giovedì 1 aprile 2010

Partito democratico: che fare?

di Nereo Tiso

Siamo un partito nato da appena tre anni e sembriamo già stanchi, asseufatti dalle sconfitte, dalle infinite discussioni, dalle difficoltà delle scelte e della linea politica condivisa. Una vera fatica. C'è sempre qualcuno che ritiene di godere di un qualche potere, piccolo magari, ma sempre potere; qualcun altro, legato alla sua rispettabile storia politica, che dice si fa così perché le ragioni politiche sono le ragioni politiche; altri che hanno già deciso ciò che succederà domani o dopo domani. Ancora una campagna elettorale pesante, costosa in termini di energie, impegno personale dei candidati e dei militanti, che ci ha condotto, purtroppo, ad una pesante sconfitta. Certo, qualche piccola rivincita nei comuni capoluogo, vedi Venezia (a dire la verità un piacere alla Lega l'abbiamo fatto rendendola ancora più forte...) ma la situazione ha bisogno ri-revisione e rinnovamente. Oggi Prodi, l'unico che ci ha saputo, finora, tirare fuori dalle sabbie mobili, ha detto che "bisogna cambiare facce". Forse non è la prima volta che ce lo sentiamo dire. Ed ha ragione Ma le facce possono subire dei lifting, ma sono le proposte politiche, quelle per cui si può stare dall'altra parte della barricata. Leccarsi le ferite? Si rischia di peggio. Leggo pensieri di giovani militanti che mi sembra abbiano fatto anche loro il lifting, in senso inverso: poche idee, sottolineatura sulle mini vittorie dicendo infine che abbiamo vinto, poco, ma abbiamo vinto (per non creare ulteriori dispiaceri agli elettori...).Insomma, cosè già viste e sentite. Comunque, forse, è da chiedersi come mai si vince ancora: questioni di persone, di leaders, o di proposte innovative? Io penso di tutte e tre. Dobbiamo inseguire il PDL o la Lega? Non possiamo avere autorevolezza politica per proporre novità sgnificative di governo? Io credo di sì. Dobbiamo ritrovare persone che abbiano autorevolezza e idee e non che gridino al lupo. Evidentemente a Padova e Venezia, persone e idee hanno fatto vincere il centrosinistra e da lì bisogna iniziare. Avere resistito all'accerchiamento è un fatto. Ciò non toglie che non si debba rinnovare, riproporre, riflettere ancora sulla necessità di un partito che sia dell'Università e del marciapiede da riparare. In sostanza, là vicino alle persone, non da snob, ma come chi condivide una storia, le difficoltà e i porblemi di ogni giorno. E questo perché nessuno "si senta solo, rimanga solo e sia lasciato solo" (Fassino, qualche anno fa a Padova...). Comunque le persone non devono essere buttate: l'esperienza ha valore, ma per il rinnovamento...Da oggi

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Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran