venerdì 12 marzo 2010

CL sceglie Zaia, ma non il suo programma. Interessante, no!


di Nereo Tiso



Le scelte vanno sempre rispettate e ognuno, singolo o movimento che sia, può decidere di stare da una parte o dall'altra della barricata. Ciò che mi mette a disagio è capire se le barricate sono tutte uguali, se i valori condivisi la mattina non sono gi stessi della sera se, come appunto ha fatto Debellini, leader di CL in Veneto, si aderisce al candidato presidente Zaia ma non al suo programma. Forse ha paura di compromettersi troppo o di non poter condividere alcuni riferimenti tipici della Lega o le sue scelte legislative a riguardo gli extracomunitari. Oppure è meglio salire sul carro degli ipotetici vincitori piuttosto che su quello dei vinti. Tutto ciò mi fa riflettere su un certo modo coerente di sostegno ai valori evangelici e, invece, un altro modo che straripa nell'adesione ai valori cristinani condivisi, cioè, per capirci, tipici di coloro che dicono di essere padroni a casa loro anche sulle scelte religiose e chi non la pensa così è fuori. Proprio tutto ciò che è tipico della coerenza leghista. E' questo che vogliono gli amici di CL? E' questa la scelta fatta da tutta Comunione e Liberazione oppure è la scelta di Debellini alla quale bisogna adeguarsi? Era necessario fare una scelta di campo leghista quando su alcuni temi tra loro e il vangelo c'è poco da spartire? Io so che molti di CL non sono con Zaia e la Lega perché il sistema leghista non ha a che fare con l'accoglienza e l'integrazione, ma col respingimento e la paura. Possiamo noi uomini, cittadini prima che cattolici , rivolgerci solo alla paura e fomentarla come fanno i leghisti (anche quelli, forse più presentabili e patinati, come Zaia), seguire le infinite contraddizioni elettorali per difendere i valori cristiani (quali?) e intanto mettere alla gogna in molti comuni coloro che, secondo il verbo leghista, danno fastidio? Si dialoga con tutti ma che Zaia sia "dalla parte dell'individuo (perché non dell'uomo?) e chiama libertà con l'equivalente semantico di sussidiarietà" ce ne vuole, caro Debellini. Certo non è statalista, ma dov'è il federalismo? Volete capire la loro "concezione antropologica della persona"? Mi stupisce che non l'abbiate ancora del tutto capita anche perché, tra l'altro, è molto chiara ed evidente. Non so se ci sia più coerenza che incoerenza in questa scelta; non sta a me dirlo. Certamente lo sapranno gli amici di CL che andranno il 28 e il 29 marzo a votare Lega Nord e quindi Zaia. Io sto dall'altra parte

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approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran