mercoledì 1 ottobre 2008

DIVIETI E RESPONSABILITA'

FACOLTA’ TEOLOGICA
- Diocesi di PADOVA -
FORMAZIONE SOCIALE E POLITICA 2008-2009
GIORNATA DI APERTURA


Prendo spunto per iniziare la mia breve riflessione dall’articolo del prof. Antonio Da Re riportato di recente dal Mattino di Padova:

“Nessuna ordinanza riuscirà a sopperire alla mancanza di senso civico, di rispetto del vivere comune, di rispetto dei beni altrui e pubblici, di tolleranza reciproca”.

La riflessione che dovremmo fare di fronte alla precisa affermazione di Da Re, non può che interrogarci sulla distanza che c’è tra un divieto, la sua applicabilità e la possibilità che questo possa contribuire al senso civico oppure rimanga solo un fatto meramente coercitivo. Pertanto, ci si interroga su quali possono essere i confini e i limiti della politica e come l’etica può essere una premessa forte per la politica stessa.
Ma allo stesso tempo, gli interrogativi di fronte alle scelte della politica, all’inciviltà dei molti e alla difficoltà della realizzazione e della comprensione del valore e del senso del bene comune che mettono il politico di fronte a una responsabilità forte, non possono esimerci dal valutare come il senso civico esiga una sfida e debba essere costruito, difeso, sostenuto dal politico stesso; senza tentennamenti e in maniera coerente. Quali infatti, i comportamenti dei politici dal momento in cui passano dal solo interesse per il bene proprio e della propria famiglia al bene della comunità alla quale sono stati chiamati per governarla?
Domande importanti che inquietano, ma che spingono alla riflessione e l’approfondimento di comportamenti che possono e devono essere corretti dalle norme, ma che hanno anche l’obbligo di costituire quel senso civico che parte integrante del bene comune.
In sostanza che senso ha l’ordinanza, o i vari divieti che mettono in gioco la fantasia dei sindaci (A da Re) o dei legislatori per cercare di dare delle risposte a breve ai cittadini se, allo stesso tempo, non esiste un’adeguata azione per costruire l’educazione al comportamento corretto nel senso più ampio possibile?
Sappiamo che le risposte costruite attorno solo a modelli repressivi dei comportamenti, non creano la società buona. Nella società buona, convivenza, tolleranza, inclusione e non esclusione, integrazione e non assimilazione, diventano elementi fondanti, valori ai quali indirizzare il sistema educativo delle nuove generazioni.
Ed è l’autorità politica che, operando per il benessere del corpo sociale, con la responsabilità primaria del bene comune, ha il dovere di governare il presente pensando al futuro di quelle nuove generazione che, a loro volta, saranno generatrici di valori se saranno educate ad operare e a vivere in tal senso.
Essa ha ricevuto il mandato dai cittadini e ha l’autorità per farlo; ha la responsabilità del governo e di rispondere ai bisogni, anche educativi dell’oggi senza mai dimenticare il futuro, la bontà della società alla quale deve aspirare.
Tutto ciò ascoltando anche i corpi intermedi che operano direttamente tra la gente e sono attenti alle situazioni e possono aiutare la politica a costruire quell’éthos condiviso e non individualista per raggiungere l’obiettivo di una società, di una città ricca, capace si pensare al bene di domani perché l’oggi è già terminato.
E quindi la politica ha bisogno di trasparenza perché tutti possano vedere; ha bisogno di progetti perché si conoscano percorsi e obiettivi di governo; ha bisogno di condivisione, per non rimanere completamente isolata; ha bisogno soprattutto di donne e di uomini imperfetti, ma responsabili delle scelte e delle aspirazioni al servizio per la realizzazione del vivere civile, uno dei fondamenti del bene comune.
La politica, pertanto, come speranza di cambiamento e di miglioramento di una società civile nella quale molti sono i fermenti di inciviltà.

Cito due politici: uno di ieri e un altro di oggi

La Pira: “Si sa, la speranza, in certo senso, è un’avventura e un rischio: ma forse che, per il rischio di perdere la semente, il contadino non provvede alla semina?”


Vannino Chiti: “La politica deve saper individuare, capire e nei limiti del possibile rimuovere le ragioni dell’angoscia. Deve catturare la scintilla della speranza e alimentarla per fondare il coraggio e sostenere il dovere dell’impegno”


Nella speranza, l’etica e la politica guardano il futuro unificate dal dovere della responsabilità per l’impegno che il politico assume come ragione prima e ultima della sua scelta.


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approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran