PREMESSO CHE
Nel mese di agosto abbiamo assistito ad un’altra tragedia del mare: più di 70 persone provenienti dall’Eritrea sono morte nella traversata del mar Mediterraneo. In fuga da un territorio straziato dalla guerra e dalla sofferenza, nella ricerca di una vita più dignitosa si sono trovati a dover combattere prima con i mercanti che li hanno derubati per condurli in Italia; poi con la fame, la sete e il mare che non perdona. Infine hanno dovuto affrontare l’ostacolo più impervio, difficile da superare: l’indifferenza. Indifferenza della gente del mare, timorosa di essere accusata per traffico di uomini; indifferenza dello Stato, anzi degli Stati che, in nome della legge, hanno dimenticato solidarietà e umanità verso chi soffre; indifferenza infine, di molta gente comune che si è voltata dall’altra parte per non vedere e per non sentire.
La legge non può mai superare il rispetto della vita umana: quale sistema di sicurezza si dimentica degli elementari diritti dell’uomo non salvaguardandone la dignità? Lo stesso sistema per il controllo delle frontiere e dei clandestini, non regge; non regge dal punto di vista legislativo, ma soprattutto non regge dal punto di vista umano e umanitario. Infatti La legge italiana del luglio 2009 che prevede il reato di clandestinità nonché il respingimento, mostra tutta la sua inefficacia soprattutto nella dimensione del numero incontrollato di immigrati che attraversano via terra le nostre frontiere rispetto ai respingimenti via mare. Tra l’altro il 22 agosto scorso mons. Nervo, fondatore della Caritas Italiana ha affermato: “Il respingimento in mare è solo barbarie e crudeltà, tanto più in un paese che si ritiene di essere civile e si definisce cristiano”.
Colui che era considerato uno dei più crudeli capi di stato, mente suprema di attentati terroristici drammatici, viene ricevuto in Italia con tutti gli onori di un grande capo di stato, e forse anche di più, per riuscire a pianificare l’arcano sistema di “respingere” o, meglio, di non far partire i miserabili tra i quali anche gli ultimi disperati dispersi in mare. Quali garanzie può darci questo signore nella tutela dei diritti umani?
Le immagini televisive viste di sfuggita nelle calde sere d’estate e i racconti degli scampati destano sgomento e si intrecciano con la pietas che si conviene per questi episodi. Ma chi si ricorderà più di loro e delle loro famiglie che magari li hanno visti partire mesi prima per un futuro migliore e non li vedranno più tornare?
Questi ultimi morti, purtroppo, si sommano a centinaia di altri che li hanno preceduti e che a loro volta sono stati dimenticati. Se ora si cerca di capire le responsabilità e a chi appartiene il lembo di mare sul quale sembra avvenuta la tragedia, domani si continuerà a chiudere gli occhi e respingere indistintamente, indiscriminatamente e contro ogni norma internazionale (800 da maggio in poi i respingimenti ) i potenziali immigrati lasciandoli al loro destino nelle mani delle autorità libiche.
IL CONSIGLIO COMUNALE
- Considerando i valori che la città di Padova ha da sempre difeso quali la solidarietà, l’accoglienza, offrendo disponibilità e integrazione a coloro che chiedono di essere aiutati, ma allo stesso tempo esigendo dagli stessi un profondo rispetto delle regole democratiche;
- ritenendo che questo Consiglio non possa sottrarsi dal riconoscimento di una situazione che ha permesso la morte di molti immigrati nel mare Mediterraneo, scomparsi nell’irresponsabilità e nell’indifferenza ;
- considerando il respingimento indiscriminato delle persone una violazione della Costituzione, dei diritti dell’uomo, delle convenzioni internazionali e un’umiliazione alla dignità dell’uomo;
- ritenendo il reato di clandestinità inutile e inefficace;
- riaffermando la necessità di garantire soccorso e assistenza per tutti coloro che si trovano in difficoltà;
ESPRIME
solidarietà alle vittime immigrate del mare e alle loro famiglie
CHIEDE AL SINDACO
Che questa mozione venga inviata al Presidente della Repubblica riaffermando i valori della nostra città e chiedendogli di continuare a sostenere e a difendere la nostra Costituzione soprattutto all’art. 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…” e art.10/3: “Lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.”
Nel mese di agosto abbiamo assistito ad un’altra tragedia del mare: più di 70 persone provenienti dall’Eritrea sono morte nella traversata del mar Mediterraneo. In fuga da un territorio straziato dalla guerra e dalla sofferenza, nella ricerca di una vita più dignitosa si sono trovati a dover combattere prima con i mercanti che li hanno derubati per condurli in Italia; poi con la fame, la sete e il mare che non perdona. Infine hanno dovuto affrontare l’ostacolo più impervio, difficile da superare: l’indifferenza. Indifferenza della gente del mare, timorosa di essere accusata per traffico di uomini; indifferenza dello Stato, anzi degli Stati che, in nome della legge, hanno dimenticato solidarietà e umanità verso chi soffre; indifferenza infine, di molta gente comune che si è voltata dall’altra parte per non vedere e per non sentire.
La legge non può mai superare il rispetto della vita umana: quale sistema di sicurezza si dimentica degli elementari diritti dell’uomo non salvaguardandone la dignità? Lo stesso sistema per il controllo delle frontiere e dei clandestini, non regge; non regge dal punto di vista legislativo, ma soprattutto non regge dal punto di vista umano e umanitario. Infatti La legge italiana del luglio 2009 che prevede il reato di clandestinità nonché il respingimento, mostra tutta la sua inefficacia soprattutto nella dimensione del numero incontrollato di immigrati che attraversano via terra le nostre frontiere rispetto ai respingimenti via mare. Tra l’altro il 22 agosto scorso mons. Nervo, fondatore della Caritas Italiana ha affermato: “Il respingimento in mare è solo barbarie e crudeltà, tanto più in un paese che si ritiene di essere civile e si definisce cristiano”.
Colui che era considerato uno dei più crudeli capi di stato, mente suprema di attentati terroristici drammatici, viene ricevuto in Italia con tutti gli onori di un grande capo di stato, e forse anche di più, per riuscire a pianificare l’arcano sistema di “respingere” o, meglio, di non far partire i miserabili tra i quali anche gli ultimi disperati dispersi in mare. Quali garanzie può darci questo signore nella tutela dei diritti umani?
Le immagini televisive viste di sfuggita nelle calde sere d’estate e i racconti degli scampati destano sgomento e si intrecciano con la pietas che si conviene per questi episodi. Ma chi si ricorderà più di loro e delle loro famiglie che magari li hanno visti partire mesi prima per un futuro migliore e non li vedranno più tornare?
Questi ultimi morti, purtroppo, si sommano a centinaia di altri che li hanno preceduti e che a loro volta sono stati dimenticati. Se ora si cerca di capire le responsabilità e a chi appartiene il lembo di mare sul quale sembra avvenuta la tragedia, domani si continuerà a chiudere gli occhi e respingere indistintamente, indiscriminatamente e contro ogni norma internazionale (800 da maggio in poi i respingimenti ) i potenziali immigrati lasciandoli al loro destino nelle mani delle autorità libiche.
IL CONSIGLIO COMUNALE
- Considerando i valori che la città di Padova ha da sempre difeso quali la solidarietà, l’accoglienza, offrendo disponibilità e integrazione a coloro che chiedono di essere aiutati, ma allo stesso tempo esigendo dagli stessi un profondo rispetto delle regole democratiche;
- ritenendo che questo Consiglio non possa sottrarsi dal riconoscimento di una situazione che ha permesso la morte di molti immigrati nel mare Mediterraneo, scomparsi nell’irresponsabilità e nell’indifferenza ;
- considerando il respingimento indiscriminato delle persone una violazione della Costituzione, dei diritti dell’uomo, delle convenzioni internazionali e un’umiliazione alla dignità dell’uomo;
- ritenendo il reato di clandestinità inutile e inefficace;
- riaffermando la necessità di garantire soccorso e assistenza per tutti coloro che si trovano in difficoltà;
ESPRIME
solidarietà alle vittime immigrate del mare e alle loro famiglie
CHIEDE AL SINDACO
Che questa mozione venga inviata al Presidente della Repubblica riaffermando i valori della nostra città e chiedendogli di continuare a sostenere e a difendere la nostra Costituzione soprattutto all’art. 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…” e art.10/3: “Lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.”
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