E’ con grande piacere che porto i saluti del sindaco e di tutta l’amministrazione di questa città alla vostra Associazione che stasera si ritrova, non a celebrare un evento, ma ad ascoltare la voce della povertà e a cercare di dare risposte ai poveri.
Se uno dei bisogni primari dell’uomo è l’alimentazione, il lavoro svolto dal Banco Alimentare, attraverso un numero importante di volontari che si dedica e si dedicherà il prossimo 29 novembre a raccogliere prodotti alimentari, è certamente encomiabile…
I frutti di questa grande operazione di solidarietà testimoniano come, purtroppo, nel nostro paese e anche nel nostro ricco nord, esista ancora un profonda e significativa fascia di persone che possono essere considerate povere.
I poveri generalmente non fanno notizia, si nascondono, talvolta si vergognano di mostrare la loro situazione che ha ragioni profonde nell’emarginazione sociale, nella crisi economica che sembra ancora lontana da passare. Anzi, a parte qualche notizia sui drammi, la povertà viene lasciata nelle mani degli…ALTRI.
Altri come le associazione di volontariato, le cooperative e quelle innumerevoli e straordinarie persone che se ne occupano senza tanti proclami, in silenzio. Credo che voi facciate parte di questi ALTRI che da anni hanno deciso di utilizzare il proprio tempo con gratuità per dedicarsialla raccolta di prodotti alimentari.
Penso che questo sia anche offrire l’opportunità alla gente comune che va a fare la spesa per la propria famiglia, di rendersi sempre più consapevole che, anche i piccoli gesti possono tirar fuori dall’angoscia, dal dramma, una persona. Magari sconosciuta, lontana ma sempre una persona la quale va garantita nella sua dignità, tutelata nei diritti e soccorsa nel bisogno.
Queste persone sempre più frequentemente bussano anche alle porte del Comune, l’istituzione più prossima ai cittadini alla quale possono rivolgersi per avere risposte e per ritrovare, forse , quella serenità che gli eventi della vita ha loro negato.
Certo è che la situazione finanziaria dei Comuni è già difficile e le prospettive non promettono nulla di buono per i prossimi anni con una riduzione drastica dei trasferimenti che potrebbero essere utilizzati per non fare aspettare inutilmente chi chiede aiuto. Lo sforzo e, diciamo pure, la fantasia amministrativa, ci assicurano che coloro che vivono ai margini non saranno lasciati soli.
Naturalmente sappiamo che il numero di persone che chiederanno aiuto non si ridurrà ma, purtroppo, tenderà ad aumentare e quindi ci sarà bisogno dello sforzo di tutti, della collaborazioni di tutti coloro che hanno a cuore coloro che stanno nella parte più bassa della scala sociale. Questi sono l’anello più debole della catena perché ormai molti sono tristemente fuori dai meccanismi del lavoro, vengono sfrattati dalle loro abitazioni, sono anziani ammalati e con redditi bassissimi, sono parte di famiglie disgregate e con scarse risorse. In sostanza i poveri ci sono.
E’ con grande interesse e attenzione che la nostra città plaude a questa iniziativa perché pensiamo sia una risposta importante per un altrettanto importante cambiamento di vita di chi non riesce ad accedere nemmeno al cibo. E’, come voi la chiamate, una carità di popolo che dà occasione a molti di rendersi utili, secondo le proprie possibilità.
Auguro, a nome di questa città, a tutti i volontari che si adopereranno per la raccolta ma anche a tutti coloro che lavoreranno per distribuzione, buon lavoro, La speranza sarebbe quella di non ritrovarci più per raccogliere cibo per chi non ne ha: vorrebbe dire aver risolto il problema. Ma sappiamo che non sarà così, purtroppo.
Se uno dei bisogni primari dell’uomo è l’alimentazione, il lavoro svolto dal Banco Alimentare, attraverso un numero importante di volontari che si dedica e si dedicherà il prossimo 29 novembre a raccogliere prodotti alimentari, è certamente encomiabile…
I frutti di questa grande operazione di solidarietà testimoniano come, purtroppo, nel nostro paese e anche nel nostro ricco nord, esista ancora un profonda e significativa fascia di persone che possono essere considerate povere.
I poveri generalmente non fanno notizia, si nascondono, talvolta si vergognano di mostrare la loro situazione che ha ragioni profonde nell’emarginazione sociale, nella crisi economica che sembra ancora lontana da passare. Anzi, a parte qualche notizia sui drammi, la povertà viene lasciata nelle mani degli…ALTRI.
Altri come le associazione di volontariato, le cooperative e quelle innumerevoli e straordinarie persone che se ne occupano senza tanti proclami, in silenzio. Credo che voi facciate parte di questi ALTRI che da anni hanno deciso di utilizzare il proprio tempo con gratuità per dedicarsialla raccolta di prodotti alimentari.
Penso che questo sia anche offrire l’opportunità alla gente comune che va a fare la spesa per la propria famiglia, di rendersi sempre più consapevole che, anche i piccoli gesti possono tirar fuori dall’angoscia, dal dramma, una persona. Magari sconosciuta, lontana ma sempre una persona la quale va garantita nella sua dignità, tutelata nei diritti e soccorsa nel bisogno.
Queste persone sempre più frequentemente bussano anche alle porte del Comune, l’istituzione più prossima ai cittadini alla quale possono rivolgersi per avere risposte e per ritrovare, forse , quella serenità che gli eventi della vita ha loro negato.
Certo è che la situazione finanziaria dei Comuni è già difficile e le prospettive non promettono nulla di buono per i prossimi anni con una riduzione drastica dei trasferimenti che potrebbero essere utilizzati per non fare aspettare inutilmente chi chiede aiuto. Lo sforzo e, diciamo pure, la fantasia amministrativa, ci assicurano che coloro che vivono ai margini non saranno lasciati soli.
Naturalmente sappiamo che il numero di persone che chiederanno aiuto non si ridurrà ma, purtroppo, tenderà ad aumentare e quindi ci sarà bisogno dello sforzo di tutti, della collaborazioni di tutti coloro che hanno a cuore coloro che stanno nella parte più bassa della scala sociale. Questi sono l’anello più debole della catena perché ormai molti sono tristemente fuori dai meccanismi del lavoro, vengono sfrattati dalle loro abitazioni, sono anziani ammalati e con redditi bassissimi, sono parte di famiglie disgregate e con scarse risorse. In sostanza i poveri ci sono.
E’ con grande interesse e attenzione che la nostra città plaude a questa iniziativa perché pensiamo sia una risposta importante per un altrettanto importante cambiamento di vita di chi non riesce ad accedere nemmeno al cibo. E’, come voi la chiamate, una carità di popolo che dà occasione a molti di rendersi utili, secondo le proprie possibilità.
Auguro, a nome di questa città, a tutti i volontari che si adopereranno per la raccolta ma anche a tutti coloro che lavoreranno per distribuzione, buon lavoro, La speranza sarebbe quella di non ritrovarci più per raccogliere cibo per chi non ne ha: vorrebbe dire aver risolto il problema. Ma sappiamo che non sarà così, purtroppo.
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