di Nereo Tiso
Interessante visita alla Scuola media Petrarca con un gruppo di consiglieri. Dopo molte discussioni, ricorsi, interrogazioni, provocazioni, anche andare a rendersi conto di persona della situazione del contendere certamente aiuta chi deve rispondere ai cittadini. Anche se il primo impatto ha avuto qualche piccolo problema con l'interferenza inusuale di un tale "avvocato della scuola" (ma da quando la scuola ha un avvocato? Per difendersi da chi? E perché è stato avvisato proprio nel momento in cui eravamo lì noi? Qualcuno, evidentemente, pensava a noi come a degli intrusi) che si preoccupava, tra l'altro al telefono, se i consiglieri e l'assessore o i tecnici comunali potevano violare la privacy scolastica, siamo stati accompagnati dalla vicepreside, da due genitori e da un insegnante nelle varie stanze adibite a scuola. Diciamo adibite, perché a parlare di aule scolastiche, a parte qualcuna restaurata, è un po' difficile. Infatti la situazione è veramente complessa e, penso, da insegnante, che riuscire a fare scuola in un edificio che, per quanto ritoccato, rimane del 1760, e certamente non ha nulla a che vedere con gli standard previsti per una scuola media statale, sia quanto meno compicato. Se da una parte le pareti delle aule scrostate, crepe agli affreschi del soffitto, porte che non si possono aprire verso l'esterno perché andrebbero a ostruire lo stretto corridoio, bagni (non tutti, per fortuna: alcuni sono nuovi) in situazione pietosa, dall'altra alcune stanze, modificate che offrono le parvenze di aule. E via dicendo. Non sono un tecnico e non posso avventurarmi in calcoli o affermazioni che con mi competono, ma da insegnante penso che se si vuole salvaguardare la Scuola Petrarca, i suoi alunni e i suoi insegnanti, qualcosa bisogna modificare, anzi, radicalmente modificare. A parer mio, qualsiasi intervento tampone sarebbe nient'altro che un'esile sutura su una lacerazione complicata. Giusto per continuare a dare la classica ed ulteriore "mano di bianco" senza arrivare mai al dunque. Non si possono costruire scale di sicurezza, i laboratori (?) non sono accessibili ai disabili e potrei continuare. Ma pensiamo davvero che salvaguardare i muri sia salvaguardare la scuola? Forse qualche volta è necessario interrogarsi, vedere e approfondire. Apririsi al dialogo è importante e lo scontro per lo scontro non può che non dare frutto. Ora aspetteremo il monitoraggio complessivo dei tecnici del comune, dei vigili del fuoco per la stabilità e la sicurezza e, infine, della soprintendenza. Ci vorrà ancora del tempo e si valuteranno le proposte. Si faranno certamente altri lavori per ulteriori miglioramenti, ma rimane ancora un lavoro che, se si vuole salvare a questo punto l'edificio dal degrado e salvaguardare gli alunni nel loro diritto a frequentare la scuola in ambienti decorosi, ci sarà da fare molto, moltissimo altro. A questo punto la decisione non dovrà essere di comodo o di facciata, perché si tratta di importanti impegni per l'amministrazione e per la scuola. Ma ribadisco, quella non è una scuola con i criteri stabiliti per una scuola. Vogliamo mantenerla ancora come scuola? Perché ci sono degli affetti storici? Discutiamone! Per quanto mi riguarda, seppur gradatamente, vista la situazione e le condizioni, a meno di un intervento radicale, non dovrà più esserci una scuola perché non è più possibile esercitare il diritto/dovere all'istruzione. Ma, dopo i pareri dei tecnici, ci si metta al tavolo evitando scontri ideologici e poco "scolastici"sapendo che le risorse a disposizione dovranno sempre tener conto anche delle altre numerose scuole che gravitano sull'amministrazione comunale.
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