Il consigliere Zan, probabilmente sulla scia del dibattito organizzato da “Studenti per e laboratorio 48” dell’altra sera (al quale ho partecipato), ha ritenuto opportuno comunicare attraverso il giornale la sua idea di tolleranza, di ribadire la sua posizione sulla laicità e di rincarare la dose contro l’intossicazione da religione (?), qualora ce ne fosse stato bisogno, passando attraverso le categorie di sacro, diritto, scienza, etica. Mi verrebbe da chiedere se religione e sacro non potevano essere tradotti con “Chiesa Cattolica” che forse sarebbe stato più chiaro per tutti. La convivenza tra religioni e coloro che non appartengono a nessuna religione è un fatto straordinario in uno stato laico, garantito dalla Costituzione e questo dev’essere un vanto per i valori raggiunti dal sistema democratico. Pertanto, quando si parla di laicità non si può essere unidirezionali e nessuno può sentirsi il solo detentore della vera laicità: c’è chi è laico non credente e chi è laico credente. Tutti fanno parte del “popolo”, non in virtù della loro fede o non fede ma del loro status di cittadini, delle tradizioni, della cultura, della storia a cui appartengono e, non ultimo, della religione che vivono. Spero che su questo non ci siano dubbi. E se dobbiamo far riferimento alla laicità dello Stato e del suo rapporto con la religione e la Chiesa Cattolica, oltre agli articoli 7 e 8 della Costituzione, la sentenza della Corte Costituzionale n. 203/1989 aiuta a far chiarezza. Cito solo un piccola parte: «l’attitudine laica dello Stato-comunità (...) si pone a servizio di concrete istanze della coscienza civile e religiosa dei cittadini».
Altra cosa sono le questioni dei “diritti civili” di cui tanto si parla e che sembrano affrontati con ostracismo dalla religione, anzi dal “sacro”, che pervade addirittura il sistema parlamentare tanto che questi non siano garantiti. E ancora si parla di superstizione nel vivere la religione (cattolica?) quasi che si vedessero maghi, imbonitori, imbroglioni, guaritori un po’ dappertutto, pronti a falsare la realtà e distorcere i messaggi che arrivano dall’esterno incanalando il pensiero altrui a proprio uso e consumo. Mi sembra, a dir poco, eccessivo. E l’etica confusa con la religione (“in malafede”)? L’etica come “insieme di scrupoli morali”, “avversione alla crudeltà”, “difesa dei diritti”? Mi sembra che anche su questo ci sia, a parer mio, qualcosa da dire. Sarebbe da capire se anche l’etica dev’essere garantita dallo stato (difesa dei diritti); se è questione di qualche scrupolo per mettere a posto la coscienza di fronte a certe situazioni magari anche di crudeltà. Spero ne convenga, ma l’etica è molto di più: attraverso una profonda ricerca, anticipa la legge, guida nella riflessione e nel comportamento cercando di non banalizzare le coscienze di fronte alle storpiature che, non infrequentemente, le società propongono e che non riguardano solo la bioetica ma anche l’economia, la politica, l’ambiente ecc. Mi spiace anche che parli di difficoltà della convivenza tra scienza e sacro facendo riferimento a Galileo e Darwin quando le questioni sono decisamente più complesse e meriterebbero un maggiore approfondimento piuttosto che essere trattate come slogan dualistici tra creazionisti e evoluzionisti.
Ultima questione. La sovraesposizione della gerarchia ecclesiastica, talvolta è difficile da capire e a qualcuno può urtare qualche nervo scoperto. Ma da questo a dire ciò che la “Chiesa” dovrebbe tacere e ciò che dovrebbe dire è un po’ eccessivo (art. 21 della Costituzione e un articolo di Salvatore Carruba del 23 marzo sul Sole 24 ore). Forse qualche documento ecclesiale sarebbe importante da leggere per meglio conoscere.
Io ho fatto la mia scelta. Come cattolico, ho scelto il Partito Democratico nel quale, su queste posizioni, si può dialogare in maniera franca, senza demagogia, serenamente e non porre attenzione a ciò che al momento fa più notizia. Le garantisco: la religione che intollerante che “vuole prendere il posto della scienza o che nega i diritti” non è la mia, forse è un'altra che, a dire il vero, non conosco.
Nereo Tiso
Costituente Nazionale Partito Democratico
Componente coordinamento cittadino