venerdì 24 dicembre 2010

Alle Cucine Popolari: un’umanità senza…


Ieri mattina ho fatto visita alle cucine popolari. Per entrare, mi faccio largo tra chi aspetta il pranzo di mezzogiorno ma anche il proprio turno per la doccia, o la visita del medico volontario, o un vestito meno indecente del suo ormai fradicio dopo che ha sopportato giorni di pioggia. Faccio qualche passo e mi si aprono davanti alcune stanze dove un’umanità silenziosa attende. C’è chi è sdraiato su tre o quattro sedie per smaltire una notte fredda o forse una sbornia; chi è seduto col capo chino in un sonno rumoroso chi, invece, attorno ad un tavolo e senza strepito, gioca a carte anch’egli aspettando. Sì, aspettando. Sembra proprio che chi frequenta questo luogo, come altri della città che in queste giornate fredde ospitano e magari rifocillano i poveri, abbia alcuni obiettivi nella giornata; pochi, Uno, appunto, è l’appuntamento con i luoghi dove può trovare, oltre al ristoro, forse anche una parola diversa, uno sguardo meno indifferente o diffidente. Suor Lia, donna forte e misurata, mi apre la porta e mi fa entrare, naturalmente, in cucina. Tutti sono indaffarati per preparare il pranzo: a mezzogiorno sono previste circa 350 persone; alla sera, 120. Un numero enorme, se ci pensiamo. Oggi è anche giorno di mercato: casse di verdura da pulire, di frutta da controllare. Molto donato, dice suor Lia, ma anche comperato. E tra una parola alle consorelle, uno sguardo alle pentole, una risposta alle continue richieste che vengono dall’esterno, una indicazione data al volontario di turno e un controllo generale della situazione, mi riferisce di nuove emergenze, di gente comune, che talvolta si vergogna ma che è costretta a passare da quel luogo diventato ormai uno dei centri più importanti di risposta immediata a bisogni immediati, suor Lia mi parla delle difficoltà a sostenere tutto quel complesso mondo di risposte. Certo, la garanzia della Chiesa di Padova, il sostegno del Comune e tutto ciò che viene donato hanno il loro peso, ma la crisi economica che mette ai margini italiani, stranieri che temono di perdere il permesso di soggiorno, famiglie senza sostegno economico, fanno aumentare il numero di coloro che dipendono da questo luogo. Saluto e faccio gli auguri. Il giorno di Natale sarà un giorno di lavoro, come ogni altro perché i poveri, pur nella grande festa per i cristiani, non fanno festa. Uscendo, mi accorgo che il numero di chi aspetta è vertiginosamente aumentato: la signora dell’est, il signore distinto con il suo trolley, la famiglia cinese e molti altri. Oggi e domani troveranno risposte…ma il futuro? Incerto.
E la politica? Una sola risposta: fondo sociale -70%; fondo politiche familiari -100%; fondo per l’inclusione -100% e potremmo continuare. D’altronde, la spesa sociale è a fondo perduto e poi, chi li vede i poveri? Molti di loro nemmeno votano. Quindi il peso della loro assistenza, della loro vita, ricade sugli ultimi anelli che comunque devono inventarsi risposte sempre adeguate: il volontariato con i suoi mille rivoli e i comuni, come il nostro, che continua ad offrire opportunità e aiuti sapendo che comunque rimangono insufficienti.
Domani è Natale e molti si sono attivati per lenire, con una giornata diversa facendo festa insieme a pranzo, le sofferenze di molta gente: la Comunità di Sant’Egidio e molte parrocchie della nostra città. Rimane sempre un po’ di speranza.

giovedì 9 dicembre 2010

Parole chiare su piazza Rabin e Lega Ambiente


di Flavio Zanonato sindaco di Padova


Cari amici,

non potendo partecipare al vostro incontro, vi scrivo queste righe come contributo alla discussione.

La Storia

La realizzazione di un Park interrato in Piazza Rabin con il restauro della facciata dell’ex Foro Boario non è una decisione dell’attuale Amministrazione, ma una scelta che abbiamo ereditato dalla Giunta Destro. La "continuità" amministrativa obbliga, pena il pagamento dei danni, a rispettare le decisioni anche se prese da altri.

Anche se avessimo voluto non avremmo potuto interrompere una procedura già avviata e quindi abbiamo semplicemente lavorato per migliorare il progetto, inserendolo in uno studio complessivo di riqualificazione di quel settore del Prato della Valle - Ex foro Boario.

Il coinvolgimento dei privati nelle opere pubbliche e nel recupero del patrimonio monumentale è una necessità derivata dalla scarsità di risorse dei Comuni.

Purtroppo l’alternativa non è tra l’intervento pubblico e l’intervento privato, ma tra quest’ultimo e l’inevitabile degrado.

I privati intervengono con l’obbiettivo di un vantaggio economico, il Comune per salvaguardare un patrimonio storico che rischia di andare perduto.

La procedura, per stabilire un equilibrio tra i due interessi, prevede uno studio di congruità, fatto dai dirigenti comunali, tra quanto viene realizzato a vantaggio della proprietà pubblica (restauro dell’edificio, una nuova piazza, un silos da 600 posti) e il valore delle attività concesse al privato. Inoltre il progetto complessivo viene messo in gara allo scopo di verificare se altri operatori economici intendono fare offerte più vantaggiose per il Comune.

Anche nel nostro caso il progetto è stato posto in gara senza alcuna offerta migliorativa.

Tutte le decisioni che assumeremo rispetteranno rigorosamente le indicazioni della Sovrintendenza.

Sui parcheggi interrati

1. Tutte le città storiche hanno parcheggi interrati nel loro centro: le auto si possono parcheggiare sotto Piazza della Stazione a Firenze, a pochi metri da Santa Maria Novella; sotto Piazza San Carlo a Torino; alla Montagnola a Bologna; sotto Villa Borghese a Roma; in Piazza Matteotti a Perugia; in piazza Walther a Bolzano; per non parlare di Barcellona e delle città europee. Perché a Padova no?

2. Per affrontare il problema della sosta bisogna partire dai numeri. Nelle ore di punta (7-9) ogni giorno entrano, all’interno delle mura del ‘500 e nella zona centrale, alcune decine di migliaia di persone. 24.000 usano i mezzi pubblici urbani, 7.000 i mezzi pubblici extra urbani, 4.500 il treno, 4.000 usano il motociclo e 3.000 la bicicletta, infine entrano 10.500 automobili che corrispondono a 17.500 persone. I mezzi pubblici sono saturi. I parcheggi pubblici nella zona centrale della città sono circa 6.000.

E’ evidente che, ammesso che si possa decidere sui singoli comportamenti delle persone, non abbiamo mezzi pubblici sufficienti per trasportare tutti i cittadini che hanno l’esigenza di entrare in centro, che deve la sua vitalità alle tante e varie presenze produttive, commerciali, direzionali, di servizio, di studio, di ricerca, ecc.

La scelta è, allora, non tra i parcheggi interrati e l’assenza delle auto, ma tra parcheggi interrati (o in superficie) e la sosta selvaggia.

L’Amministrazione, tra le prime in Italia ad attuare una linea di tram con parcheggi di testata (oggi già saturi), ha ridotto significativamente, in questi anni, il numero delle auto che entrano in città, anche attraverso una rete di 145 km di piste ciclabili. Se
riusciremo a realizzare una seconda linea di tram, come è in programma, questo numero calerà ulteriormente. Oggi, quindi, dobbiamo risolvere i problemi concreti della mobilità, non enunciare principi senza incidere sulla situazione reale.

Concludendo

Questa Amministrazione ha sempre operato tenendo in grande considerazione il rispetto dell’ambiente e sono i fatti a dimostrarlo.

La logica con la quale ci muoviamo e continueremo a muoverci cerca di conciliare nel miglior modo possibile le diverse esigenze in campo, tenendo insieme sviluppo e tutela ambientale, affrontando i problemi nella loro complessità e senza ricorrere a ricette tanto semplicistiche quanto inefficaci.

martedì 7 dicembre 2010

Gustavo Zagrebelsky, Sulla lingua del tempo presente, ed. Einaudi.


di Nereo Tiso


Un librettino che ci mostra come lo stereotipo di un linguaggio diventato ossessivo nel tempo, costantemente ripetuto fino alla nausea ci abbia coinvolto. Linguaggio mutuato da fonti diverse ma che è stato abbondatemente utilizzato e sfruttato perché diventasse relazione spiccia, significato potente, trasmissione di messaggio forte. Il tutto all'interno del contenitore politico per una propaganda mediatica sempre più invadente e pervasiva. Tanto da essere utilizzato e posseduto come salvifico e benefico. E' la sua semplicità e la continua semplificazione che rende omogenee le coscienze le quali, nonostante tutto, cercano di elaborare altri linguaggi per scombattere una battaglia contro la mediocrità. Contratto, scendere in politica, doni, mantenuti prima Repubblica e via dicendo, in questi anni li abbiamo sentiti infinite volte e ci sono diventati familiari ma...spesso distanti da se stessi.

La povertà? Non è nell'agenda politica



di Nereo Tiso


Parlare di povertà, soprattutto quella invisibile, estrema, mette a disagio anche gli animi meno sensibili.Diciamo che molti di noi sorvolano sulla sua esistenza, ma soprattutto sull'esistenza di persone che stanno dietro ad ogni tatistica, ad ogni...povertà. Ma che la politica se ne dimentichi, questo è gravissimo, anzi che non se ne curi, dimostra come, purtroppo, le preoccupazioni verso l'emarginazione non occupi l'agenda politica come dovrebbe. Ieri sera in sala anziani abbiamo ascoltao una riflessione del prof. Gianpiero Dalla Zuanna, demografo dell'Univesrità di Padova; suor Lia, responsabile delle cucine popolari; Daniele Sandonà, responsabile dell'asilo Notturno della città e, infine, Barbara Maculan, presidente. associazione Mimosa che si occupa di prostitute. Non erano relatori, ma persone che raccontavano le loro esperienze ma che, soprattutto, raccontavano storie. Storie di vita drammaticamente vissuta, diciamo, piuttosto sopravvissuta.
Il percorso formativo dei intervenuti per portare la loro esperienza, è stato lungo e tortuoso, ha dato molte soddisazione, ma anche creato molta sofferenza. Famiglie povere o impoverite, anziani con redditi insufficienti, uomini separati che hanno perso casa e lavoro; donne che sono sulla strada controllate dal racket e donne che sono nelle case, stritolale dal racket perché pochi sanno dove "lavorano"
Se si parla di povertà se ne parla sempre in modo negativo o di compatimento; si vedono i poveri come un peso da portare, come un costo per chi produce; un percolo per chi vive in certe zone della nostra come di moltre altre città.
Se la nostra città è in prima fila per i serivzi alla piccola e grande emarginazione, il cammino che sta davanti sarà sempre più impervio e irto di ostacoli visti i tagli dei trasferimenti statali e, conseguentemente, della regione Se da una parte il lavoro del privato sociale è encomiabile, dall'altra lo Stato scaraventa il povero a terra, sottraendogli anche il minimo vitale tagliandi risorse fino ad arrivare, in alcuni capitoli, ad azzerarli.
Che fare? Innzanzitutto ringraziare chi si dedica con grande sentimento umanitario ma anche con la necessaria professionalità, in una sussidiarietà verticale della quale non possiamo che affermare della sua necessità. Poi pre-occuparci di povertà, non solo occuparci per non occuparci di riparare falle più che di prevenire i disastri.
Apriamo gli occhi per non cadere nella miseria della cieca indifferenza.

Pena per gli untori tristezza per chi li ha votati

Mi rendo conto che in due gg abbiamo scaricato su fb, sui giornali, sui tg ogni cosa contro gli imbecilli di casa nostra: benissimo, ci mancherebbe. I personaggi bisogna smascherarli e chiamarli con il loro nome. Ma ciò che mi rattrista molto di più è che sono stati eletti dalla gente comune, cioè da quelli che pensano che i negri debbano stare a casa loro, che i rom bisogna eliminarli (sgomberarli!!!); da quelli che pensano che i veneti sono forti e non capiscono perché non c'è una corsa ad aiutarli quando ne hanno bisogno; quelli che pensano che la Padania dovrà un giorno essere libera; quelli che pensano che bisogna ancora fidarsi di Silvio; quelli che pensano che bisogna votare Lega perché risolvi i nostri problem; quelli che pensano che fa tutto schifo; quelli che pensano che i politici sono tutti uguali e poi votano Lega; quelli che pensano che è meglio urlare oggi anche se nulla si risolverà domani; quelli che pensano che Aliprandi e Giannone sono eroi perché dicono quello che pensano; quelli che pensano: via gli stranieri, ma non capiscono dove possono essere mandati perché non sono delinquenti; quelli che pensavano che l'Etna e il Vesuvio potrebbero fare finalmente piazza pulita dei "terroni" e si indignano quando gli altri gridano "forza Bacchiglione"; quelli che dicono "paroni a casa nostra" e non capiscono di cosa possano diventare "paroni"; quelli che guardano le TV e, finalmente, hanno imparato il senso della politica; quelli che gridano "Roma ladrona" ma poi vanno col cappello a chiedere l'elemosina; quelli che Se Aliprandi e Giannone mi fanno pena, tutti gli altri mi rattristano perché si è costruito un divorzio tra l'uomo e l'intelligenza, tra l'uomo e la coscienza. Altro che politica per il bene comune. Sigh!!!

venerdì 3 dicembre 2010

Lega violenta e razzista! Dimettetevi dalla politica



di Nereo Tiso


Non se ne può proprio più! I quotidiani locali, nazionali, le TV nazionali e locali negli utlimi due giorni si occupano della nostra città solo per merito di personaggi che ormai non hanno più niente da dire. Aprono bocca e sputano miseria, odio, violenza, razzismo, infamia contro il diverso, il nero, il rom, il non italiano e chi più ne ha più ne metta. Ora negano anche la possibilità che "extra comunitari in mutande" in particolare i neri africani, possano partecipare alla maratona. Forse sono troppo bravi? Ma questi sono i nostri governanti? Non se ne può più! Altro che difesa della Costituzione, dei Diritti dell'uomo; questa è offesa alla Costituzione, ai Diritti dell'uomo e direi, anche all'intelligenza. Negare i contributi per la maratona della nostra città di Padova intitolata al santo come la maratona stessa, vuol dire offendere i suoi cittadini, le sue istituzioni, il sua encomiabile e costante senso della solidarietà, accoglienza, apertura. Cosa dobbiamo aspettarci ancora da sti personaggi da strapazzo? Se ieri abbiamo chiesto le dimissioni da consigliere comunale ad Aliprandi, ora bisogna riunire le forze che godono dell'intelligenza, e sono molte di più degli imbecilli, che sanno capire il senso della solidarietà e della giustizia e gridare: DIMETETIVI DALLA POLITICA!!!!! Così almeno non sentiremo più ste becere e propagandistiche affermazioni di basso profilo e di nessun senso. Alla nostra maratona parteciperanno tutti con o senza i contributi.

giovedì 2 dicembre 2010

Interventi su Nomadi di Via Bassette


di Nereo Tiso


Intervento 29/11/2010 presentazione mozione:


Aliprandi in delirio: ha passato ,il segno. Deve dimettersi


Comunicato stampa di Nereo Tiso e Gianni Berno


La lettura dei giornali di oggi ci ha messo molto a disagio. Le affermazioni del Consigliere Aliprandi della Civica per Marin (centro dx), sono indegne, volgari oltre ad aizzare all’odio culturale nei confronti dei rom. Naturalmente il riferimento è alla mozione presentata Nereo Tiso all’ultimo consiglio Comunale (Aliprandi assente…) nella quale si parla di dignità della persona, integrazione, scolarizzazione e sicurezza e si vuole mettere in evidenza come la nostra amministrazione abbia sempre operato e continui a operare per le etnie considerate “nomadi” e per tutti coloro che, a dir di Aliprandi, sono “degli esseri che fanno vomitare” e che “rubano i bambini”. Parole pesanti in bocca a chi è nelle istituzioni per rappresentare i cittadini e la città di Padova. La nostra città nulla ha a che fare con le aberrazioni e i deliri di Aliprandi che ritiene di interpretare il pensiero comune utilizzando un linguaggio che non può essere degno di civiltà. Ripreso poi, nel suo profilo facebook, da alcuni altri personaggi che usano le sue affermazione per, qualora ce ne fosse stato bisogno, appesantirne il significato (“bruciamoli tutti”). La violenza delle parole di Aliprandi, non solo ci fanno dire che quello che stiamo facendo nella città di Padova, che ha nella sua tradizione la solidarietà, l’integrazione e il doveroso rispetto delle regole per tutti, è la strada giusta, ma che è necessario percorrerla con maggiore impegno e determinazione. La “goliardata”, come la definisce Aliprandi cercando di difendersi in maniera un po’ goffa , ha superato ogni limite della decenza e del diritto. Il rispetto dei Diritti dell’uomo e della Costituzione per chi è nelle istituzioni devono essere le vie maestre per assolvere al mandato ricevuto dai cittadini. E questo mandato non può che avere come premessa e conclusione la tutela e il rispetto della dignità di ogni persona. Noi rifiutiamo tutto ciò che istighi all’odio e alla violenza. La nostra città e le istituzioni si meritano altro e pertanto, Aliprandi dovrà trarre le dovute conseguenze alle sue parole e scrivere immediatamente la lettera di dimissioni da consigliere comunale.

NOMADI DI VIA BASSETTE:SICUREZZA, INTEGRAZIONE, SCOLARIZZAZIONE


presentata da Nereo Tiso (hanno sottoscritto: Gianni Berno, Barzon AnnAggiungi immaginea, Cesaro Paolo e altri...)


Votata al Consiglio del 29 novenbre 2010


Il Consiglio Comunale:

Premesso che:

- la politica dell’amministrazione per immigrati e popolazioni nomadi della nostra città si è sempre basata sui principi della legalità e dell’integrazione;
- la normativa europea ha sempre rivolto la sua attenzione all’integrazione di minoranze etniche, tra cui quelle Rom e Sinti che, per loro cultura e storia e per pregiudizi mai sopiti , sono state marginalizzate e, purtroppo com’è noto, perseguitate dal nazismo;
- la maggioranza delle popolazioni Rom e Sinti presenti su tutto il territorio italiano e su quello della nostra città, è di nazionalità italiana e quindi si tratta di cittadini italiani a tutti gli effetti;


Rilevato che:

- il gruppo nomadi di via Bassette, così come tutti i gruppi nomadi presenti sul territorio della nostra città, sono continuamente monitorati dalla Polizia Municipale e dalle Forze dell’ordine, che ne controllano gli eventuali spostamenti oltre alle diverse situazioni che possono recare disagio ai cittadini residenti;
- il lavoro svolto congiuntamente dagli assessorati ai servizi scolastici e ai servizi sociali, dai gruppi e dalle ONLUS che si occupano dei nomadi, ha seguito sempre con particolare sensibilità le problematiche del campo di Via Bassette, ed è sempre stato di proficua collaborazione e sostegno;
- in applicazione del dl 112/98 quale attuazione della L. 59/97, la collaborazione dell’assessorato ai Servizi Scolastici con gli Istituti Comprensivi dei diversi territori e soprattutto con quello afferente a Via Bassette ha portato, seppur con difficoltà, ad avere un gruppo di giovani nomadi scolarizzati, sia per quanto riguarda la scuola primaria che secondaria di primo grado;
- mai si è messo in dubbio il doveroso rispetto della legalità anche per la popolazione nomade, come per tutti i cittadini;

Considerato che:

- l’insediamento di Via Bassette è stato oggetto di ridimensionamento da parte dell’amministrazione come scelta importante per evitare l’accumularsi di carovane che avrebbero creato ulteriore disagio tra i residenti;
- si è costituito un gruppo di lavoro che si sta occupando delle problematiche relative ai nomadi in città, ma soprattutto del campo di Via Bassette in ogni suo aspetto: sicurezza, legalità, scolarizzazione, integrazione;
- il compito principale che questa amministrazione si è data a riguardo la popolazione dei campi nomadi è stato sempre di affrontare e risolvere gli eventuali problemi;
- qualora ci fosse lo sgombero del campo, si creerebbe un’ulteriore situazione di disagio in altro luogo e pertanto un nuovo problema da risolvere;
- l’integrazione dei bambini e dei ragazzi nomadi anche per Via Bassette, sulla quale molto si è già fatto, risulta fondamentale per favorire una nuova sensibilità nei cittadini e nuove generazioni di Rom e Sinti;
- tutti i cittadini vanno tutelati anche attraverso la repressione di fenomeni criminosi e/o atti vandalici o simili da qualsiasi parte provengano;



Chiede e impegna l’amministrazione comunale

- a continuare e sostenere con determinazione, in ottemperanza alla vigente normativa, l’azione di scolarizzazione dei bambini e dei ragazzi, in particolare per i residenti nell’area di Via Bassette visto il consistente numero di minori;
- a migliorare il sistema di tutela igienico-sanitaria nel campo di Via Bassette perché possano tutti, soprattutto i bambini, rafforzare il loro rapporto con i cittadini e con i coetanei nelle diverse scuole;
- a perseverare e rafforzare, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine, il sistema di monitoraggio e controllo del campo di Via Bassette come di ogni altro campo, per evitare che si aggiungano persone indesiderate e vi si possano svolgere attività illecite;
- di concerto con le altre istituzioni, a puntare ad una progressiva riduzione dell'area qualora riscontri la possibilità di trasferire uno o più nuclei familiari in ambienti diversi, più idonei in particolare sotto il profilo igienico-sanitario e più rispettosi delle persone presenti nel sito, in special modo dei bambini.

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran