venerdì 21 novembre 2008

Tremonti papista per convenienza parla di economia ed ...etica

Università cattolica di Milano, 19 novembre. Il ministro dell'economia tiene una sua rilfessione sulla situazione economica attuale e coglie l'occasione per citare la persona adatta, nel momento e nel luogo adatto, di fronte ad una platea, diciamo, sensibile. Il papa, dice Tremonti, predisse la catastrofe economica già nel 1985, giusto il periodo dove i rampanti yuppies iniziavano le loro scalate finanziarie e ,con la loro avida allegria, certamente non immaginando un possibile? Probabile? futuro come quello che stiamo vivendo ora. Ma dove sta il problema? Il nostro ministro che viene considerato un maestro di finanza creativa, dopo essersi convertito ad un sistema poco liberista e attento alle fasce più deboli, ha un'altra illuminazione e si posa sulle profezie dell'allora card. Ratzinger che parlava di una possibile implosione del mercato. Mi spiace per l'astuto ministro ma, forse, sarebbe opportuno dare maggiormente un'occhiata, prima di crogiuolarsi dietro alle citazioni dell'attuale papa, alla dottrina sociale della Chiesa e ai suoi documenti riguardanti la riflessione sull'economia, sul bene comune, sulla solidarietà. Per non andare troppo lontani sarebbe opportuno leggere il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. E poi, a dir la verità, i liberisti o neoliberisti puri (o quasi) che bisogno hanno di recuperare insegnamenti fuori dal mercato'? Forse si sono accorti che c'è qualcosa che non funziona e cominciano a stendere qualche velo pietoso sulle scelte di un sistema che mostra tutti i suoi limiti di fronte ai quali bisogna correre ai ripari? Cito solo una piccola parte del n. 564 del Compendio: "Le legittime esigenze dell'efficienza economica dovranno essere meglio armonizzate con quelle della partecipazione politica e della giustizia sociale. In concreto, ciò significa intessere di solidarietà le reti delle interdipendenze economiche, politiche e sociali, che i processi di globalizzazione in atto tendono ad accrescere". Penso che questo potrebbe essere un discorso da economisti, da politici di lungocorso che guardano al futuro facendo memoria di scelte spericolate e poco chiare. Forse, ministro, bisognerebbe dire pane al pane e vino al vino cercando di fare scelte importanti per chi, in questo momento, vede veramente buio davanti a sé, altro che le forbici!

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Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran