venerdì 28 gennaio 2011

Roberta De Monticelli, La questione Morale, ed. Raffaello Cortina Editore



di Nereo Tiso





Un'importante riflessione di Roberta De Monticelli sulla situazione attuale e sulla questione morale. L'analisi inizia da una descrizione particolareggiata, seppur in maniera raffinata ma decisa, della situazione che il nostro paese sta vivendo: il male nostrum . Utilizza con grande intelligenza molte parole del Guicciardini che cita testualmente e commenta in maniera puntuale. I riferimenti all'attualità non mancano, anzi. Cito solo una frase di Guicciardini, naturalmente ripresa dalla De Monticelli, che mi sembra l'emblema della dell'indifferenza e della deresponsabilizzazione di fronte a qualsiasi azione, cioè all'arte della vita seguita come: "Un codice fondato sul divorzio fra l'uomo e la coscienza".

Nella seconda parte, sviluppa una riflessione riguardante i dubbi etici o, meglio, i dubbi che si hanno sull'etica. Nota la difficoltà della ragione a rigenerare le istituzioni in senso etico. Diciamo che, dal suo punto di vista. è necessario ritornare alla ragione per recuperare la giustizia, i grandi valori del nostro tempo. E' una continua esigenza etica razionale per sostenere valori in cui fondare un nuovo stile di vita. Una domanda, pongo alla De Monticelli:"Tutto è risolvibile solo attraverso l'etica e la ragione?" Ad ognuno spetta la continuazione della riflessione.

Marin: predica nel vuoto

di Nereo Tiso

L'altro giorno leggo la classifica delle presenze nelle commissioni del quasi sindaco di Padova, tale Marin: ZERO. Un grande risultato per chi si vanta di rappresentare ancora metà dei padovani; un grande lavoro per i padovani che hanno creduto in questo probabile sindaco. Oggi, invece, leggo il suo rito augurale verso l'amministrazione della nostra città: degrado, sicurezza, piazza Rabin. Insomma la solita tiritera di chi vuole, attraverso una ormai vecchia sconquassata propaganda dire ai padovani, che quasi quasi, lui avrebbe fatto meglio di Zanonato. Poveri noi, se ci fosse stato lui! Ma andiamo a puntuazliizare. Sicurrezza? I dati forniti dai carabinieri dicono che in Provincia e quindi anche a Padova i reati sono diminuiti: rapine -23%, furti -6%; violenze sessuali -29%; reati in generale -12%. Sono aumentati gli omicidi passando da 4 a 5. Sono diminuite anche le chiamate al 112 passando da 55.181 a 45.489. Naturalmente, caro Marin. questi sono dati e non chiacchiere come le sue. Piazza Rabin. All'ultima mozione presentata dalla Lega che chiedeva di tutto, Marin se n'è andato molto prima di votare (come moltissime altre volte), come molta parte del suo pseudo-gruppo. Come mai? Tra l'altro, nonostante le sue chiacchiere e quelle del suo gruppo e di altri, il progetto Piazza Rabin va avanti tanto che è arrivata la risposta positiva della sovrintendenza alle modifiche dell'uscita del parcheggio e a breve, anche quella del frontone.
Il tram? Sia sereno, lo faremo, lo faremo, riqualificando la nostra città e riducendo il traffico come per le altre due linee. Il degrado? Ma se non siete d'accordo nemmeno sulla Questura! Vi siete lamentati che si è chiuso il posto polizia dietro la stazione e vi lamentate perché la nuova Questura verrà costruita (speriamo) davanti alla stazione. Ma si metta d'accordo tra sé e il suo pseudo gruppo e il resto dell'opposizione. Un inutile tiritera senza capo né coda. Sempre un immenso sacco di chiacchiere. Anche il carbone sarebbe sprecato per voi. Per Lei? Spero che la vecchietta passi oltre.

Federalismo di Calderoli? Ma mi faccia il piacere.....

di Flavio Zanonato
“Le proposte formulate dal Governo per il "federalismo fiscale municipale" sono lontane anni luce dal testo dell'art.119 della Costituzione, di cui dovrebbero essere l'attuazione: "I comuni... hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, hanno risorse autonome, stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, compartecipano al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio". Questa é la Costituzione Italiana, mentre la proposta del leghista Calderoli é una riedizione ammodernata della "finanza derivata", che si fonda su una distribuzione centralistica delle risorse economiche. Per di più la nuova redistribuzione delle risorse sarà attuata a partire dal 2014, e per i prossimi tre anni i Comuni saranno costretti ad aumentare le tariffe, a tagliare i servizi, non avranno soldi per le manutenzioni e per le opere necessarie a dare una risposta ai bisogni dei cittadini. A pagare, secondo questa impostazione, sarà chi sta peggio: le famiglie che dei servizi pubblici (mense, trasporto, assistenza sociale, ecc) hanno più bisogno! Altro che meno centralismo! Altro che federalismo! Il Governo non riesce ad andare oltre slogan vuoti e gli elettori sono impossibilitati a verificarne il reale contenuto. E' arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, dai principi alle cifre: quanti soldi in meno ci saranno per i Comuni nel 2011 rispetto al 2010? Due miliardi in meno: questo è il federalismo della Lega”.

Comitati mense: mi hanno impedito di parlare. Ma discutiamo.

di Nereo Tiso


Ieri sera, 21 dicembre, al Centro civico di Forcellini si è tenuta un'affollata l'assemblea dei comitati mensa per discutere delle situazioni che si sono recentemente create nelle varie scuole con l'introduzione del piatto unico e con l'eliminazione del biologico. Naturalmemnte un lungo elenco di cose che non funzionano: il cibo è freddo, non piace. è poco ed è poco appetibile, non siamo stati informati in tempo, non abbiamo potuto discuterne, dobbiamo costituire tavoli di lavoro. rifiutare il cibo per un giorno, è troppo costoso, ecc. . Legittimo è protestare, cercare di capire soprattutto perché in mezzo alla bagarre ci sono i bambini, veri fruitori della mensa. Altra questione è muovere accuse gratuite e pesanti e continue nei confronti dell'assessore, assente perché impegnato in un viaggio con l e scuole superiori, e l'amministrazione.
Genitori pronti a stilare documenti, a costruire forum di discussione, a portare idee, ecc. ma... Pur avendo un'idea generale di cosa fare, mi sembrava, a detta anche di molti genitori presenti, che non fosse chiaro l'obiettivo da raggiungere: ritorno allo stato precedente? Ripristinare il biologico? Aumentare le quantità (stabilite da USL e Regione)? Poco chiaro.
All'assemblea ci ha gratificato della sua presenza anche tale Aurora d'Agostino, ex consigliere comunale per i Verdi (falso spinello fumato in Consiglio...ricordate?) e candidata sindaco alle precedenti amministrative. Le sue parole da mamma (o da politico anti amministrazione?):" Tutto fa schifo e vogliono portare i bambini alla fame" . Poi è la volta di Zecchinato, presidente della coop. Il Tamiso che commercia e produce prodotti biologici. Le sue accuse sono pesanti contro l'amministrazione. Parla di illegalità e di qualcosa che non funziona sugli appalti. Mi sembra evidente che il sig. Zecchinato invece di parlare ad un'assemblea di genitori cercando di strumentalizzarli su questioni che riguardano il biologico ma, probabilmente che lo riguardano anche personalmente come produttore, e fare illazioni gratuite, potrebbe rivolgersi alla Procura della Repubblica presentando denuncia.
Alla fine, dopo una lunga lista di attesa e con circa una trentina di persone in sala, mi viene data la parola che, purtroppo mi, viene immediatamente tolta perché rappresentavo un partito politico e l'assemblea è "apolitica" e non vuole essere strumentalizzata. Peccato che prima altri lo avevano fatto abbondantemente (Zecchinato D'Agostino) anche se uno, tra l'altro, non era nemmeno genitore dell'assemblea. Urla e strepiti poco edificanti tra genitori che volevano ascoltare anche il parere di coloro che siedono in Consiglio Comunale e li rappresentano(c'era anche il Consigliere Grigoletto) e altri che gridavano di non volerlo. Uno brutto spettacolo.
Peccato, perché lor signori, almeno i puri dalla politica si agitavano tanto per incontrare i capi gruppo in Consiglio Comunale aspettando la prima 'interrogazione di lunedì. Persa un'occasione per parlare ascoltando anche altre voci potendosi liberamente confrontare.
Mi spiace, ma in una tale confusione si confondono anche le ragioni della protesta. Ho ascoltato e discusso con molti genitori: persone (la maggioranza) pacate e capaci di aprire un confronto vero e sereno con l'amministrazione per apportare le eventuali modifiche alla sperimentazione e con queste, penso, si possa aprire un dialogo. Senza dimenticare, però, che tra il 2011 e il 2012 mancheranno alle casse del Comune 13 milioni di euro. Questo è un fatto e l'amministrazione si vede costretta a fare scelte difficili per tutti.

SOSTEGNO SCUOLE PARITARIE DELL’INFANZIA - Approvata Mozione in Conislgio


di Nereo Tiso



Ieri sera è stata votata in Consiglio Comunale la mia mozione al sostegno alle scuole paritarie (che allego). Ritengo sia stato un atto importante per le scuole, per le famiglie di Padova e per i loro bambini che le frequentano. Il sevizio qualificato che offrono è insostituibile in una realtà, quella Veneta e in particolare quella padovana nella quale, storicamente, le scuole dell'infanzia hanno contribuito in maniera determinante all'educazione dei bambini. Credo che la stragrande maggioranza dei padovani e dei veneti o comunque delle persone residenti, sia passata per quello che, molto semplicemente, veniva chiamato "asilo" e ne abbia un ricordo positivo. Ora, con l'adeguamento alla normativa sia come strutture che come offerta formativa, le scuole dell'infanzia paritarie e in particolare quelle private gestite generalmente dalle parrocchie o comunque da enti religiosi o privati (oltre che dai comuni), possono considerarsi un servizio educativo di grande competenza e professionalità.
Le famiglie con figli che frequentano le scuole dell'infanzia private, purtroppo, si trovano ad essere penalizzate di fronte alle rette che gli stessi enti sono costretti a far pagare. Mentre il Comune di Padova anche per il 2011 ha fatto la sua parte riconfermando il contributo di 1.500.00 euro, la scarsa attenzione della regione che paventa di tagliare i contributi già miseri, certamente non fa be sperare. La nostra richiesta è proprio alla Regione e allo Stato che riconoscano le scuole e se ne facciano carico.
E' da sottolineare a chi magari pensa alle scuole dell'infanzia private solo in funzione dell'art.33 della Costituzione, che questo servizio non può essere sostituito da nessun altro servizio se non con costi elevatissimi a carico delle casse comunali già in profonda crisi per i mancati trasferimenti. Quindi, qualsiasi ostentazione ideologica non può che fare del male alle famiglie che devono avere delle opportunità maggiori rispetto a quelle possibili offerte dal Comune, all'educazione dei bambini e alle educatrici-lavoratrici che ogni giorno, professionalmente, si occupano dei bambini.
Purtroppo, come spesso accade, anche questa volta, l'opposizione si è data alla macchia. La presenza di due soli consiglieri di minoranza (non votanti) la dice lunga sulla responsabilità dell'opposizione anche di fronte alla richiesta, come previsto dalla mozione, di ulteriori fondi alla Regione e allo Stato. Peccato, ancora una volta hanno perso l'occasione di poter supportare con il loro voto una proposta che chiede di migliorare la vita dei cittadini.

Il Consiglio Comunale:

Premesso che:

- la legge del 28 marzo 2003, n. 53 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale” all’art. 2, comma 1, lettera d) ed e) inserisce la scuola dell’infanzia di durata triennale nell’articolazione del sistema di istruzione con finalità educative e di sviluppo affettivo, cognitivo e sociale dei bambini e delle bambine, assicura l’uguaglianza dell’offerta formativa per i bambini e le bambine in età;
- la legge 10 marzo 2000, n. 62 “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione” disciplina il sistema nazionale di istruzione costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali;
- già nella Legge Finanziaria 2009 erano previste riduzioni di fondi del 25% per l’anno in corso, pari a Euro 134 milioni su 535 milioni di euro previsti di contributi statali, fino ad arrivare al 2011 con una riduzione complessiva pari al 40%;
- la L.R. n. 6 del 25 febbraio 2005 ha stabilito che spetta anche ai Comuni sostenere economicamente le Scuole dell’Infanzia non statali in quanto svolgono un servizio pubblico;
- molte scuole, enti privati quali Parrocchie, Enti religiosi, Associazioni di genitori, altre associazione aderenti alla FISM (Federazione Italiana Scuole Materne), alla SPES (Servizio alla Persona Educativi e Sociali) e genitori, hanno ripetutamente denunciato le difficoltà finanziarie in cui si trovano tanto che, parecchie istituzioni scolastiche se non hanno già chiuso, sono a rischio chiusura con conseguenze che potrebbero essere drammatiche per i bambini e le loro famiglie, oltre che a riversarsi sulla comunità;
- le scuole dell’infanzia paritarie (private e comunali) nella nostra città sono: 45 le private con 151 sezioni e 3600 bambini assorbono la maggior parte dell’utenza mentre le stesse scuole gestite direttamente dal Comune o dallo Stato sono 20 con 1600 bambini circa;

Considerato che:

- i finanziamenti del Comune di Padova sono stati aumentati di 300.000 euro l’anno a partire dal 2008 passando a 1.512.000 euro annui, il più alto contributo di tutti i capoluoghi di provincia del Veneto;
- nonostante il grande impegno del Comune le scuole dell’Infanzia paritarie della nostra città risultano ancora essere in grosse difficoltà con il rischio che un importante servizio possa chiudere per la poco considerazione ricevuta da altre Istituzioni Pubbliche;
- la chiusura delle scuole dell’Infanzia paritarie comporterebbe anche il licenziamento di personale in un momento molto difficile per la sua riconversione visto anche la grave situazione sociale ed economica causata dalla non ancora superata crisi finanziaria;


Visto che:

- i finanziamenti regionali, pari a 15 euro per alunno, sono assolutamente insufficienti se confrontati con i 57 euro dello Sato e i 36 del Comune;
- i costi non possono essere messi a carico solo delle famiglie che, in molti casi, stanno soffrendo in ragione della crisi;
- i costi aggiuntivi non possono nemmeno essere riversati sugli enti scolastici che già si trovano in grosse difficoltà per sopperire all’aumento delle spese fisse non derogabili;

Ritenuto che:

- gli Enti interessati, Stato, Regione debbano urgentemente adeguare le contribuzioni fino ad arrivare, assieme al Comune che, come abbiamo visto, sta già contribuendo in maniera importante, ad una maggiore copertura dei costi di gestione delle scuole dell’Infanzia paritarie;
- il servizio delle scuole paritarie sia di fondamentale importanza per la nostra città considerando i costi sociali che potrebbero esserci a carico delle famiglie dei bambini oltre a quelli a carico della comunità intera in caso di chiusura del servizio stesso;

DELIBERA
E
CHIEDE AL SINDACO E A TUTTA LA GIUNTA

- di sostenere le Scuole paritarie dell’infanzia quale momento di alta formazione per i bambini e primo passo per la tutela dei diritti all’istruzione garantiti dalla nostra Costituzione all’art. 33 e dagli artt. 28 e 29 della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia del 20 novembre 1989;
- di sollecitare il Governo nazionale e quello regionale all’approvazione di una norma che riconosca la scuola dell’Infanzia come primo e nuovo segmento educativo e formativo della pubblica istruzione, offerto a tutti e organizzato da soggetti statali, comunali e paritari con tutti i diritti connessi di cui Stato e Regioni devono coerentemente farsi carico, secondo il principio costituzionale di sussidiarietà;
- di sollecitare il ritiro, da parte della Regione Veneto, della DGR 3161 del 14/12/2010. La delibera prevede che le amministrazioni comunali possano, a proprie spese, attivare nuove o ulteriori sezioni di scuola dell’infanzia nel proprio territorio qualora non vi sia disponibilità di organico da parte dello Stato;
- di sollecitare, coinvolgendo anche A.N.C.I Veneto, il Governo regionale a rivedere i contributi per le scuole dell’Infanzia paritarie in quanto risulta essere, con 15 euro, di gran lunga il più basso rispetto a Comune e Stato;
- un impegno formale coinvolgendo l’A.N.C.I nazionale per promuovere urgentemente una conferenza dei servizi tra il Ministro della Pubblica Istruzione, Assessori regionali alle attività scolastiche, A.N.C.I. e F.I.S.M. finalizzata a trovare rapidamente una soluzione al problema.

giovedì 20 gennaio 2011

Mense scolastiche: meglio chiarire


di Nereo Tiso



In questi giorni si sono letti sulla stampa locale non poche interventi sulla questione mense/piatto unico. Naturalmente in prima fila a cavalcare la protesta i consiglieri comunali della Lega, con la solita penosa propaganda (meno tramezzini più cibo ai bambini) e il consigliere Grigoletto del PDL che, addirittura, sembrava fosse andato ad assaggiare il piatto unico. Con quale permesso non si sa… Ma prendo spunto dall’affermazione del consigliere Marin che parla di decisione “imposta ai genitori”. Comunico, per chi non lo sapesse, che sono stati incontrati dall’assessore Piron, tutti i Consigli d’Istituto dei quali fanno parte anche i genitori (anzi, il presidente è un genitore), e questo più volte. E naturalmente sono stati icontrati anche i dirigenti ascolastici che, a loro volta, fanno parte dei Consigli d'Istituto. Come mai la comunicazione non è passata e i genitori non sono stati messi a conoscenza della scelta dell’amministrazione? Tra l’altro sono stati incontrati i sindacati e i vari comitati mensa che si occupano appunto di valutare se il cibo è conforme a quanto previsto. Invito Marin ad informarsi meglio anche sulla questione della qualità e della quantità del cibo. Le grammature sono stabilite dalla Regione Veneto e non dall’amministrazione della nostra città o dall’assessore Piron. Non solo. Alla Regione si unisce, nello stabilire le grammature, anche l’USL visto che, come riferiva la dott.ssa Beatrice dalla Barba, neonatologa e consigliere comunale del PD, con l’aumento dell’obesità nei bambini, il controllo della qualità e della quantità del cibo è fondamentale. Questo, non solo a suo parere, ma anche di un’indagine fatta dalla Regione Veneto nel 2008 dal titolo “Okkio alla salute”. Ma credo che non si dica probabilmente nulla di nuovo. Questo per rispondere a Marin, che da mesi cerca di cavalcare “qualcosa” giusto per dire che è stato candidato sindaco. Ma forse farebbe meglio ad informarsi e non solo chiacchierare come fa di solito.
Dobbiamo anche dire che la sperimentazione prevista da gennaio a giugno dal Comune per le mense scolastiche con il piatto unico, è già a regime nelle città di Vicenza e di Modena e in molti altri comuni. Quindi, ha già una sua “vita” consolidata . Certo è che non è che non si possa cambiare. I suggerimenti, le segnalazioni sono ben accetti per migliorare il servizio visto appunto, che si tratta di una sperimentazione.
C’è da aggiungere, inoltre, che questa operazione ha permesso, per il 2011, di creare trecento posti nei nidi e nelle materne, posti in più nelle mense scolastiche. Un aiuto importante alle famiglie padovane.
Probabilmente, però, non tutti sanno che i contributi dello Stato per il sociale e quindi per famiglie, minori compresi i servizi scolastici, sono passati da 2520 milioni di euro nel 2008 a 359 milioni di euro nel 2011 che diventeranno 271 milioni nel 2013. E la Regione Veneto, invece, ha messo a disposizione 40 milioni in meno.
Sulla questione degli sprechi c’è, talvolta, una cattiva abitudine dei bambini abituati a mangiare una scarsavarietà di cibi col risultato che, nei piatti, rimangono quantità di cibo veramente importanti. Credo che la polemica fatta dai consiglieri della Lega e del PDL, sia solo strumentale e propagandistica da chi, ormai, non più nulla da dire.

domenica 16 gennaio 2011

Partito Democratico: assemblea provinciale...la strada è sbarrata o aperta?


di Nereo Tiso


Ieri pomeriggio quattro ore di assemblea provinciale del Partito Democratico: Costituzione, partito, giovani, futuro, interventi programmati o meno; tavola rotonda, personalità, ecc. Il tutto per quattro lunghe ore. Si cerca la fiducia, di far ripartire il partito, di togliersi di dosso la mediocrità dei rapporti conflittuali che spesso emergono a partire dall'ultima direziona nazionale. Si vorrebbe un partito unito, del lavoro, dei giovani, delle donne, della conoscenza, della connessione, della comunità e della convergenza. Insomma, un partito che lavori per creare pari opportunità per promuovere l'uguaglianza ma anche i meriti o, meglio, la meritocrazia.
Qualcuno nomina il passato...ma il PCI, ma la DC, ma ecc. ecc.; qualcun altro continua le denunce di ciò che fanno gli altri che governano. Fortunatamente, poco si è nominato Berlusconi: almeno su questo stiamo imparando. Si è parlato di marcare il territorio, di ridurre la distanza tra cittadini e istituzioni e anchedi ridurre la differenza tra i professionisti della politica e i giovani. Io dico non solo con i giovani.
Ho visto molte facce che assistevano come ad un rito necessario, dovuto, ma anche altri che, ancora un po' di fiducia l'avevano forse perché, nonostante tutto, non vogliono più tornare indietro, assistere ad altri riti e magari pensare che possa esserci uno spento sole dell'avvenire. Comunque un bel momento, in cui si è discusso e, per fortuna, non sì è litigato.
Mi sono posto comunque della domande: come poter prepararci oggi ad affrontare sfide importantissime come quella dello scarso consenso in Provincia che ci impedisce di governarla? Come lavorare per poter proporre un sistema di governo nuovo, un rinnovamento del territorio, una sfida con le attività produttive, un lavoro di sinergia tra sindacati, imprenditori per riuscire a convergere su investimenti importanti per creare lavoro e quindi posti di lavoro? Come portare avanti una battaglia di riduzione del numero dei comuni per ridurre le spese e quindi poter reinvestire meglio le risorse a favore dei cittadini? Come lavorare alla sfida della cultura, della conoscenza, della scuola, dell?università? Noi non possiamo cambiare le regole stabilite, ma lavorare per migliorare sì?
Si è parlato di welfare familiare; come affrontare la sfida della famiglia e della sua difficoltà a gestire tutte le generazioni che gravano su di lei?
Ma soprattutto, come credere che questo partito non possa essere uguale in tutte le regioni o province italiane? Noi dobbiamo raccogliere le sfide che provengono dai nostri territori se vogliamo governarli.
Domande che pongo a tutti noi, nelle nebbie verdi del nostro territorio provinciale.
E i giovani? Il segretario dei Giovani Democratici si chiedeva come mai i giovani, in generale, non sono attratti dal PD. La sfida di un nuovo umanesimo mi piace, ma il vostro nuovo progetto Nuovomondo, leggendo il volantino, mi lascia più di qualche dubbio e chiedo: si pensa veramente di fare da soli nel mondo globalizzato, della rete, della quale siete sicuramente esperti? Spero di no. La politica è sempre scontro fra valori? Forse trent'anni fa. E' ora di finirla di parlare solo di conflitti. I conflitti ci sono e ci sono sempre stati, non serve vocarli per enfatizzarli. Bisogna risolverli con qualche proposta nuova "giovane" non con roba superata da anni, anche nel lingiaggio. Credete che essere arrabbiati paghi sempre? Anche questo credo di no, anche se scrivete "Nuovomondo è un luogo di rabbia. Il precariato, il familismo e quell'eterno periodo di prova sono una pistola puntata alla tempia di ogni giovane e fanno ribollire il sangue". Mamma mia! A questo punto vorrei sapere perché mio figlio iscritto al PD , che vota PD, che si occupa di volontariato, che frequenta l'Università, che pensa già che il mondo si è allargato e che le frontiere si sono abbassate e che quindi il lavoro potrà trovarlo qui o altrove, e così come lui tanti altri, dovrebbe partecipare alle vostre iniziative di arrabbiati. Chiaro, io ho superato i 50 e posso sbagliarmi.
Spero che tutti si riprenda un po' di fiducia, un po' di entusiasmo vero, lontano dalle contumelie frustranti ed autolesioniste. Cerchiamo, almeno un po', di credere nella proposta del PD, mettendoci del nostro per riuscire a mostrare che, alla fine, abbiamo proposte migliori degli altri e sappiamo governare meglio degli altri. Altrimenti resteremo all'opposizione, primarie o non primarie

giovedì 13 gennaio 2011

Scuole infanzia paritarie: il Comune conferma il contributo per il 2011



di Nereo Tiso

pubblicato in:

http://www.padova24ore.it/succede-in-comune/3713-scuole-paritarie-contributo-confermato-per-il-2011-dal-comune-di-padova.html



In una situazione non facile per i comuni che si trovano a che fare con le ristrettezze del patto di stabilità e le continue erosioni dei trasferimenti da parte dello Stato e della Regione, il Comune di Padova è riuscito a riconfermare il contributo di 1500.000 euro per le scuole dell’infanzia paritarie. In sostanza, sono stati aggiunti 300.000 euro al 1200.000 già stabilito dal contratto. Un somma importante che dimostra come l’amministrazione comunale consideri le difficoltà che incontrano le istituzioni private nel fare i conti per poter gestire le strutture, il personale, offrendo un servizio sempre più qualificato. Purtroppo le difficoltà della gestione delle scuole che accolgono circa il 65% dei bambini della città tra i 3 e i 6 anni, ricadono sulle famiglie che, a loro volta, stanno vivendo una crisi economica la cui soluzione o attenuazione è ancora, a detta dello ministro dell’economia, ancora molto lontana con più ombre che luci. Le rette mensili, infatti, sono sempre più salate per le famiglie perché, a fronte dei costi che continuano inesorabilmente ad aumentare, i contributi, soprattutto delle istituzioni che dovrebbero costituire il referente maggiore, sono ancora molto deboli.
Infatti la Regione Veneto con i suoi 15 euro circa di contributo mensile a bambino, mette a disposizione una somma molto risibile a fronte dei 36 euro del Comune e dei circa 57 dello Stato. Dobbiamo tener conto che gli enti locali non riuscirebbero mai a far fronte alla richiesta delle famiglie con figli nell’età della scuola d’infanzia se non con enormi sacrifici. Ha molto più senso sostenere queste strutture che sono parte integrante delle nostre comunità locali e gestite generalmente da parrocchie, enti religiosi o privati. A Padova, i 3600 bambini che le frequentano nelle 45 strutture che li accolgono, sono realmente un numero importante dietro al quale ci sono molte famiglie alle quali dobbiamo prestare la nostra doverosa attenzione. Però, purtroppo, sembra che il bilancio regionale preveda lacrime anche per le scuole paritarie dell’infanzia, nonostante le promesse di mantenere invariati i contributi
Noi come Partito Democratico, discuteremo lunedì prossimo in Consiglio Comunale una mozione (una è stata presentata anche in Regione sempre dal PD) per chiedere una revisione dei contributi da parte della Regione e del Governo oltre al necessario riconoscimento di tutte le Scuole d’infanzia come il primo segmento educativo e formativo della pubblica istruzione.
Mandare i bambini a scuola non dev’essere un lusso per pochi, ma un diritto per tutti. Riconoscere che queste strutture sono garanti dei loro primi passi scolastici è fondamentale e a queste deve andare il giusto riconoscimento legislativo ed economico. Il Comune di Padova sta facendo la sua parte, ora spetta anche gli altri.

lunedì 10 gennaio 2011

Marin: predica nel vuoto


di Nereo Tiso


L'altro giorno leggo la classifica delle presenze nelle commissioni del quasi sindaco di Padova, tale Marin: ZERO. Un grande risultato per chi si vanta di rappresentare ancora metà dei padovani; un grande lavoro per i padovani che hanno creduto in questo probabile sindaco. Oggi, invece, leggo il suo rito augurale verso l'amministrazione della nostra città: degrado, sicurezza, piazza Rabin. Insomma la solita tiritera di chi vuole, attraverso una ormai vecchia sconquassata propaganda dire ai padovani, che quasi quasi, lui avrebbe fatto meglio di Zanonato. Poveri noi, se ci fosse stato lui! Ma andiamo a puntuazliizare. Sicurrezza? I dati forniti dai carabinieri dicono che in Provincia e quindi anche a Padova i reati sono diminuiti: rapine -23%, furti -6%; violenze sessuali -29%; reati in generale -12%. Sono aumentati gli omicidi passando da 4 a 5. Sono diminuite anche le chiamate al 112 passando da 55.181 a 45.489. Naturalmente, caro Marin. questi sono dati e non chiacchiere come le sue. Piazza Rabin. All'ultima mozione presentata dalla Lega che chiedeva di tutto, Marin se n'è andato molto prima di votare (come moltissime altre volte), come molta parte del suo pseudo-gruppo. Come mai? Tra l'altro, nonostante le sue chiacchiere e quelle del suo gruppo e di altri, il progetto Piazza Rabin va avanti tanto che è arrivata la risposta positiva della sovrintendenza alle modifiche dell'uscita del parcheggio e a breve, anche quella del frontone.

Il tram? Sia sereno, lo faremo, lo faremo, riqualificando la nostra città e riducendo il traffico come per le altre due linee. Il degrado? Ma se non siete d'accordo nemmeno sulla Questura! Vi siete lamentati che si è chiuso il posto polizia dietro la stazione e vi lamentate perché la nuova Questura verrà costruita (speriamo) davanti alla stazione. Ma si metta d'accordo tra sé e il suo pseudo gruppo e il resto dell'opposizione. Un inutile tiritera senza capo né coda. Sempre un immenso sacco di chiacchiere. Anche il carbone sarebbe sprecato per voi. Per Lei? Spero che la vecchietta passi oltre.

Consiglieri comunali:dal prossimo consiglio il gettone scende da 45,90 a 30 euro.


di Nereo Tiso


Naturalmente quando si parla di soldi per chi decide di occuparsi del bene comune, ai più è come parlare del mostro divoratore di denaro pubblico. Ma qui stiamo parlando solo della riduzione del gettone presenza per Consiglio e commissioni previsto per legge ai consiglieri comunali delle città delle medesime dimensioni di Padova. Spero sia chiaro che, ai nostri livelli, di solito, non si fa politica per realizzare sogni personali ma si ha l'ambizione di essere vicini alla gente in modo responsabile all'interno delle istituzioni. Dico di solito, perché ci sono realtà dove i consiglieri comunali percepiscono ben di più di un qualsiasi dipendente medio e hanno decisamente altri obbiettivi. Ma veniamo al dunque. 30 euro, ebbene sì! Lorde, sia chiaro.A tutti indistintamente; a chi con generosità dedica tempo, impegno, capacità e anche risorse personali, e a chi entra in aula e preme il pulsante. Basta guardare, per i il nostro comune, nell'anagrafe degli eletti. Anche se non tutto viene riportato dell'importante lavoro che viene svolto dalla maggior parte dei consiglieri nelle commissioni, nei quartieri, con i settori, con proposte in discussione e via dicendo. Alcuni preferiscono fare "politica" occupandosi d'altro: offese, insulti e discussioni di basso profilo. Ma questa è un'altra faccenda.

Scordavo di dire che i 30 euro sono lordi e che, pertanto, tolto il 33 (medio) per cento nel 730, il risultato finale è di 20 euro circa. A questi vanno tolti benzina e costi telefonici. Il risultato conclusivo? Beh! Decidetelo pure voi. Dimenticavo di dire che il Consiglio generalmente inizia alle 18 e termina mediamente alle 23.30 con punte alle 02.00; quindi tra le 5 e le 8 ore di durata. Mi sembra evidente che è puro volontariato, ma un volontariato con una responsabilità particolare: questi volontari rispondono personalmente ed economicamente delle decisione che ricadono su tutti i cittadini (ci si fa un'assicurazione che costa circa 180 euro l'anno).

Credo sia una importante responsabilità che ognuno di noi si è assunto sperando di migliorare la vita dei cittadini. Certo è, che mi sembra ci sia scarsa valorizzazione del lavoro svolto da chi si impegna costantemente all'interno della più importante istituzione della città.

Qui non si vuole chiedere alle magre casse del Comune di sborsare ulteriori somme che darebbero maggiore dignità e valorizzerebbero il lavoro del consigliere (la riduzione è legge dello Stato...), ma che si riconosca ai molti consiglieri eletti dai cittadini che realmente si occupano e si preoccupano della vita della città anche se sostenuti economicamente da un miserevole obolo.

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran