mercoledì 7 aprile 2010

Giorgio Ruffolo, Il capitalismo ha i secoli contati, ed. Einaudi, Torino 2008.


di Nereo Tiso


Il bel libro di Ruffolo ripercorre la storia della nascita di un sistema di scambio che, con percorsi diversi e attraverso culture diverse, è riuscito a mettere radici profonde in ogni luogo del pianeta seppur in modi che, spesso, differiscono anche in modo profondo l’uno dall’altro. La storia dei “secoli del mercato” che Ruffolo racconta, inizia proprio dal semplice scambio nelle società arcaiche chiuse, rapidamente trasformatesi con l’apertura a quello che verrà chiamato il “mercato aperto”. Le lunghe percorrenze di merci e uomini lungo fiumi e mari, la nascita e lo sviluppo della proprietà privata, la nascita della moneta, la trasformazione in alcune società dello schiavismo in lavoro produttivo ha, nel tempo, cambiato il modo di vivere. Infatti, nei secoli, l’Occidente, nel suo complesso di città che ricoprono ruoli importanti nel Mediterraneo e che commerciano con l’Oriente traendone grandi profitti, crescerà anche dal punto di vista territoriale usando spesso anche la spada per conquistare e difendere il potere. Pensiamo all’Olanda, al Portogallo, alla Spagna, alla Francia e, infine , all’Inghilterra che per secoli hanno dominato i mari costruendo imperi straordinari. Infine il nuovo mondo, l’America, con i suoi cambiamenti e il suo grande sviluppo economico, industriale e finanziario, Nonostante tutto ciò, il tracollo del ’29 fu terribile e condizionò in maniera irreversibile anche l’Europa. In particolare contribuì alla deflagrazione della Germania e dell’Europa nella follia nazista. Dopo la guerra la decolonizzazione e la ricostruzione di un ordine monetario europeo contribuirono alla crescita del vecchio continente per almeno venti anni. Di fatto il sistema capitalista ha creato lavoro e ricchezza per molti, ma non per tutti. Questo, però, ha formato un solco che ancora oggi è ben marcato: aumento della povertà, deterioramento delle relazioni e povertà morale. Si è creato altresì, un sistema di insostenibilità e di devastazione ambientale i cui effetti sono evidenti. I cambiamenti repentini del sistema, hanno contribuito alla mercatizzazione del lavoro con la sua esasperata flessibilità e ad un sistema finanziario senza controllo. Il risultato un sistema sociale che comincia a destabilizzarsi. Ruffolo parla di una Demoralizzazione del capitalismo e dell’assenza di equilibrio che porterebbe ad un suo miglioramento. Comunque, dice ancora il nostro autore, il capitalismo non condurrà la storia alla fine, ma nella storia c’è sicuramente la fine del capitalismo.

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Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran