Oggi 11 settembre, conferenza stampa a Palazzo Moroni dei consiglieri del PD Tiso Nereo e Lincetto Paola (del gruppo di lavoro fa parte anche la consigliera Cristina Toso, assente) per presentare l’iniziativa di mobilitazione del gruppo consigliare PD del Comune di Padova e del Partito Democratico della città e della Provincia, a favore della scuola e contro un’impresentabile “riforma” che non ha fatto altro che ridurre le risorse di 8 miliardi euro in tre anni.
Non si tratta di fare una semplice demagogia antigovernativa, ma le nostre proposte come Partito Democratico sono sempre state chiare: investire sul futuro cambiando ciò che non funziona. Da Mariastella Gelmini, portavoce del ministro Tremonti che gestisce i cordoni della borsa, poche parole, tante chiacchiere su precari, investimenti, futuri docenti, ecc.
Ma veniamo al dunque dei motivi della nostra mobilitazione che ci vedrà presenti davanti alle scuole della città per portare la nostra testimonianza e far conoscere le nostre proposte ai genitori e dire con forza i disastri che si stanno compiendo con questa pseudo riforma.
Pensiamo alle 12500 famiglie che nella provincia di Padova quest’ anno non potranno usufruire del tempo pieno nelle scuole primarie. Quali disagi per i genitori? Quali riduzione del tempo scuola per gli alunni? Invece di migliorare l’offerta la si riduce per fare cassa.
Pensiamo al numero sempre maggiore di alunni per classe, fino a 29-30, anche in presenza di ragazzi con disabilità che necessitano di essere seguiti con maggior attenzione. Un numero così elevato di presenze, tra l’altro, è contrario alla normativa sulla sicurezza che prevede 25 alunni per classe. Chi si assumerà la responsabilità in caso di danni alle persone?
Consideriamo il precariato. Non è l’assunzione indiscriminata, ma la considerazione di chi, da anni insegna in maniera continuativa su posti-cattedra che potrebbero essere occupati da docenti di ruolo. Dove sta la continuità didattica, la programmazione e progettazione di molti di questi docenti a tempo che sono costretti a cambiare scuola ogni anno, essere licenziati, pur sapendo che verranno richiamati l’anno successivo?
Pensiamo poi al patto di stabilità che mette la corda al collo agli enti locali che non potranno investire nel miglioramento degli edifici scolastici e in sicurezza. Al Comune di Padova l’anno prossimo mancheranno 6 milioni di euro. Dove cadrà la scure?
Noi, per tutto questo per molto altro abbiamo deciso di far sentire la nostra voce con forza. Tutta la settimana la nostra presenza davanti alle scuole sarà costante e sabato prossimo alle ore 11, presso la Loggia della Gran Guardia in Piazza dei Signori a Padova, manifesteremo il nostro disagio a questa situazione con un momento particolare: metteremo in scena la SCUOLA CHE NON C’E’.
Perché che nella scuola si creda, si investa, si migliori e non si butti tutto al macero. Senza scuola, il futuro sarà incerto e nebuloso e il nostro paese non potrà che regredire.
Non si tratta di fare una semplice demagogia antigovernativa, ma le nostre proposte come Partito Democratico sono sempre state chiare: investire sul futuro cambiando ciò che non funziona. Da Mariastella Gelmini, portavoce del ministro Tremonti che gestisce i cordoni della borsa, poche parole, tante chiacchiere su precari, investimenti, futuri docenti, ecc.
Ma veniamo al dunque dei motivi della nostra mobilitazione che ci vedrà presenti davanti alle scuole della città per portare la nostra testimonianza e far conoscere le nostre proposte ai genitori e dire con forza i disastri che si stanno compiendo con questa pseudo riforma.
Pensiamo alle 12500 famiglie che nella provincia di Padova quest’ anno non potranno usufruire del tempo pieno nelle scuole primarie. Quali disagi per i genitori? Quali riduzione del tempo scuola per gli alunni? Invece di migliorare l’offerta la si riduce per fare cassa.
Pensiamo al numero sempre maggiore di alunni per classe, fino a 29-30, anche in presenza di ragazzi con disabilità che necessitano di essere seguiti con maggior attenzione. Un numero così elevato di presenze, tra l’altro, è contrario alla normativa sulla sicurezza che prevede 25 alunni per classe. Chi si assumerà la responsabilità in caso di danni alle persone?
Consideriamo il precariato. Non è l’assunzione indiscriminata, ma la considerazione di chi, da anni insegna in maniera continuativa su posti-cattedra che potrebbero essere occupati da docenti di ruolo. Dove sta la continuità didattica, la programmazione e progettazione di molti di questi docenti a tempo che sono costretti a cambiare scuola ogni anno, essere licenziati, pur sapendo che verranno richiamati l’anno successivo?
Pensiamo poi al patto di stabilità che mette la corda al collo agli enti locali che non potranno investire nel miglioramento degli edifici scolastici e in sicurezza. Al Comune di Padova l’anno prossimo mancheranno 6 milioni di euro. Dove cadrà la scure?
Noi, per tutto questo per molto altro abbiamo deciso di far sentire la nostra voce con forza. Tutta la settimana la nostra presenza davanti alle scuole sarà costante e sabato prossimo alle ore 11, presso la Loggia della Gran Guardia in Piazza dei Signori a Padova, manifesteremo il nostro disagio a questa situazione con un momento particolare: metteremo in scena la SCUOLA CHE NON C’E’.
Perché che nella scuola si creda, si investa, si migliori e non si butti tutto al macero. Senza scuola, il futuro sarà incerto e nebuloso e il nostro paese non potrà che regredire.
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