giovedì 22 novembre 2007

Bologna 3 novembre Assemblea eletti lista Bindi Nord Italia

Ad una settimana dall’assemblea costituente e dai rapidi passi che il Partito Democratico sta facendo per la sua costituzione, ci siamo trovati a Bologna per una riflessione sull’importante momento del 27 e cercare di trovare delle linee guida da presentare alle assemblee regionali che verranno convocate il 24 novembre e nelle quali sarà eletto il segretario regionale, tra l’altro già indicato in ogni regione dal voto alle primarie del 14 ottobre.
Erano convocati i coordinamenti regionali e nazionali del Nord Italia della lista a sostegno di Rosy Bindi, che hanno presentato le riflessioni fatte all’interno dei diversi gruppi e le proposte sulla costruzione del PD. Non sono mancate le polemiche sulla seconda parte dell’intervento di Veltroni per la sua rapida lettura del regolamento del partito senza averlo prima consegnato per la lettura ai costituenti nazionali. Si sa, tra l’altro, che il sistema adottato per consegnare all’assemblea il decalogo del partito e la sua messa ai voti non sia piaciuto anche ai rappresentanti di alcune liste che sostenevano Veltroni, evidentemente non precedentemente informate.
Comunque, come dicevo nella precedente lettera, questo non significa fermarsi, ma lavorare perché il PD sia pluralista, e sappia ascoltare opinioni diverse e si possa sviluppare, a supporto, una realtà di cittadinanza attiva, come “soggetto politico operante”. Spero di essere realista.
Si è sostenuto di coinvolgere maggiormente i costituenti sia nazionali che regionali per evitare una stagnazione del pensiero senza così mettere a disposizione del partito le ricchezze di idee che questi possono portare. Si è parlato anche di mettere in campo iniziative degli eletti nella lista Bindi a supporto del PD anche all’interno della riflessione che si sta facendo nelle commissioni (Statuto, carta dei valori, codice etico)
Il maggior numero di interventi (a parte i soliti che godono nell’ascoltarsi, rubare tempo agli altri e strappare il classico applauso) hanno riguardato l’utilizzo delle primarie per il futuro, punto dolente del decalogo di sabato 27, ma anche della forma di adesione al partito. Qualcuno parlava di primarie per tutto: dall’elezione degli organi di partito alla scelta dei candidati nelle amministrative. Altri temevano che continuasse la solita cooptazione da parte dei vertici; altri ancora, che si perseverasse nei giochi delle maggioranze e delle minoranze uscite dal voto del 14 ottobre; qualcun altro che all’interno del PD sorgessero delle correnti minoritarie espressione della rappresentatività delle liste. Come si può notare, almeno su questo punto, le difficoltà di fare sintesi, mi sembrano evidenti. Ma la sensazione è che coloro che erano presenti, non solo avevano voglia di partecipare, ma anche di rendersi attivi perché, comunque, ritengono che la fase costituente sia uno dei momenti fondamentali per la nascita del partito.
A questo punto mi sono permesso di fare un intervento, ovviamente da non politico di professione o di semi-professione (come sappiamo, moltissimi dei candidati di tutte le liste erano politici a tutti i livelli o avevano fatto politica). Ho ritenuto opportuno dire che, rivolgersi troppo spesso alle primarie nel tentativo di coinvolgere maggiormente gli elettori del PD, potrebbe essere controproducente nel senso che si ridurrebbe il vero valore delle primarie stesse. Il rischio è che le persone si sentano coinvolte in tono minore a votare i segretari di partito provinciali, regionali, comunali, disertando le urne. Quindi, per me, primarie solo per la scelta dei candidati sindaco, presidente della Provincia o della Regione. Penso che solo così le primarie avrebbero un alto valore dato che i cittadini sceglierebbero chi li governa. Ho aggiunto poi, che oltre a pensare alla struttura di partito bisognerebbe pensare anche a coloro che hanno reso possibile tutto ciò: gli elettori, cioè ai tre milioni e mezzo di persone che il 14 hanno scelto il segretario nazionale e quello regionale. Sono tutte persone che hanno l’esigenza di conoscere, non solo la fasi di costruzione del PD, ma anche la politica del PD. Ogni eletto dovrebbe occuparsene. In sostanza sarebbe necessario iniziare a fare politica, costruire idee per un partito nuovo.
La questione dell’adesione al partito è ancora in discussione: tesseramento o adesione. Qualcuno diceva che le tessere sono un sistema vecchio; altri che le tessere danno il senso dell’appartenenza ricordando il vecchio militante. Alcuni hanno parlato di “adesione” (non molti a dir la verità), pur partecipata, anche con sostegno economico al partito senza l’obbligo della tessera.
Io penso che ci potrà essere un adesione sostanziale oltre che formale anche al di là delle tessere, utilizzando sistemi come quelli elettronici, che possono far aderire, partecipare, esprimere idee, opinioni, critiche senza a tutti i costi avere la tessera.
Con il suo intervento conclusivo, Rosy Bindi ha ribadito la necessità che il PD sia sostegno forte al Governo poiché questo possa governare un po’ meno a vista. E’ necessario continuare il dibattito politico in un continuo confronto con le altre liste soprattutto a livello locale. E poi ritiene che serva un congresso (si ventilava a ottobre 2008!!!) per eleggere gli organi di partito perché tutti i costituenti dovrebbero essere considerati sullo stesso piano.
Infine le 36 persone della lista Bindi che stanno lavorando nelle tre commissioni si adopereranno perché ogni costituente possa collaborare, in base alle proprie competenze e sensibilità, alla costruzione del testo che verrà approvato entro gennaio 2008 in un altro momento assembleare, ultimo atto formale dei costituenti. Questo mi è parso molto interessante: poter partecipare anche se indirettamente.
Mi sembra di aver comunicato quanto emerso nell’incontro di sabato scorso. Mi rendo conto che la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa anche se, dai media, dopo il 14 ottobre, sembrerebbe tutta in discesa. Comunque discutere è sempre positivo.
Chiaramente aspetto anche vostri commenti.

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran