lunedì 2 novembre 2009

Come muore un uomo...

di Nereo Tiso
Non abito a Scampia, non sono un camorrista, non sono un killer, spero di essere, diciamo, uno come la maggior parte di noi, con l'uso della ragione. Di fronte all'esecuzione di Napoli portata alla luce del sole dai magistrati rimango senza parole e con un senso di profonda angoscia. Le parole fanno fatica a concatenarsi e la repulsione di fronte a questo delitto, per me mostruoso, è totale. Non avevo mai visto prima d'ora l'uccisione di un uomo, tranne che nei film. Chi, purtroppo invece, è costretto a convivere con la violenza e la morte, talvolta traendone beneficio, non ci fa caso e "passa oltre". Diciamo che è un problema del quale è meglio non occuparsene: non devo guardare, non devo ascoltare, non devo chinarmi sull'uomo morto e, se voglio pregare, devo farlo in segreto. Sembra che uomini e donne di questa Italia, rassegnati della loro condizione di sottomissione, abbiano posato le armi della ragione ascoltando solo il rumore delle armi di chi, con disinvoltura e freddezza, le usa contro un altro uomo per vendicarsi di uno sgarro poco onorevole. Finchè scrivo questa nota mi ritornano in mente quelle immagini: la morte, l'indifferenza, i bambini che passano con i loro genitori, distratti di fronte a chi, grondante di sangue e colpito a morte, ormai, non è più un uomo. E mi vengono in mente anche le parole di primo Levi che, gridate da un altro luogo con sofferenze ben diverse, ma che alla fine dicono "dite voi se questi sono uomini".Non so nemmeno se posso indignarmi, se ne ho il coraggio, il diritto, la forza. Troppe volte senti parlare di morti: sulle strade, per cause accidentali, ma questi sono "morti ammazzati". Non so nemmeno se esista l'indifferenza tra la gente di Scampia o che invece ci si avvalga della quotidianità. Come fosse la facoltà di non porsi domande e, quindi, di non rispondere.Ora, rimango nel silenzio e spero che gli amici di fb parlino almeno tra di loro: l'uomo rimane sempre uomo.

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approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran