune per le quote possedute in ACEGAS-APS, e le maggiori uscite per maggiori spese per utenze, contratti, servizi scolastici e via dicendo ne esce quel 5% che si diceva sopra.

Vorrei spendere una parola sulla questione del mancato introito delle quote da ACEGAS-APS. Tutto nasce da un’operazione con la quale lo Stato nei primi anni Novanta accordò agevolazioni fiscali ai comuni per permettere alle aziende erogatrici di servizi (ex municipalizzate) di essere quotate in borsa e consentire così l’intervento di privati. La Commissione europea, nel 2002, ha valutato questa operazione come aiuto illegale di Stato provvedendo ad una sanzione nei confronti di queste nuove società. La sanzione pagata da Acegas-APS è stata di 10 mln di euro, ed è ciò che ha provocato la mancanza di dividendi per il Comune. Ma è importante che questo Consiglio sappia che, con un decreto attuativo nell’ultima finanziaria, il governo ha stabilito che Acea, Multiutilityes del Comune di Roma, non paghi i 90 mln di euro residui di sanzione prevista. Altro che federalismo fiscale! C’è stato un vero e proprio regalo tra amici mentre gli altri si stanno leccando le ferite.

Questo è il nuovo sistema federalista: prima accontentiamo gli amici e poi vedremo. E qui, magari, si dirà che nel nostro comune le risorse si sprecano. Vedremo quando, tra due anni (forse) inizierà il vero federalismo in che modo si continueranno a giustificare aiuti di stato agli amici con dei veri blitz legislativi.

Credo opportuno, a questo punto, sottolineare come, nonostante i mancati introiti per le spese correnti, siano garantiti i servizi agli anziani, alle famiglie con una serie di contributi concreti per i figli e le difficoltà economiche, ai disabili, agli interventi per gli anziani, per la prevenzione alle tossicodipendenze lavorando con i giovani e le scuole. L’impegno dell’amministrazione e del settore in particolare, che ha visto risultati più che positivi negli interventi, decisamente inferiori rispetto all’anno scorso i trasferimenti (gia diminuiti nel 2009) dalla Regione per l’affido familiare, per l’affido familiare, per l’immigrazione e l’emarginazione (-200.000 Euro), per l’accoglienza di minori non accompagnati (fondo che è passato dal 40% al 9%). I servizi sociali, che non sono mai stati messi in discussione né ridotti come qualità e quantità, hanno comunque visto il Comune costretto ad affrontare uno sforzo importante per riuscire a garantirli ritenendoli un settore essenziale per l’amministrazione. Aggiungerei poi, la somma di 200.00 euro messa a disposizione dall’amministrazione per aiutare i disoccupati a causa della crisi economica.

E così i servizi scolastici e l’edilizia scolastica. Quest’anno verranno completati due asili nido e due scuole elementari che, naturalmente, vedranno un aumento dei costi per personale e servizi in genere. Senza contare un incremento degli utenti delle mense con i relativi costi aggiuntivi aumentati in 3 anni di 1 mln di euro. Si continueranno a sostenere le scuole dell’infanzia paritarie, in specifico quelle parrocchiali, che contano il 70% delle scuole della nostra città. Questo contributo che è fondamentale per queste scuole nonostante l’elemosina che la regione ha previsto a fine corsa, in zona casarini.
Penso sia importante l’intervento di razionalizzazione delle rette negli asili nido e dei contributi mensa per le scuole elementare: tutti dovranno pagare una quota, seppur minima. Non è stato una scelta per la caccia agli evasori, ma il riconoscimento del valore del servizio che, come sappiamo, per nidi e scuole d’infanzia, non è scolastico ma sociale. Naturalmente, i casi in grossa difficoltà non verranno abbandonati, nel senso che non verranno lasciati a pane e acqua, ma sostenuti dai servizi sociali.

Si è guardato poi, alla manutenzione delle strade in condizioni pietose e pericolose dopo le abbondanti nevicate dell’inverno. Una spesa importante ma che va a coprire un intervento essenziale per la viabilità e per la sicurezza dei cittadini.
Dal bilancio si evince l’aumento dei km ciclabili con la costruzione di nuove piste arrivando al completamento della viabilità ciclabile attestandoci tra le più importanti città europee nelle quali i cittadini si possono muovere in bicicletta. Se poi invece di Km lineari parliamo di mq, pensiamo alle arre adibite a parco verde che stanno per essere realizzate, come il basso Isonzo. Un polmone verde per la città che si va aggiungere agli altri parchi già a disposizione . Un polmone che è aumentato del 45% rispetto al 2005. A fronte di un aumento delle aree verdi e quindi delle superfici, si è razionalizzata la spesa per la manutenzione addirittura riducendola.

L’amministrazione poi, è riuscita a contrarre un mutuo per circa 11.000.000 di euro che andrà a coprire un unico emendamento nel quale sono stati inseriti una serie di interventi a copertura certa di proposte dei consiglieri accettate dal sindaco. Un lavoro importante, di collaborazione per dare respiro alla nostra città.

A questi vanno aggiunti 290.000 euro che andranno in parte ai servizi sociale e in parte alla cultura. Cultura che ha saputo recuperare risorse importanti per opere importanti che si andranno a concludere o realizzare e che porteranno la nostra città ad essere in Veneto e in Italia un punto ri riferimento importante.


Capitolo a parte e fondamentale per riuscire a realizzare quanto stabilito dal piano triennale delle opere pubbliche, sono le alienazioni. La difficoltà derivanti dall’impossibilità di avere altri strumenti per finanziare le opere per la nostra città, hanno costretto l’amministrazione a fare scelte significative, ma non sempre facili, per recuperare risorse. Sappiamo che i fondi derivanti dalle alienazioni non potranno che andare a finanziare altro patrimonio e non usati per la spesa corrente. Alienazioni di immobili che, nel caso della vendita di terreni, si è cercato di rendere omogenea nei vari territori andando a ridurre in maniera sensibile l’area di san Lazzaro. Una scelta importante dell’amministrazione anche su sollecitazione dei consiglieri.

Non è un bilancio lacrime e sangue, ma un bilancio che l’amministrazione è riuscita a sostenere cercando di andare a ridurre solo ciò che poteva essere comprimibile come spesa mantenendo la barra salda nelle spese necessarie alla tutela dei cittadini, in particolare quelli più deboli.

Ritengo, in conclusione, che sia stato fatto un ottimo lavoro.

mercoledì 7 aprile 2010

Giorgio Ruffolo, Il capitalismo ha i secoli contati, ed. Einaudi, Torino 2008.


di Nereo Tiso


Il bel libro di Ruffolo ripercorre la storia della nascita di un sistema di scambio che, con percorsi diversi e attraverso culture diverse, è riuscito a mettere radici profonde in ogni luogo del pianeta seppur in modi che, spesso, differiscono anche in modo profondo l’uno dall’altro. La storia dei “secoli del mercato” che Ruffolo racconta, inizia proprio dal semplice scambio nelle società arcaiche chiuse, rapidamente trasformatesi con l’apertura a quello che verrà chiamato il “mercato aperto”. Le lunghe percorrenze di merci e uomini lungo fiumi e mari, la nascita e lo sviluppo della proprietà privata, la nascita della moneta, la trasformazione in alcune società dello schiavismo in lavoro produttivo ha, nel tempo, cambiato il modo di vivere. Infatti, nei secoli, l’Occidente, nel suo complesso di città che ricoprono ruoli importanti nel Mediterraneo e che commerciano con l’Oriente traendone grandi profitti, crescerà anche dal punto di vista territoriale usando spesso anche la spada per conquistare e difendere il potere. Pensiamo all’Olanda, al Portogallo, alla Spagna, alla Francia e, infine , all’Inghilterra che per secoli hanno dominato i mari costruendo imperi straordinari. Infine il nuovo mondo, l’America, con i suoi cambiamenti e il suo grande sviluppo economico, industriale e finanziario, Nonostante tutto ciò, il tracollo del ’29 fu terribile e condizionò in maniera irreversibile anche l’Europa. In particolare contribuì alla deflagrazione della Germania e dell’Europa nella follia nazista. Dopo la guerra la decolonizzazione e la ricostruzione di un ordine monetario europeo contribuirono alla crescita del vecchio continente per almeno venti anni. Di fatto il sistema capitalista ha creato lavoro e ricchezza per molti, ma non per tutti. Questo, però, ha formato un solco che ancora oggi è ben marcato: aumento della povertà, deterioramento delle relazioni e povertà morale. Si è creato altresì, un sistema di insostenibilità e di devastazione ambientale i cui effetti sono evidenti. I cambiamenti repentini del sistema, hanno contribuito alla mercatizzazione del lavoro con la sua esasperata flessibilità e ad un sistema finanziario senza controllo. Il risultato un sistema sociale che comincia a destabilizzarsi. Ruffolo parla di una Demoralizzazione del capitalismo e dell’assenza di equilibrio che porterebbe ad un suo miglioramento. Comunque, dice ancora il nostro autore, il capitalismo non condurrà la storia alla fine, ma nella storia c’è sicuramente la fine del capitalismo.

lunedì 5 aprile 2010

Il PD nel Veneto e del Veneto: ora abbiamo tempo


di Nereo Tiso



Ieri sul Mattino di Padova leggo l'attenzione di Laura Puppato al Partito Democratico del Nord. Questo mi entusiama, perché, non solo condivido, ma ho cercato di parlarne con molti del nostro partito, con scarsi risultati, a dir la verità. E quando dico molti, parlo anche della classe dirigente romana, di deputati veneti oltre che dirigenti. Qualcuno mi riferiva che per avere un partito democratico del nord sarebbe necessario fondare un altro partito: niente di più falso e...avvilente. Tra l'altro, il 18 settembre in una nota su fb, scrivevo:"...un partito “federato”. Il partito federato non può essere definito da una troppo aleatoria “attenzione” al territorio. Esso dovrà partire dal “federalismo di partito” nel quale il partito nel territorio non inizia dal secondo gradino rispetto al partito nazionale, ma opera sullo stesso livello a partire da una sussidiarietà dal basso. Nel senso che i candidati scelti sul territorio, sia regionali che nazionali, dovranno rimanere sul territorio, fare maggiore attenzione alle ragioni e alle cause delle situazioni acquisendo una responsabilità sostanziale nei confronti dei cittadini. Un sorta di democrazia attiva e partecipativa. Le domande che mi pongo per tentare di capire sono: i problemi sociali ed economici, le difficoltà delle imprese del Veneto sono gli stessi della Sicilia? Vanno affrontati allo stesso modo? Padova o Verona o Vicenza, possono paragonarsi a Catania, Reggio Calabria, piuttosto che Bari? Credo che ogni Regione possa avere non un partito Democratico regionale chiuso nei suoi confini, ma un PD capace di conquistare il proprio territorio perché sta nel territorio e conosce il territorio. Non sono solo le regole che fanno un partito federato, ma le donne e gli uomini che hanno a cuore la loro terra con i suoi cittadini - in questo caso la nostra Regione Veneto - se ne occupano e anche se ne pre-occupano. Se le alleanze sono fondamentali per poter sbalzare dal trono il Centro Destra, sarà fondamentale che il nostro partito cominci a occuparsi delle periferie delle nostre città, delle nostre Università e della ricerca, dei nostri poli economici, della viabilità visto che sulle nostre strade passa la maggior parte delle merci provenienti dall’est; delle famiglie, dei giovani, degli anziani, dell’integrazione, della sicurezza dei nostri territori, e via dicendo. Certo sempre avendo davanti a sé un rapporto stretto con il partito nazionale, con le altre regioni. Necessaria sono collaborazione, solidarietà, welfare condiviso ma anche l’auspicio che le altre regioni possano e debbano fare lo stesso. L’appiattimento può essere rischioso...". Certo è un'autocitazione, ma credo che questa sia la strada. Mi piacerebbe che se ne parlasse di più e anche i nostri giovani, sempre pronti al "rinnovamento" siano lesti e non ripetano continuamente le litanie dei loro capi. E' necessario tracciare una linea per il futuro di questo partito in questa regione a partire da domani mattina cercando di recuperare identità, proposte, innovazione, facce nuove, confronto. Rincorrere la Lega? Ma per carità! Solo chi non ha fiato ha bisogno che gli altri gli taglino l'aria. Dopo di ciò, lavorare, lavorare, lavorare per scovare con idee chiare quel 30% per cento che il 28 e 29 marzo è rimasto a casa a guardare la TV e ascoltare, ascoltare, ascoltare tutti. I protagonisti si facciano attori e latori di un cambiamento e non parolai senza vedute aperte. Il consenso bisognerà catturarselo sul campo, altrimenti andremo ancora a ruota come un carrozzone dietro all'aitante carroccio. Credo che questo non sia nel nostro intento e quindi invito tutti a fare memopria del passato ma a essere priettati al futuro. Oppure volete ancora una volta, tra tre o cinque anni, ritrovaci a discutere tra correnti per il candidato e poi scegliere il terzo incomodo in un Veneto ancora sconquassato? Io spero di no.

giovedì 1 aprile 2010

Partito democratico: che fare?

di Nereo Tiso

Siamo un partito nato da appena tre anni e sembriamo già stanchi, asseufatti dalle sconfitte, dalle infinite discussioni, dalle difficoltà delle scelte e della linea politica condivisa. Una vera fatica. C'è sempre qualcuno che ritiene di godere di un qualche potere, piccolo magari, ma sempre potere; qualcun altro, legato alla sua rispettabile storia politica, che dice si fa così perché le ragioni politiche sono le ragioni politiche; altri che hanno già deciso ciò che succederà domani o dopo domani. Ancora una campagna elettorale pesante, costosa in termini di energie, impegno personale dei candidati e dei militanti, che ci ha condotto, purtroppo, ad una pesante sconfitta. Certo, qualche piccola rivincita nei comuni capoluogo, vedi Venezia (a dire la verità un piacere alla Lega l'abbiamo fatto rendendola ancora più forte...) ma la situazione ha bisogno ri-revisione e rinnovamente. Oggi Prodi, l'unico che ci ha saputo, finora, tirare fuori dalle sabbie mobili, ha detto che "bisogna cambiare facce". Forse non è la prima volta che ce lo sentiamo dire. Ed ha ragione Ma le facce possono subire dei lifting, ma sono le proposte politiche, quelle per cui si può stare dall'altra parte della barricata. Leccarsi le ferite? Si rischia di peggio. Leggo pensieri di giovani militanti che mi sembra abbiano fatto anche loro il lifting, in senso inverso: poche idee, sottolineatura sulle mini vittorie dicendo infine che abbiamo vinto, poco, ma abbiamo vinto (per non creare ulteriori dispiaceri agli elettori...).Insomma, cosè già viste e sentite. Comunque, forse, è da chiedersi come mai si vince ancora: questioni di persone, di leaders, o di proposte innovative? Io penso di tutte e tre. Dobbiamo inseguire il PDL o la Lega? Non possiamo avere autorevolezza politica per proporre novità sgnificative di governo? Io credo di sì. Dobbiamo ritrovare persone che abbiano autorevolezza e idee e non che gridino al lupo. Evidentemente a Padova e Venezia, persone e idee hanno fatto vincere il centrosinistra e da lì bisogna iniziare. Avere resistito all'accerchiamento è un fatto. Ciò non toglie che non si debba rinnovare, riproporre, riflettere ancora sulla necessità di un partito che sia dell'Università e del marciapiede da riparare. In sostanza, là vicino alle persone, non da snob, ma come chi condivide una storia, le difficoltà e i porblemi di ogni giorno. E questo perché nessuno "si senta solo, rimanga solo e sia lasciato solo" (Fassino, qualche anno fa a Padova...). Comunque le persone non devono essere buttate: l'esperienza ha valore, ma per il rinnovamento...Da oggi

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran