di Nereo Tiso,
Un libro semplice ma profondo. Riflettere sulle stagioni della propria vita a partire dalla semplicità della fanciullezza è ciò che Enzo Bianchi fa nel suo libro. Gli incontri, le letture, i giochi, le amicizie, le esperienze, sono il senso che si percepisce dallo scadere delle varie stagioni. E la terra, questa madre che dà i frutti per la vita; che dà il vino che inebria, che dà gioia, ma che è anche fatica, sofferenza. E' la terra che..."si era spogliata, sì, ma solo per attendere più libera la novità di un'altra stagione, di una vita pronta a ricominciare". Ora Enzo Bianchi, si trova nella stagione della vecchiaia, vissuta e non nascosta; celebrata e accolta con serenità. Forse, quelle del priore di Bose, assomigliano alle stagioni della vita di ognuno di noi, alla quale siamo legati ma dalla quale dovremo staccarci. E sono ancora le parole di Bianchi che ci aiutano a non avere paura della nostra ultima stagione perché tutto è fuorché buio: "La mia notte non ha oscurità e tutto nella luce diventa chiaro".
Nessun commento:
Posta un commento