di Nereo Tiso
Ieri pomeriggio quattro ore di assemblea provinciale del Partito Democratico: Costituzione, partito, giovani, futuro, interventi programmati o meno; tavola rotonda, personalità, ecc. Il tutto per quattro lunghe ore. Si cerca la fiducia, di far ripartire il partito, di togliersi di dosso la mediocrità dei rapporti conflittuali che spesso emergono a partire dall'ultima direziona nazionale. Si vorrebbe un partito unito, del lavoro, dei giovani, delle donne, della conoscenza, della connessione, della comunità e della convergenza. Insomma, un partito che lavori per creare pari opportunità per promuovere l'uguaglianza ma anche i meriti o, meglio, la meritocrazia.
Qualcuno nomina il passato...ma il PCI, ma la DC, ma ecc. ecc.; qualcun altro continua le denunce di ciò che fanno gli altri che governano. Fortunatamente, poco si è nominato Berlusconi: almeno su questo stiamo imparando. Si è parlato di marcare il territorio, di ridurre la distanza tra cittadini e istituzioni e anchedi ridurre la differenza tra i professionisti della politica e i giovani. Io dico non solo con i giovani.
Ho visto molte facce che assistevano come ad un rito necessario, dovuto, ma anche altri che, ancora un po' di fiducia l'avevano forse perché, nonostante tutto, non vogliono più tornare indietro, assistere ad altri riti e magari pensare che possa esserci uno spento sole dell'avvenire. Comunque un bel momento, in cui si è discusso e, per fortuna, non sì è litigato.
Mi sono posto comunque della domande: come poter prepararci oggi ad affrontare sfide importantissime come quella dello scarso consenso in Provincia che ci impedisce di governarla? Come lavorare per poter proporre un sistema di governo nuovo, un rinnovamento del territorio, una sfida con le attività produttive, un lavoro di sinergia tra sindacati, imprenditori per riuscire a convergere su investimenti importanti per creare lavoro e quindi posti di lavoro? Come portare avanti una battaglia di riduzione del numero dei comuni per ridurre le spese e quindi poter reinvestire meglio le risorse a favore dei cittadini? Come lavorare alla sfida della cultura, della conoscenza, della scuola, dell?università? Noi non possiamo cambiare le regole stabilite, ma lavorare per migliorare sì?
Si è parlato di welfare familiare; come affrontare la sfida della famiglia e della sua difficoltà a gestire tutte le generazioni che gravano su di lei?
Ma soprattutto, come credere che questo partito non possa essere uguale in tutte le regioni o province italiane? Noi dobbiamo raccogliere le sfide che provengono dai nostri territori se vogliamo governarli.
Domande che pongo a tutti noi, nelle nebbie verdi del nostro territorio provinciale.
E i giovani? Il segretario dei Giovani Democratici si chiedeva come mai i giovani, in generale, non sono attratti dal PD. La sfida di un nuovo umanesimo mi piace, ma il vostro nuovo progetto Nuovomondo, leggendo il volantino, mi lascia più di qualche dubbio e chiedo: si pensa veramente di fare da soli nel mondo globalizzato, della rete, della quale siete sicuramente esperti? Spero di no. La politica è sempre scontro fra valori? Forse trent'anni fa. E' ora di finirla di parlare solo di conflitti. I conflitti ci sono e ci sono sempre stati, non serve vocarli per enfatizzarli. Bisogna risolverli con qualche proposta nuova "giovane" non con roba superata da anni, anche nel lingiaggio. Credete che essere arrabbiati paghi sempre? Anche questo credo di no, anche se scrivete "Nuovomondo è un luogo di rabbia. Il precariato, il familismo e quell'eterno periodo di prova sono una pistola puntata alla tempia di ogni giovane e fanno ribollire il sangue". Mamma mia! A questo punto vorrei sapere perché mio figlio iscritto al PD , che vota PD, che si occupa di volontariato, che frequenta l'Università, che pensa già che il mondo si è allargato e che le frontiere si sono abbassate e che quindi il lavoro potrà trovarlo qui o altrove, e così come lui tanti altri, dovrebbe partecipare alle vostre iniziative di arrabbiati. Chiaro, io ho superato i 50 e posso sbagliarmi.
Spero che tutti si riprenda un po' di fiducia, un po' di entusiasmo vero, lontano dalle contumelie frustranti ed autolesioniste. Cerchiamo, almeno un po', di credere nella proposta del PD, mettendoci del nostro per riuscire a mostrare che, alla fine, abbiamo proposte migliori degli altri e sappiamo governare meglio degli altri. Altrimenti resteremo all'opposizione, primarie o non primarie
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