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mercoledì 9 marzo 2011

Bitonci ci mantiene allegri con le sue stupidaggini


Evidentemente anche i vicini di casa nostra oltre che quelli di casa nostra, mostrano la loro furbizia di leghista. Bitonci, mi sa che segua più le vicende di Padova che rimanere saldo a parlare del visionario federalismo che hanno tentato di far passare e della sua cittadina di cui i giornali non parlano mai. Ha bisgono di visibilità e quindi cerca paparazzi per la foto. Ormai quasi tutti i giorni sembra pensare a Padova, naturalmente solo ed esclusivamente a riguardo il chiodo fisso: il degrado che vede in tutti gli angoli (non dica stupoiddaggini e si informi che è meglio)...Ecco. La parola magica che ha dato lustro ai Leghisti e a tutte le loro sconquassate ingerenze amministrativo politico nella nostra città ma anche fuori città.
La domanda, però, è una e una sola: cosa ha combinato l'illustre primo cittadino di Cittadella che, a piena mani, si nutre di Roma ladrona? Certo è che se ci guardassimo indietro, cioè a ieri, il federalismo tanto declamato, osannato, annunciato orami da venti anni, è rimasto al palo anche perché nessuno ha avuito il coraggio di esporsi davanti a tanta miserevole propaganda federalista che ha l'unica sostanza di aumentare le tasse per i cittadini. Ma con quale faccia si presenta nella nostra città, onorevole-sindaco-segretario Bitonci? Ma pensa che qui abbiamo proprio bisogno di lei per far funzionare la nostra città? Ma siccome non riesce a venirne a capo, ogni tanto di affida al suo becero sarcasmo attaccando i colleghi Berno e Guiotto, dimostrando così la sua pochezza politica.
Caro Bitonci, sia un po' più acuto e coerente: pensi prima di parlare, e lasci Roma per coerenza. Eh sì! La coerenza. "Paroni a casa nostra". Ma quale casa? Altro che dio Po' e ampolle varie di pessima scaramanzia. Pensi alla sicurezza e al suo minigtro Maroni; pensi alla sua città; pensi al suo presidente del Consiglio che lei convenientemente sostiene e che in tutto il mondo ci "invidiano". Lei sostiene la moralità fatta persona, la politica vissuta eticamente, il senso profondo dello Stato del nostro Presidente, la capacità di governare e di prestare attenzione solo ed esclusivamente al bene comune; le sostiene chi finora si è coccupato solo degli italiani e dei loro problemi; ha fatto scelte ed emanato leggi solo a vantaggio dei cittadini. Bravo Bitonci! Mi commuovo! Siccome ormai l'avevano ridotta al silenzio, cerca di arrampicarsi sui suuggerimenti della Mazzetto e compari. Veramente commovente. Noi abbiamo un'altra politica e un altro senso del territorio, dell'amministrazione, del valore della persona e del bene comune. Quindi, guardi in casa sua e così perderà meno tempo.

E dopo il 17 marzo?



di Nereo Tiso


In questi giorni, in queste ore, si stanno infiammando le polemiche sulle celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia. La Lega e i leghisti si stanno smarcando con le solite affermazione di rito ormai datate, cercando di dare l'estrema unzione al tricolore volendolo sostituire con un improbabile "sole delle alpi". Ormai il 17 marzo si sta avvicinando a grandi falcate e, leghisti o no, l'Italia da nord a sud celebrerà l'evento con solennità. E questo mi sembra la cosa che più conti. Per il resto, i nostri padani si alzeranno dai loro scranni nei consigli per difendere delle ridicole rendite di posizione che, a parer loro, sembrano essere dei principi "non negoziabili". Credo che ogni commento sia superfluo di fronte a chi gode dei privilegi romani ed esalta il disfacimento dell'Italia di cui Roma, appunto, ne è il simbolo unitario: la capitale.
Ma ciò che mi preoccupa è ciò che verrà dopo il 17 marzo, dopo che si spegneranno le luci delle celebrazioni che, spero, tutti potranno vivere ripercorrendo quel tratto di storia che ci vede uniti dopo le tristi vicende che la patria ha subito. La possibile ed ulteriore divisione che si potrà creare in Italia nell'indifferenza di molti italiani ormai abituati alla volgarizzazione dello stesso concetto di federalismo com, invece, chiaramente inscritto nel titolo V° della Costituzione. Ad ognuno le proprie responsabilità, siano esse Regioni, Province o Comuni, ma ad ognuno la necessità di sentirsi partecipi ad uno Stato-nazione che non li penalizzi ma che possa, sussidiariamente, responsabilizzarli e far sì che, in maniera solidaristica, si occupi di chi sta peggio. E ciò, ancora, senza penalizzare ulteriormente chi è maggiormente virtuoso, chi, con maggiore oculatezza, fa gli interessi dei cittadini.
Ma l'incanto dello scambio tra governabilità dell'assise dell'imperatore e federalismo, è già terminato il giorno stesso del voto: il governo ha idee confuse anche su ciò che ha votato. Tra l'altro non ha onorato l'accordo con le regioni di dicembre su alcuni punti fondamentali (pensiamo ai finziamenti sul trasporto, oggi miseramente tagliato dalle regioni...) ; un federalismo quindi, nato già monco. Monco anche perché viene violato il famoso "patto con gli italiani" nel non mettere più tasse, dalla tassa di soggiorno e dall'IMU
Ma non è solo il federalismo votato in Parlamento a mostrare le sue pecche, ma il tentativo di mascherare una subdola separazione della nostra Paria. E' quasi la scia della continua e ostinata divisione che si sta creando tra i cittadini: tra cittadini del nord e del sud, tra dipendenti statali e non statali; tra studenti che frequentano scuole statali e sono sottoposti giornalmente al "vangelo" di insegnanti incapaci e faziosi e chi, al contrario, in una scuola privata può godere di insegnamenti non di parte; tra chi cerca un lavoro senza prospettive, chi lo perde e chi lo conserva stretto; divisioni ancora tra i sindacati; divisioni tra giovani e anziani; divisioni tra italiani doc e persone provenienti da altri paesi; tra cittadini di tradizione cristiana e cittadini di altra tradizione religiosa, e via dicendo.
Il tutto in uno scenario internazionale drammatico che vede il nostro mare riempirsi di uomini e di donne che sfuggono dalla guerra, dalla miseria e dalla dittatura. Solcano il mediterraneo su quella linea immaginaria che molti altri prima di loro hanno percorso cercando una vita migliore ma anche, forse, di sanare quella divisione che da secoli ci separa nonostante trattati economici con i dittatori di turno, frequenti viaggi alla scoperta della meravigliosa storia di questi paesi.
L'auspicio è che il nostro paese si rigeneri, prenda nuovo entusiasmo sentendosi unito attorno una bandiera,ad una Costituzione; costruisca un vero federalismo costituzionalmente fondato, che cominci così ha sostituire le costanti divisioni in dialogo cotruttivo in un sistema globalizzato che ci interroga ma che apre nuove opportunità per tutti. Forse è giunto il momento di rimanere uniti, ma allo stesso tempo di pensare che è giunto anche il tempo per tirarci fuori da un pantano nel quale stiamo affondando ridicolizzati e non capiti, non solo dalle istituzioni degli altri paesi ma anche dai loro cittadini comuni.

domenica 21 novembre 2010

Alluvione:a mezzanotte la Lega, in vetrina

di Nereo Tiso

Qualche sera fa, quasi mezzanotte guardo un dibattito su Rai 2 condotto dall'ex direttore del giornale La Padania. Presente in studio, Colaninno del PD, Beppe Severgnini, Formigoni, Monica Puppato, e un altro che non ricordo. Collegamento in diretta con Bovolenta e con Zaia a Conegliano. Ma chi vedo tra la folla di Bovolenta? Il sindaco di Treviso Gobbo che, probabilmente portava la solidarietà della sua città a Bovolenta verso mezzanotte del 12 novembre e poi i nostri consiglieri leghisti: Mazzetto, Littamè e Venuleo. Naturalmente, anche loro presenti per solidarietà come il proprio compagno di partito. C'è da crederci!!! Naturalmente nessuno di loro si era accorto della TV, ma solo della... solidarietà.
Assolutamente comprensibile la rabbia della gente, le urla, la disperazione di fronte al dramma che l'ha colpita. Ma cercavo di capire che cosa c'era sotto a quelle urla e a quella disperazione. Solo il dramma? Oppure anche la voglia, definitiva, di non avere più a che fare con Roma ladrona? In fondo,mi veniva da pensare ascoltando le voci dei presenti, che dicessero come i soldi richiesti, giustamente richiesti per coprire gli ingenti danni e che servono per ripartire, per dare fiato ad un'economia in ginocchio, per riparare e le case, riempire le stalle ecc., gli spettavano di diritto quale piccola parte dei tanti soldi che il Veneto dà e ha dato a Roma delle sue tasse e quindi del suo lavoro. Se i nostri soldi fossero rimasti da noi, ci saremmo organizzati e avremmo fatto molto prima e meglio! Si evince...
Ma il governatore del Veneto Zaia, che parla di sciopero fiscale e che cerca di esasperare ed esacerbare gli animi degli alluvionati, qualora ce ne fosse bisogno, dove si trovava in questi anni? A gridare Roma ladrona e vogliamo il federalismo? Ora, naturalmente, cerca di scaricare la responsabilità sugli altri, che non sono altro che i suoi compari di governo. E per questo, ha voluto a rappresentarlo sulla piazza i fidati Gobbo, Mazzetto, Venuleo. Mi dispiace dirlo, cari amici Veneti come me ,che avete votato a man bassa questo governo e il nostro presidente Zaia, non prendetevela con i mulini a vento, ma con coloro che da 16 anni governano questa regione e che si stanno peoccupando ora di ciò che non hanno fatto prima. Vi hanno abbandonato continuando a fare proclami, a fomentare le paure del fisco, dello straniero, ecc. ma senza fare quello che dovevavo. Hanno utilizzato gli "schei" per le inutili feste etnico-padane. Altro che Roma ladrona! L'acqua non è né di dx né di sx, ma le responsabilità hanno un nome e un cognome e su questo non possiamo sorvolare. Io spero che, almeno, ve lo ricorderete.

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran