di Nereo Tiso
In questi giorni i colonnello libico si trova in Italia. L'eco mediatica che ha ricevuto non ha pari ad altri capi di stato. I "nostri" fanno ciò che chiede e tacciono quando dovrebbero dire qualcosa. Naturalmente lo si prenda come si vuole, ma Gheddafi sta facendo "affari" con l'Italia. Nel senso che li sta facendo lui, personalmente. Cosa si sa della sua gente, del suo popolo? Cosa si sa delle donne e degli uomini che vengono bloccati prima di partire e per i quali i "nostri" stanno sborsando ulteriori 5 miliardi di euro per pulirsi la coscienza e avere quel miserabile consenso che gli italiani stanno loro tributamdo, oltre a preparagli un arem di fanciulle, qualcuna addirittura convertita all'islam? Ma ciò che è strano è che i "nostri" sono lì a godere della presenza del colonnello affarista e ascoltano le sue contumelie propagandistiche di un proselitismo islamico di basso profilo, sostenendo, con la mediocrità tipica di chi deve dire qualcosa a tutti i costi per non stare zitto, che l'Italia deve essere cristiana; e chiuso. Per qualcuno, rappresentare la contraddizione fatta persona è normalità assoluta: oggi vado messa, domani sono per il respingimento degli immigrati, alla sera vado all'incontro dell'associazione di volontariato a favore dei profughi eritrei e domani faccio l'hostess illuminata dalla luce della predicazione coranica dell'islam da parte del colonnello. Dove sta il problema visto che anche i "nostri" lo fanno? Non vorrei essere banale, ma essere cristiani è cosa ben diversa di ciò che la Lega generalmentre propaganda sui giornali e cerca di ostentare con azioni liturgiche un po' datate e costruite attorno ad idoli boschivi più che alla fede in Cristo.
Con una mano, brutalmente mostrano la croce per respingere il diavolo islamico impersonificato nel raìs e, contemporaneamente, con l'altra gli battono sulla spalla per spronarlo nella sua azione contro gli sbarchi senza preoccuparsi se chi rimane in Libia sia uomo o altro. Nel frattempo il conto è già stato pagato e la coerenza affiora.
Essere "contro" la religione islamica non serve assolutamente a nulla: è a-storico e non cristiano. Tutelare la dignità umana, rispettare la persona e garantire diritti a tutti è una pista dalla quale un cristiano non può prescindere. Non vorrei che la fede, per chi ce l'ha, venisse barattata per trenta denari (o per 5 miliardi...). Ma mi sembra che a qualcuno, cari nostri governati, interessi più mammona.Altro che le contumelie sull’Italia cristiana di Zaia e Calderoli…
Con una mano, brutalmente mostrano la croce per respingere il diavolo islamico impersonificato nel raìs e, contemporaneamente, con l'altra gli battono sulla spalla per spronarlo nella sua azione contro gli sbarchi senza preoccuparsi se chi rimane in Libia sia uomo o altro. Nel frattempo il conto è già stato pagato e la coerenza affiora.
Essere "contro" la religione islamica non serve assolutamente a nulla: è a-storico e non cristiano. Tutelare la dignità umana, rispettare la persona e garantire diritti a tutti è una pista dalla quale un cristiano non può prescindere. Non vorrei che la fede, per chi ce l'ha, venisse barattata per trenta denari (o per 5 miliardi...). Ma mi sembra che a qualcuno, cari nostri governati, interessi più mammona.Altro che le contumelie sull’Italia cristiana di Zaia e Calderoli…
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