domenica 20 aprile 2008

A propostito di laicità

Pubblicato su "Il Mattino di Padova" 19 marzo 2008

Il consigliere Zan, probabilmente sulla scia del dibattito organizzato da “Studenti per e laboratorio 48” dell’altra sera (al quale ho partecipato), ha ritenuto opportuno comunicare attraverso il giornale la sua idea di tolleranza, di ribadire la sua posizione sulla laicità e di rincarare la dose contro l’intossicazione da religione (?), qualora ce ne fosse stato bisogno, passando attraverso le categorie di sacro, diritto, scienza, etica. Mi verrebbe da chiedere se religione e sacro non potevano essere tradotti con “Chiesa Cattolica” che forse sarebbe stato più chiaro per tutti. La convivenza tra religioni e coloro che non appartengono a nessuna religione è un fatto straordinario in uno stato laico, garantito dalla Costituzione e questo dev’essere un vanto per i valori raggiunti dal sistema democratico. Pertanto, quando si parla di laicità non si può essere unidirezionali e nessuno può sentirsi il solo detentore della vera laicità: c’è chi è laico non credente e chi è laico credente. Tutti fanno parte del “popolo”, non in virtù della loro fede o non fede ma del loro status di cittadini, delle tradizioni, della cultura, della storia a cui appartengono e, non ultimo, della religione che vivono. Spero che su questo non ci siano dubbi. E se dobbiamo far riferimento alla laicità dello Stato e del suo rapporto con la religione e la Chiesa Cattolica, oltre agli articoli 7 e 8 della Costituzione, la sentenza della Corte Costituzionale n. 203/1989 aiuta a far chiarezza. Cito solo un piccola parte: «l’attitudine laica dello Stato-comunità (...) si pone a servizio di concrete istanze della coscienza civile e religiosa dei cittadini».
Altra cosa sono le questioni dei “diritti civili” di cui tanto si parla e che sembrano affrontati con ostracismo dalla religione, anzi dal “sacro”, che pervade addirittura il sistema parlamentare tanto che questi non siano garantiti. E ancora si parla di superstizione nel vivere la religione (cattolica?) quasi che si vedessero maghi, imbonitori, imbroglioni, guaritori un po’ dappertutto, pronti a falsare la realtà e distorcere i messaggi che arrivano dall’esterno incanalando il pensiero altrui a proprio uso e consumo. Mi sembra, a dir poco, eccessivo. E l’etica confusa con la religione (“in malafede”)? L’etica come “insieme di scrupoli morali”, “avversione alla crudeltà”, “difesa dei diritti”? Mi sembra che anche su questo ci sia, a parer mio, qualcosa da dire. Sarebbe da capire se anche l’etica dev’essere garantita dallo stato (difesa dei diritti); se è questione di qualche scrupolo per mettere a posto la coscienza di fronte a certe situazioni magari anche di crudeltà. Spero ne convenga, ma l’etica è molto di più: attraverso una profonda ricerca, anticipa la legge, guida nella riflessione e nel comportamento cercando di non banalizzare le coscienze di fronte alle storpiature che, non infrequentemente, le società propongono e che non riguardano solo la bioetica ma anche l’economia, la politica, l’ambiente ecc. Mi spiace anche che parli di difficoltà della convivenza tra scienza e sacro facendo riferimento a Galileo e Darwin quando le questioni sono decisamente più complesse e meriterebbero un maggiore approfondimento piuttosto che essere trattate come slogan dualistici tra creazionisti e evoluzionisti.
Ultima questione. La sovraesposizione della gerarchia ecclesiastica, talvolta è difficile da capire e a qualcuno può urtare qualche nervo scoperto. Ma da questo a dire ciò che la “Chiesa” dovrebbe tacere e ciò che dovrebbe dire è un po’ eccessivo (art. 21 della Costituzione e un articolo di Salvatore Carruba del 23 marzo sul Sole 24 ore). Forse qualche documento ecclesiale sarebbe importante da leggere per meglio conoscere.
Io ho fatto la mia scelta. Come cattolico, ho scelto il Partito Democratico nel quale, su queste posizioni, si può dialogare in maniera franca, senza demagogia, serenamente e non porre attenzione a ciò che al momento fa più notizia. Le garantisco: la religione che intollerante che “vuole prendere il posto della scienza o che nega i diritti” non è la mia, forse è un'altra che, a dire il vero, non conosco.


Nereo Tiso
insegnante
Costituente Nazionale Partito Democratico
Componente coordinamento cittadino

Elezioni 13/14 aprile 2008



Padova, 20 aprile 2008


Carissimi,
rieccomi dopo qualche giorno dalle elezioni che hanno visto l’esplosione della Lega, la riduzione dei consensi per il Partito della Libertà e, soprattutto, la scomparsa del partito dell’estrema sinistra. Ora l’onere di governare passa ai vincitori; a noi resta quello di rimanere vigili e propositivi.
Vorrei però, fare una riflessione sul risultato del Partito Democratico, che ci ha visto impegnati a portare questa novità, l’unica proposta forte, condivisa, voluta, discussa, nel panorama del già visto, ma che ci ha visto soccombere, nonostante il lavoro fatto, e il recupero sul notevole divario che, secondo i sondaggi, ci separava dai vincitori:
1. Il risultato migliore lo ottiene nelle città, aumentando i consensi e mantenendosi come primo partito. La provincia, purtroppo, ci vede in sofferenza.
2. La fatica di costruire un nuovo partito ha dovuto tener conto che la nascita proviene da altri due partiti con le loro storie, che appartengono a molti dirigenti e militanti e che, naturalmente, non possono essere messe improvvisamente in soffitta. Il tempo è stato tiranno.
3. La campagna di Walter Veltroni è stata all’insegna di proposte innovative nonostante le difficoltà dei 18 mesi di governo Prodi, non tanto per ciò che di positivo ha fatto, ma su ciò che ha dovuto sopportare con continue mediazioni da personaggi che hanno fatto il possibile per costituire una seconda opposizione rispetto alle forze della destra parlamentare. Veltroni ha saputo coniugare le diverse provenienze dei partiti, delle storie e delle culture, ma anche le nuove provenienze, con le loro professionalità e capacità che non devono in alcun modo essere disperse
4. Il risultato finale, purtroppo, è stata la sconfitta con il conseguente dovere di fare opposizione al governo di chi ha saputo cavalcare strumentalmente le proteste del disagio dei cittadini ma che, al primo annuncio da vincitore, ha detto che saranno tempi veramente duri e si dovranno fare scelte impopolari. Comunque la vittoria va rispettata: è la democrazia.
5. Il VENETO: la nostra regione, com’era prevedibile, ha dato la vittoria all’alleanza PDL-Lega con uno scarto molto alto, anche se il PD si è mantenuto su buoni livelli: primo partito in Veneto 2 e secondo in Veneto 1 alla Camera dei deputati
6. Si parla di Partito del Nord: non certo un buon esempio. Credo che il PD non abbia bisogno di seguire a tutti i costi la Lega. Prima si parlava di partito federato: forse su questo ci sarà da discutere e capire bene che cosa si intende e quali possano essere le forze e le proposte da mettere in campo. Mi sembra evidente, comunque, che i problemi, gli interessi, il modo di porsi e ciò che dicono i veneti non è uguale a ciò che dicono i cittadini di altre regioni.
7. Parlare con la gente, capirla e comunicare con loro con un linguaggio che non sia lontano, e nemmeno banale. Affrontare in maniera determinata in maniera non strumentale le loro richieste non dimenticando i valori sui quali abbiamo fondato questo Partito. Inseguire gli altri, sulle loro strade e i suoi loro proclami, non ha senso e ci porterebbe sulle sabbie mobili.
8. Decidere di affrontare il tema sicurezza sperando non sia l’unico su cui discutere e riflettere. Certo ora è “il tema” e tutti lo circondano pretendendo di possedere la soluzione. La legge, comunque, c’era, presentata dal governo Prodi ma non approvata per i veti di Rifondazione Comunista.

Ora bisogna alzare gli occhi, rivedere e rivedersi, non solo per riflettere sulle elezioni passate, ma per capire se ci sono proposte nuove, persone nuove e disponibili a discutere con idee nuove.
Progettare il futuro per affrontare nuovi ostacoli, primi tra i quali le amministrative e provinciali del 2009.
I nostri dirigenti avranno il compito, assieme a noi, di ascoltare per poter prendere decisioni condivise e non avventate: ma prenderle. Noi avremo il compito di discutere nei gruppi di studio, nei forum per arrivare a sintesi propositive. Senza nessun risentimento e senza sentenze affrettate.

Cordialmente

Nereo Tiso

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran