di Nereo Tiso
Le notizie che arrivano da Lampedusa sono ormai sovrastate da ciò che succede in molte altri parti d’Italia nelle quali si sta aspettando o si cerca di gestire il flusso interminabile di persone che provengono dal nord Africa. Clandestini o rifugiati? Naturalmente per il ministro Maroni il numero dei rifugiati è molto alto tra quelli presenti e, soprattutto, tra quelli previsti, rispetto ai clandestini Ma tutti sanno che i tunisini non sono rifugiati e sono persone che cercano semplicemente una vita migliore e che i rifugiati praticamente non ci sono Sta di fatto che il ministro cerca di nascondere il dilettantismo con cui ha gestito tutta la vicenda; la disorganizzazione e l’approssimazione usate nell’affrontare l’emergenza , non lasciano intravedere niente di buono per il prossimo futuro. Ma a questo una ulteriore domanda il ministro dovrebbe porsela e forse, la risposta a questa domanda, è l’evidente deficit della legge Bossi-Fini sui respingimenti e sul fallimento dei CIE (Centri di identificazione e espulsione). Se i clandestini dovrebbero rimanere nel CIE per 6 mesi prima di essere espulsi, quanto tempo gli immigrati sbarcati a Lampedusa o in altra parte, che ormai scorazzano liberi e incontrollati in Italia, dovrebbero rimanere? Quanto tempo è previsto per la permanenza dei nuovi arrivati, visto che cerchiamo di inserirli in siti particolari sostitutivi dei CIE, ma che non possono essere considerati CIE. Non è un dettaglio qualsiasi. Naturalmente la risposta è esigente ma la sua, non può essere che una non risposta di fronte ad una emergenza incontrollata, a fughe dai pseudo centri che non hanno nulla dei CIE, all’annuncio di regioni e amministrazioni locali che rifiutano le tendopoli pensate dal governo perchè considerata un’accoglienza disumana e fuori controllo; dalla confusione degli stessi compagni di partito del ministro che, ci mancherebbe, non ne vogliano sapere dei clandestini o comunque dei nord africani e scaricano le responsabilità sul centrosinistra. Una confusione senza precedenti che svela il vero volto, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di questo governo. E come pensa di rimpatriare i clandestini secondo quanto previsto dalla legge? A cento al giorno come afferma il presidente del consiglio? Spero si renda conto che la propaganda e le norme inesistenti, l’incapacità di trovare delle soluzioni al posto delle chiacchiere e di garantire i cittadini che si trovano in una situazione già difficile, soprattutto in alcune zone dove il verbo leghista della sicurezza ha fatto breccia, non paga più. Tutti aspettano chiarezza e norme precise sulla gestione dell’emergenza e, soprattutto, su come sarà il futuro di queste persone che, ormai, hanno fatto dell’arte di arrangiarsi il loro motto, alla faccia di ciò che per anni ha sbandierato la Lega su legalità e sicurezza. Non a caso anche i cittadini di Padova chiedono chiarezza sulla loro città dopo che sono stati annunciati dallo stesso ministero insieme al presidente Zaia, centinaia di immigrati previsti per la caserma Romagnoli. Cosa diremo ai nostri cittadini? Perché la Lega pensa a Padova e non a Cittadella (lo sappiamo bene)? Quanti giorni rimarranno? Dove andranno? Come evitare che in pochi giorni avvengano fughe incontrollate? Mancano le leggi, manca una progettualità e ripensare la legge Bossi-Fini senza demagogia è una ulteriore emergenza. Nel frattempo a farne le spese del non governo sono le persone coinvolte: gli immigrati e gli italiani.
Nessun commento:
Posta un commento