sabato 20 febbraio 2010

I pellegrini in cammino


di Nereo Tiso


Assistere, non senza commozione, alla quantità di persone accorse per rendere omaggio alle spoglie del Santo di Padova, fa riflettere. Il mondo del pellegrino che cammina verso i luoghi dove qualcosa di sacro, di separato c'è da "vedere" e da "toccare" e su cui meditare, ha una sua particolarità che si scontra col tempo della fretta. Nel pellegrinaggio non è la meta che conta, ma il senso di apparteneza alla meta che dà più valore alla meta stessa e ai sacrifici che si fanno per raggiungerla; è il valore che nel cammino si dà alla propria riflessione interiore, alla trasformazione della propria vita in vita nuova, fortiificata dalla fatica dei passi e edificata dalle preghiere recitate nell'attesa dell'incontro con la meta tanto attesa. Il pellegrino si rallegra dopo la meta perché se ne torna indietro gratificato dal momento passato vicino al tanteo Desiderato. Il pellegrino è il peregrinus, lo straniero che si muove da ogni dove verso la meta e che si mette in relazione con il suo Dio. Lo straniero ma non l'estraneo che con indifferenza passa davanti all'evento senza degnarlo nemmeno di un'o sguardo furtivo. Il pellegrino, da secoli, si muove per le vie del mondo segnate dai passi di coloro che l'hanno preceduto, illuminato dalla fede, dalla speranza di cambiamento di sé e del mondo con l'aiuto del suo santo. Coglie ad ogni passo l'avvicinarsi alla meta che tanto attende e che lo aiuta nella fatica. Allo stesso tempo il pellegrino vive la pace interiore e spera nella pace degli uomini. E' il suo Santo che tanto attende, il luogo nel quale è arrivato dopo un lungo camminare che lo rendono nuovo pronto ad immergersi nuovamente nel quotidiano, in altre fatiche ma che hanno un peso diverso dopo il lungo cammino. La nostra città ha vissuto questo evento: migliaia di donne e uomini da ogni parte del mondo sono passati per qualche secondo a fianco del corpo del loro santo: non un morto ma un vivente, un testimone prezioso che, in questi giorni, ha fatto riassaporare qualche momento di silenzio e di riflessione e ha riempito il vuoto del pellegrinaggio ai nuovi "non luoghi sacri" dove la parola sfugge, il senso cade nell'oblio, e le persone sono costrette a correre per timore di fermarsi. Noi ci siamo fermati...

martedì 9 febbraio 2010

Mazzetto: Petrarca, insulti e volgarità

di Nereo Tiso
Siccome si doveva parlare di scuola, la consigliera della Lega, ex insegnante, ha pensato bene di dimostrare tutta la sua abilità didattica attraverso insulti e volgarità. Grande esempio per la città e per chi vuole difendere (?), cioè genitori con i loro figli e insegnanti della scuola media Petrarca ormai diventata solo battaglia politica. Comunque, siccome sono stato tirato in ballo assieme al collega Berno come "comunista (o prete) di m..., vorrei solo dire che non ho nessuna remora né sul comunista, perché non lo sono mai stato né lo sono, né sul prete perché non lo sono, per l'altro e ultimo sostantivo uscito dalle fauci della nostra consigliera lo rimando al mittente. Peccato che si debba arrivare all'insulto e peccato che ci sia chi, in nome della scuola, si faccia sostenere nella causa da cotanta volgarità. Se è questo il viatico per un rinnovamento della scuola, per l'educazione e la formazione, abbiamo sbagliato strada. Certo, si può discutere, riflettere sul futuro della scuola, anche della Petrarca che non è solo l'edificio ma è tutto ciò che viene offerto ai nostri alunni che siano essi della città che della periferia. Ma certe scene e certe offese non possono essere accettate nè dagli insegnanti della scuola Petrarca né da chi vuole educare i ragazzi ad un futuro non infarcito di miserevoli e volgari aggressioni. Se non si capisce ciò, si avrà un'idea della politica sempre miserevole e un'idea della scuola dove ci può stare di tutto. Io spero proprio di no e ritengo che la grandezza della scuola e necessità della politica possano superare anche questi atti di teatro poco edificanti per tutti.

Auschwitz 2010


di Nereo Tiso


Il suono dello shofar (il corno di ariete) del rabbino capo di Padova Adolfo Locci e il canto di un salmo in ebraico rendeva ancora più viva la memoria durante la breve liturgia presso il monumento alle vittime della shoah. Shofar che ha scongiurato la morte di Isacco e che annuncia il Giubileo: è un suono che non dimentica ma anche annuncia riconciliazione. Freddo pungente, vento, neve non ci hanno impedito di riflettere come l'odio, l'indifferenza e la senzazione di partecipare ad un grande evento che avrebbe ricostruito la storia, abbia fatto sì che uomini mediocri abbiano vissuto, costruito, contribuito e realizzato la più profonda disumanità che l'uomo abbia mai conosciuto. Disumanità con la quale milioni di persone per la maggior parte di fede ebraica, abbiamo sofferto l'indescrivibile. I ragazzi delle scuole di Padova con il sindaco, l'assessore Piron, il vice sindaco Rossi il presidente della comunità ebraica di Padova con il rabbino Locci e don Giovanni Brusegan della pastorale dell'ecumenismo della diocesi di Padova hanno vissuto intensamente questi momenti che porteranno nelle loro scuole, trasmetteranno ai loro compagni perché sappiano tutti che non si può dimenticare perché non debba più accadere. A Cracovia, che dista circa sessanta Km da Auschwitz (ora Oswiecim), la nostra delegazione ha incontrato la vicesindaco della città che ha portato i suoi saluti ai ragazzi e che è stata invitata nella nostra città per l'apertura della mostra su Auschwitz che aprirà sabato 30 gennaio alle 17.45 presso la sala dell'antico Ghetto. La mostra chiuderà il 14 marzo. All'apertura saranno presenti il direttore del muse di Auschwitz, il segretario della presdeinza della Repubblica Polacca e il la direttrice del muse degli ebrei polacchi.

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran