lunedì 17 maggio 2010

Le indifferenti contraddizioni e il Partito Democratico

di Nereo Tiso
Sabato scorso mi trovavo a Sotto il Monte per un convegno, città alle porte di Bergamo, famosa perché ha visto nascere papa Giovanni XXIII. Come sappiamo a Bergamo c'era il raduno nazionale degli alpini che, in 400.000, avevano coperto i 90.000 abitanti di Bergamo. Ma ciò che stupiva, arrivando a Bergamo, era la cornice di tricolori appesi ad ogni casa, ad ogni angolo di strada e anche ai muri di molte fabbriche. Fin qua niente di strano. Dobbiamo dire, però, moltissimi comuni del bergamasco sono della Lega, molti altri da Liste civiche di centro destra. Anche la città ha un sindaco di centro destra. Quindi, con estrema serenità e indifferenza, oggi espongono il tricolore che evoca valori di solidarietà, di unità dell'Italia, di giustizia, di pluralità religiosa, di accoglienza, di integrazione, della Patria, e domani, ritirano la bandiera tricolore e, con assoluta non curanza, espongono un'altra bandiera che evoca altri valori, opposti a quelli evocati il giorno precedente: padroni a casa nostra, le tasse a casa nostra e gli altri si arrangino, i clandestini non li vogliamo, siamo cristiani e i musulmani a casa loro e via dicendo.
Il sistema ha costruito una coscienza "aperta" nella quale affermare una cosa e in contrario della stessa non crea nessun problema, anzi. Decidere che quel che conta è prima di tutto essere garantiti e sentire contemporaneamente la solidarietà come un valore è, diciamo, normale. Poi, se andiamo ad approfondire ancora, notiamo che la stessa persona può essere iscritta alla FIOM, andare a messa alla domenica e votare Lega con assoluta tranquillità.
E il Partito Democratico? Ha bisogno di sgrezzare il suo intelletualismo. Non può dire solo che è in grado di dare risposte ma, soprattutto che inizia ad ascoltare la gente, anche quella che non capisce niente di politica, quella che non è andata a votare, quella che non lo vuole vedere o sentire, quella che non riconosce la sua bandiera, quella che di fronte ai problemi che la affliggono, necessita di interlocutori credibili dando delle rispote "brevi" e "a breve". Il proliferare di riunioni, talvolta desolatamente vuote, deve spingerci a cambiare modo di avvicinare le persone che poi, alla fine, sono quelle che hanno le maggiori necessità e poi...votano. Dobbiamo incontrarle dove sono non dove vorremmo che fossero; i nostri circoli, mandamenti, devono prendere coscienza che il PD è in difficoltà perché, anche gli stessi iscritti, simpatizzanti o appartenenti ai circoli, cominciano a non crederci più e ad essere delusi. Forse non riusciremo a ridurre le contraddizioni, ma dobbiamo cambiare rotta. Ora siamo una forza di minoranza ma non di minorati: dobbiamo informare, formare, rianimare, rivitalizzare e, perché no, entusiasmare. Lo so, anche in noi ci sono delle contraddizioni, ma nella nostra intelligenza deve valere l'umiltà di non essere degli "imparati" perchè provenienti da altre esperienze politiche, ma avere sempre da imparare perché la politica cambia, il sistema sociale è cambiato, la gente cambia modo di pensare. Solo noi siamo cronicamente in una macchina che non parte? Credo di no. Avviciniamo la nostra gente, riconosciamo che i problemi del nostro territorio non sono quelli di altri territori e che la nostra presenza non è mai banale. Informiamo, manteniamo i contatti, incontriamo, mappiamo il territorio, facciamo proposte condivise; insomma facciamo politica. Poi penseremo alle alleanze.

1 commento:

riccardo ha detto...

Da comune cittadino vorrei proporre cosa potrebbe pensare della attuale politica un buon padre di famiglia che ha sempre lavorato pagando regolarmente le tasse, convinto che fossero amministrate per il benessere di tutta la comunità e per un futuro un pò migliore per i suoi ed altrui figli, giusto per aver cercato di meritarsi l'aggettivo di buono.
Ho provato fare un pò di conti, come mi è usuale quando vado fare la spesa con mia moglie.Raccogliendo un pò di dati di facile consultazione del consuntivo del 2008 ho fatto la somma: 180.96 miliardi di tasse evase dalle attività criminali,+ 144 miliardi da comuni cittadini (su dati divulgati dalle Polizie tributarie degli Stati europei ) +129 mld dei 300 mld nei paradisi fiscali,+60 mld che lo Stato deve ai suoi fornitori,+costo delle auto blu con autista circa 27.311 (altri stimano 39 )miliardi+circa 78 miliardi di interessi del debito pubblico, +1000 miliardi di beni immobiliari delle mafie,si arriva a 1556.27 miliardi.
Poi leggo e sento che con questa ultima finanziaria:i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri ed i giovani allo sbando e senza futuro.
Ed un signore Premier molto ricco che ha fatto molte promesse a tutti con "il ghe pensi mi".
Mi risulta,però, che abbia continuato a pensare solo a se stesso diventando sempre più ricco. Inoltre, poichè sembra abbia qualche guaio con la giustizia , per non farsi giudicare,a differenza di tutti gli altri cittadini, ha cambiato le leggi. E, non basta,ora per non farsi pizzicare da intercettazioni telefoniche, per le quali ha già avuto qualche fastidio, ha approvato una legge affinchè nessuno più debba osare a tanto.
Se questo è il bilacio della politica che sembra un bilancio di una organizzazione criminale-mafiosa, capisco Ernesto Galli della Loggia che sul Corriere della sera del 15/05/2010 si domandava: ma che razza di società è la società italiana

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran