giovedì 10 giugno 2010

La differenza Cristiana


di Nereo Tiso


Il breve volume di Enzo Bianchi non manca di intensità e chiarezza soprattutto nella ridefinizione dei concetti di laico e laicità oggi tanto discussi. Non manca altresì un analisi del rapporto tra stato e Chiesa, tra pensiero laico e pensiero cristiano. I cristiani devono saper costruire la polis allontanandosi dai dogmatismi e dal ritenere che lo stesso cristianesimo sia minacciato. Devono innanzitutto avere come riferimento il Vangelo della testimonianza senza cercare alleanze o privilegi. In effetti, dice ancora l’autore, oggi si cerca più una identità culturale cristiana anche da parte di chi cristiano non lo è per una sorta di protezionismo. I cristiani oggi, invece, devono confrontarsi con i laici (non con i laicisti) se questi, ovviamente, sono interessati al confronto, per creare una società del dialogo. Questo non significa che la Chiesa debba svuotarsi del Vangelo: è necessario collaborare nella realizzazione del bene comune senza identificarsi né in un’etica né tanto meno in una politica. Sono da evitare anche inutili integralismi. Oggi più che dai laici, la Chiesa è maggiormente stimolata dall’indifferentismo, che la proietta verso una testimonianza ancora più piena. Anche all’interno della Chiesa e tra i cristiani è necessario il confronto per esprimere opinioni ma anche “dissenso leale” dalle comunità ecclesiali.

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approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran