mercoledì 27 febbraio 2008

ROMA 16 Febbraio 2008 - Assemblea Costituente -




Carissimi,
come avrete sicuramente sentito e, probabilmente anche visto il 16 febbraio, in Fiera a Roma, si è vissuto un altro momento importante per il Partito Democratico al quale ero presente: l’approvazione dello statuto, della carta dei valori e del codice etico. Sono il frutto di lunghe discussioni e numerose mediazioni dovute alla diversità dei partiti di provenienza e a culture che, fino a non molto tempo fa, si contrapponevano. I rappresentanti delle tre commissioni eletti il mese di ottobre, sollecitati da molte proposte e suggerimenti dei costituenti, sono riusciti a costruire una sintesi che qualifica il partito democratico, apre una fase nuova e impegna tutti coloro che si dedicheranno alla politica attiva come dirigente, amministratore locale o politico nazionale, ad operare nella più assoluta trasparenza, onestà ed esclusivamente per la realizzazione del bene comune.
Cercherò ora di offrirvi, in estrema sintesi, alcuni elementi dei tre documenti approvati dall’assemblea di Roma:

Per quanto riguarda lo statuto,
- si parla di partecipazione, di promozione alla partecipazione, di parità di genere in ogni organismo costitutivo e politico;
- di rispetto delle provenienze culturali, politiche e delle convinzioni religiose;
- di promozione della trasparenza sulle informazioni e sull’indirizzo politico del partito;
- di promozione e del ricambio delle cariche istituzionali e politiche
- dovere alla partecipazione della vita del partito
Nello statuto inoltre, si declina la struttura federata del partito e come dovrà svolgersi la vita delle stesso nei suoi vari livelli, a partire dai circoli.
Un altro elemento che contraddistingue il Partito Democratico è il metodo delle primarie che dovranno essere utilizzate per indicare i candidati a presidente di Provincia, Regione e di Sindaco, salvo candidatura unica. Inoltre le primarie si dovranno svolgere per scegliere i candidati alla assemblee rappresentative
Inoltre si indicano gli strumenti di partecipazione l’elaborazione del programma e la formazione politica (forum tematici, formazione politica e culturale attraverso percorsi organizzati dal partito, ecc).
In conclusione, ma non meno importanti, sono indicati i principi e gli organi per la gestione finanziaria, e gli organi di garanzia

Per quanto riguarda il manifesto dei valori:
- si parla del come nuova guida per il paese
- ridare valore ai giovani per valorizzarne i talenti
- costruire attraverso nuova fiducia attraverso le grandi energie del paese
- costruire una democrazia forte in grado di decidere lontana dalle ideologie che non appartengono più al paese
- ridurre in maniera decisa i privilegi della dirigenza politica
- pensare alle donne come prime interessate al rinnovamento della politica e combattere contro i soprusi e le violenze
- pensare alla globalizzazione che apre a scenari sempre nuovi e interdipendenti
- pensare all’accesso universale al sapere; creare condizioni per uno sviluppo sostenibile in difesa della centralità dei diritti dell’uomo
- riconoscere a fondamento la Costituzione repubblicana e riconoscere la laicità dello stato nel rispetto e nel riconoscimento di tutti e di ciascuno
- rinnovare l’Italia attraverso sviluppo, uguali opportunità contro le caste e privilegi di ogni tipo;
- ridare dignità e sicurezza al lavoro; attenzione all’impresa
- affermare con forza una politica di emancipazione sociale; ricollocare nella giusta dimensione l’equità sociale;
- riconoscere i valori della ricerca scientifica e la sua libertà non sottraendola agli interrogativi etici che questa pone;
- attenzione all’educazione, alla formazione e all’istruzione oltre che al sostenimento e potenziamento dell’Università
- attenzione alla pace e all’ambiente

Per quanto riguarda il codice etico
- ci si riferisce alla responsabilità personale delle donne e degli uomini del Partito Democratico perché questo sia credibile e aumenti il rapporto di fiducia con i cittadini attraverso il confronto, il dialogo, la partecipazione
- non ci dovrà essere, per gli eletti negli organismi istituzionali, conflitto di interesse o condizioni che possano danneggiare il partito e l’azione politica per il paese;
- ogni eletto/a dovrà sempre r4endicontare del proprio operato e la propria attività politica
- ogni dovrà contribuire alla vita del partito anche economicamente
- nessuno potrà candidarsi, anche per gli organismi interni al partito, coloro che hanno subito condanne a vario titolo, anche se non definitive per corruzione, concussione, e per fatti di particolare gravità (mafia, delitto, sfruttamento della prostituzione)

Mercoledì 20 febbraio è stato approvato il decreto applicativo per la formazione delle liste per le candidature alle prossime elezioni politiche.
Comunque, il testo completo dei tre documenti potete trovarlo nel sito: http://www.partitodemocratico.it/.

Nella giornata del 16, il coordinatore nazionale ha anche elencato i dodici punti che verranno sviluppati nella stesura del programma, speriamo sintetico, da proporre per il governo del paese durante la campagna elettorale, ormai già iniziata. Si parla di modernizzazione dell’Italia attraverso le infrastrutture; riduzione della spesa pubblica; lotta all’evasione fiscale e restituzione del maggior gettito alle famiglie; investire sul lavoro delle donne, salario minimo garantito e sicurezza sul lavoro; dote fiscale per i figli e con l’obiettivo di avere asili nido per almeno il 30% dei bambini; costruzione di campus scolastici; giustizia e legalità (non candidabile chi ha commesso reati), sicurezza ( certezza della pena) e, infine una TV di qualità (autonomia della politica dalla TV).
C’è ancora la possibilità di recuperare il terreno perduto (i dati lo confermano) dal Centro Sinistra dopo la caduta del Governo, l’impegno non manca, ma non possiamo non pensare anche alle elezioni provinciali e comunali del 2009 e alle regionali del 2010.
Anche di questo si è parlato all’assemblea provinciale del 23 febbraio. E’ stato eletto-riconfermato Fabio Rocco quale coordinatore provinciale del partito (era già stato eletto nel periodo di transizione dal 24 novembre al 23 febbraio, appunto). Il suo sarà un lavoro importante che dovrà guidare il partito a radicarsi nel territorio e ad avere quell’entusiasmo che può creare consenso per i prossimi appuntamenti e non solo.
Venerdì prossimo, 29 febbraio, si riunirà il coordinamento cittadino designato alle primarie del 10 febbraio per eleggere il suo coordinatore che, come ho già avuto modo di dirvi, sarà la candidata unica, Franca Delazzari, primario di gastroenterologia all’ospedale S.Antonio di Padova.

La "CADUTA"



Carissimi,

la delusione per la caduta del Governo Prodi ci lascia l’amaro in bocca anche se, già molto prima e forse fin dal suo nascere, i continui conflitti politici all’interno della maggioranza e la costituzione della maggioranza stessa, non lasciavano molto tranquilli. Le bocce non sono ancora ferme e quindi le riflessioni sono ancora emotive e le dichiarazioni dei leaders politici ci creano confusione. Mi permetto, però, di condividere con voi queste mie breve riflessioni cercando, attraverso una analisi del passato, di pensare al futuro come cittadini che dovranno, prima o poi, recarsi a votare dopo il breve tempo trascorso dalla precedente tornata elettorale e sostenere il Partito Democratico.
Partiamo dalla storia. La legge elettorale necessitava di grandi alleanze per poter vincere le elezioni, dato che, soprattutto al Senato, diventavano fondamentali in ragione del premio di maggioranza calcolato a livello regionale. Il risultato è stato raggiunto a prezzo di una difficile convivenza. Sta di fatto che la coalizione di Centro Sinistra ha governato alla Camera dei Deputati con larga maggioranza in virtù del premio stabilito dalla stessa legge elettorale, ma vincendo con soli 24.000 voti di scarto; al Senato, invece, pur avendo ricevuto un numero inferiore di voti ha governato nel modo che tutti abbiamo visto.
Potevano convivere uomini con tradizioni, culture, storie politiche e culturali così diverse e fortemente contrapposte? Certamente no! Ma il tentativo e il lavoro di Prodi nel mantenere insieme i partiti che diedero inizialmente vita all’Unione e i cocci creatisi strada facendo, è stato encomiabile. L’atto conclusivo di giovedì scorso è, a mio parere, solo il semplice conteggio dei numeri che già precedentemente si erano evidenziati, come si diceva, già all’atto della costituzione del Governo. Quindi, il risultato di pressioni e difficoltà che da tempo erano palesemente emerse e che, dall’estrema sinistra alla destra liberale oppresse da incrostazioni ideologiche non si sono volute risolvere. In particolare elementi “liberaldemocratici” hanno fatto valere i propri particolarismi, non avendo avuto, nessun mandato diretto dai cittadini perché le liste elettorali erano “bloccate”.
A questo punto potrebbe essere interessante capire quanto di buono, nonostante tutto, sia stato fatto da questo Governo appoggiato da questa difficile e contraddittoria maggioranza:
a. riduzione del debito pubblico con maggiore disponibilità di risorse da ridistribuire ai cittadini per minori interessi pagati
b. modifica della legge sulle pensioni eliminando lo “scalone” avvalorata dal sostegno di circa 5 milioni di lavoratori
c. riduzione del cuneo fiscale a favore delle imprese e dei lavoratori
d. lotta all’evasione fiscale con risultati straordinari (rispetto ai condoni per i furbi)
e. ritiro delle truppe dall’Iraq
f. ripristino dell’avanzo primario azzerato dal governo precedente
g. la riduzione dell’ICI
h. E poi la finanziari attuale con le agevolazioni per i giovani, detrazioni per le famiglie numerose, costruzione di asili nido con i soldi recuperati agli evasori, class action (possibilità di agire collettivamente per il risarcimento del danno subito), incentivi per la sicurezza e l’ambiente; detrazioni IRPEF per le famiglie numerose, agevolazioni per le imprese.

Certo si poteva fare molto di più e meglio, ma questo fa parte della comune demagogia, visti i tempi e i modi in cui si è conclusa questa esperienza governativa.

E il futuro? E il Partito Democratico?

Il futuro è nelle mani del Presidente della Repubblica che ha dato un mandato per formare un governo al Presidente del Senato. Si farà un nuovo Governo? Ancora non è chiaro. Speriamo di sì: temporaneo, istituzionale, per costruire la legge elettorale.
Il Partito Democratico continua a lavorare: si eleggeranno i coordinatori provinciali e cittadini, i circoli locali e quindi si comincerà a vedere la struttura del nuovo partito. Ma il problema è che si dovrà andare alle elezioni. Con o senza una nuova legge elettorale, comunque, la proposta del Partito Democratico dovrà essere incisiva per rispondere innanzitutto alle difficoltà della gente, che vanno dalla riduzione del potere d’acquisto dei propri stipendi, alla sicurezza, al lavoro, ai giovani, alla casa , anche se molto è stato fatto dopo il risanamento dei conti pubblici.

Si presenterà da solo alle prossime elezioni? Certo è che i sondaggi danno uno spostamento di voti in più, circa il 7/8% se andasse da solo arrivando al 30% rispetto alle varie alleanze possibili. Ma a quali risultati approderebbe? Il governo dell’Italia rimarrebbe tabù per il PD lasciando campo aperto alla coalizione avversa. Quindi essere puri potrebbe portare voti di indecisi e moderati, senza dubbio, ma, probabilmente, non farebbe vincere le elezioni. Io penso che la decisione di allearsi o andare da soli dovrà chiarire l’obiettivo: o governare o stare all’opposizione. Io spero per governare con chiarezza e forza di programma. Ma molto dipenderà anche dalla legge elettorale se cambierà o rimarrà la stessa.

La speranza è che cominci ad emergere e crescere un modo nuovo di fare politica, volti nuovi disponibili a costruire, confrontarsi, rielaborare pensiero e proposte politiche per nutrire questo partito nuovo di una speranza per coloro che credono che esista un modo diverso di essere protagonisti al servizio del Bene Comune. E’ un sogno? Io spero che la politica, arte del fare, possa anche sognare per trasformare e migliorare. Credo che il Partito Democratico abbia ben iniziato, ma possa migliorare per proporsi non solo nuovo, ma innovativo.

L'errore della teopolitica


Roberta de Monticelli

A chi gli domandava in che modo si potesse sconfiggere la violenza del Male, Francesco d´Assisi un giorno rispose: "Perché aggredire le tenebre? Basta accendere una luce, e le tenebre fuggono spaventate". E´ "l´aggressione delle tenebre", ciò con cui bisogna farla finita, in tutti i campi. Di aggressioni, crociate e controcrociate, non ne possiamo più. Non è con l´aggressione che si combatte il male o ciò che sembra tale. E´ con la conoscenza: un certo modo della conoscenza che oggi soprattutto è compito del pensiero chiarire, e che oggi potrebbe illuminare di luce nuova tutti i mondi in cui allignano ed esplodono conflitti. Dalle relazioni internazionali alla vita politica, economica, civile di una comunità.
Nel secolo scorso è prevalso un modo di pensare che in realtà lasciava pochissimo spazio in questi campi alla "conoscenza che illumina", come possiamo chiamare la luce di cui parla Francesco, e di cui anche l´Illuminismo, checché se ne dica, si è candidamente nutrito. Come Socrate, invece, questo Francesco - che appartiene a tutta l´umanità e non a questa o quella sua parte - ben più che della volontà, della conoscenza faceva un grandissimo conto, negli affari umani. Ma il suo genio ampliò l´orizzonte della conoscenza, e vi incluse i valori delle cose, e ampliò l´organo dell´intelligenza, annettendovi il cuore. Il Cantico delle creature va ben oltre il sentimento di fratellanza con l´intera natura.
Oggi possiamo leggervi una felice e fiduciosa ammirazione per tutto il visibile, e per ciò che il visibile annuncia. Ma non per la visibilità della vita pubblica, della piazza, della polis. Non in questo visibile traduce l´Invisibile: crederlo fu l´immenso errore che portò nel mondo la teocrazia, e in Italia l´ideologia neoguelfa. E che nel secolo scorso nutrì le forme veramente ateo-devote della teopolitica: un nichilismo decisionista che tutto riduce a brutali o raffinati rapporti di potere, e che addirittura ha finito per ridurre le categorie del politico a una barbarica semplificazione, venata di una punta mafiosa: amico-nemico. Altro è il visibile che Francesco glorifica, quello dell´umile vita di ciascuna creatura.
La conoscenza che illumina è un sapere che apprezza. Non che proietta qualità di valore positive o negative nelle cose: che le riconosce, semplicemente. Ne prende atto. Prende atto della preziosità di ciò che è prezioso, della bruttezza di ciò che è laido, anche quando nessuno l´aveva vista prima. I valori sono sempre da scoprire. Questo è un realismo tutto diverso da quello che si intende con "realismo politico". E´ quello che possiamo chiamare un realismo assiologico, un realismo dei valori. L´Italia e il mondo debbono questa scoperta alla sensibilità francescana. Francesco rese a tutti visibile quello che era fino allora invisibile: vide il valore segreto, la bellezza, il gratuito - cioè il divino - dell´acqua, del fuoco, del paesaggio. Proseguì l´opera dell´incarnazione. E inventò, in fondo, l´Italia: il suo paesaggio, la sua dolcezza, la sua umiltà, il suo splendore.
La sola Italia che ci resta da amare, ancora visibile - se con sciagurate demolizioni di regole, sciagurati condoni, sciagurate svendite di beni pubblici, non finiremo di distruggerla.E´ strano quanto ancora, anche con le migliori intenzioni, i cattolici italiani di tutti gli orientamenti politici ancora insistano nell´idea che i partiti in cui militano debbano soprattutto tutelare la loro identità cattolica, cioè renderla visibile e affermarla. Ci sono virtuosissime eccezioni: e c´è il grande tentativo di molti uomini di buona volontà, che hanno dato vita al Partito Democratico, di fare in modo che questa sia idea finalmente accantonata. Infatti, non è conseguenza, anche questa idea, del terribile equivoco relativo al visibile e all´invisibile, al divino - la sostanza - e ai fenomeni - l´apparenza? "Fede è sostanza di cose sperate / ed argomento delle non parventi" (ovvero prova delle cose che non si vedono), scrive Dante parafrasando San Paolo.
Questa è la formula di una vita di ricerca, dove sentire e capire, che sono per noi l´essenziale del vivere, diventano appunto "prova", nel senso di esperienza, di quell´invisibile in cui proseguono le cose di questo mondo, che è poi il loro fragile senso d´essere, il loro nascosto valore (le cose dell´altro mondo, invece, nessuno le ha mai viste davvero). Se questo invisibile non ci fosse, nessuna opera d´arte potrebbe mai profondamente colpirci come rivelazione di qualcosa che non avevamo visto prima, nessun pensiero potrebbe parerci illuminante e vero benché non inteso prima, nessuna azione parerci rivelatrice di una possibilità nuova, di una via non battuta. Francesco lesse in cuore al Lupo. Dunque l´invisibile non gli restava tale…C´è un equivoco profondo anche nel modo in cui ci siamo abituati a leggere le differenza fra cattolici e protestanti. E´ legata a questo errore sul visibile e l´invisibile, l´interiorità e la vita comune, radice purtroppo della suprema blasfemia: non solo tentare di possedere il divino in formule umane ("noli me tangere": questo chiede il Risorto!) ma addirittura farne bandiera di una parte politica. Questo errore ha legato troppi cattolici professi alla peggiore fra le due possibilità di intendere l´importanza del visibile, del sensibile, del temporale.
Non l´acqua, il fuoco, il lupo e la sorella morte di Francesco, ma il campo di battaglia e la pubblica piazza. Non lo splendore del visibile ma l´infinita disputa televisibile. Non l´oblio di sé perfetto che è necessario a capire il cuore dei lupi, ma la rivendicazione della propria identità e dei propri valori. Ma non dovevamo saperlo, che chi vorrà avere salva la sua vita la perderà? Frutti così dolci, in questo paese popolato di monasteri ormai quasi vuoti, ha dato l´altra, la davvero universale fiducia nel visibile, il respiro ampio e tranquillo di chi confida nella sostanza e nel valore ancora invisibili di ogni cosa, e non in sé. Frutti carichi di intelligenza e di bellezza, architetture del divino, campi dei miracoli, biblioteche di tesori inesplorati, la quiete ontologica che il ritmo dello studio e del lavoro onora quotidianamente. Questa è l´Italia che è impossibile non amare.

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran