martedì 4 marzo 2008

Cattolici nel Partito Democratico

Nereo Tiso

“Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica, e riconosce pari dignità a tutte le condizioni personali, quali il genere, l’età, le convinzioni religiose, le disabilità, l’orientamento sessuale, l’origine etnica”. (dallo Statuto)

“Le energie morali che scaturiscono dalle esperienze culturali, spirituali e religiose, quando riconoscono il valore del pluralismo e del dialogo, rappresentano un elemento vitale della democrazia”; “riconoscimento della rilevanza, nella sfera pubblica e non solo privata, delle religioni..” ( dal Manifesto dei Valori)

E’ a questi articoli dello statuto che si può far riferimento perché anche i cattolici si sentano a pieno titolo all’interno di un Partito capace di mettere assieme provenienze diverse, storie diverse e diverse convinzioni contribuendo così alla costruzione di percorsi virtuosi attraverso il dialogo e il confronto. I cattolici possono sentirsi, al pari degli altri, come coloro che aggiungono valore al partito, portando con sé i propri valori e le proprie convinzioni mettendole al servizio di un modo finalmente nuovo di fare politica senza pregiudizio alcuno.
La scelta che i cattolici hanno fatto di entrare nel Partito Democratico è stata una scelta di prospettiva per il cambiamento del paese con una visione di società che si differenzia sostanzialmente da chi sta dall’altra parte dello schieramento. Una società costruita dal basso, in grado di offrire giustizia, solidarietà, opportunità e dignità a tutti coloro che sono a rischio di emarginazione. In sostanza, attivarsi per partecipare responsabilmente alla realizzazione del bene comune con un’attenzione particolare ai più svantaggiati. Questo, senza pensare di detenere la priorità nelle proposte, ma sempre disponibili al confronto nel ricercare gli strumenti migliori per la realizzazione dell’interesse principale di tutti e non di una parte. Dobbiamo mettere in azione le nostre capacità, le nostre sensibilità senza timore nei confronti di alcuno, sapendo di essere ascoltati e non emarginati anche di fronte a temi molti sensibili che ci toccano da vicino e che, talvolta, stridono con i valori di cui siamo portatori; e non sono solo i temi “eticamente sensibili”.
I cattolici del Partito Democratico, non hanno interesse per chi ha bisogno di presentare proprie liste costituite da “candidi” e non candidati, con la pretesa di essere gli unici ad essere latori e difensori dei valori e dei principi inscritti nella Dottrina Sociale della Chiesa. E’ una presunzione che non appartiene ai cattolici del PD. Essi si riconoscono nella Costituzione Italiana quale “vangelo laico” di riferimento nella loro attività politica, e nel Vangelo hanno il riferimento personale dal quale trarre beneficio per costruire percorsi di confronto dialettico e non di scontro. In politica dobbiamo “operare da cristiani” come diceva Maritain, autonomamente, impegnando solo se stessi con la propria responsabilità. Nulla è facile e nulla è scontato nella ricerca e nella realizzazione del bene comune. Bisogna lavorare contro i falsi moralismi e le strumentalizzazioni insensate di chi vuole a tutti i costi metterci contro qualcuno; è necessario avere uno sguardo aperto e allontanarsi dalle demagogiche prese di posizione di chi, ancora una volta, vorrebbe essere il solo rappresentante dei cattolici e difensore dei principi a cui essi fanno riferimento. L’ipocrisia si fa vanto di chi si veste con abiti che non gli appartengono e che gli stanno un po’ stretti.
Certo è che, comunque, la scelta di far entrare nel Partito Democratico il Partito Radicale, può aprire una nuova fase con nuove difficoltà, che vengono vendute come insanabili. Su alcuni argomenti è evidente, e non si può negarlo, i radicali e i cattolici si guardano da molto lontano, ma tutto deve passare attraverso quei tre documenti che sabato 16 febbraio abbiamo votato a Roma: lo statuto, la carta dei valori e il codice etico, oltre all’accettazione del programma del Partito Democratico. Sarà importante rimanere vigili, prestare attenzione ai protagonismi e ai sensazionalisti che hanno distinto i radicali (e non solo) in questi anni, curandosi di ristabilire gli equilibri che finora si sono raggiunti nel rapporto corretto e costruttivo tra laici e cattolici.
Nessuno dovrà creare un circolo chiuso e correntizio, rimanendo fermo alla fine dell’800, alzando palizzate senza senso; nessuno dovrà demonizzare l’altro, portatore non di propri interessi, ma di opinioni, idee e valori. Lo scontro, come cattolici, non ci appartiene (lasciamolo agli altri); cercheremo con forza il dialogo anche di fronte ad estremizzazioni, fondamentalismi e particolarismi che non rasserenano e ci fanno arretrare. Di che bisogna temere? Nessuno potrà imbrigliare coscienza e cervello.

Nereo Tiso
Costituente nazionale Partito Democratico
Componente il Coordinamento Provinciale e Cittadino

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Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran