domenica 3 aprile 2011

Enzo Bianchi, Ogni cosa alla sua stagione, ed. Einaudi


di Nereo Tiso,
Un libro semplice ma profondo. Riflettere sulle stagioni della propria vita a partire dalla semplicità della fanciullezza è ciò che Enzo Bianchi fa nel suo libro. Gli incontri, le letture, i giochi, le amicizie, le esperienze, sono il senso che si percepisce dallo scadere delle varie stagioni. E la terra, questa madre che dà i frutti per la vita; che dà il vino che inebria, che dà gioia, ma che è anche fatica, sofferenza. E' la terra che..."si era spogliata, sì, ma solo per attendere più libera la novità di un'altra stagione, di una vita pronta a ricominciare". Ora Enzo Bianchi, si trova nella stagione della vecchiaia, vissuta e non nascosta; celebrata e accolta con serenità. Forse, quelle del priore di Bose, assomigliano alle stagioni della vita di ognuno di noi, alla quale siamo legati ma dalla quale dovremo staccarci. E sono ancora le parole di Bianchi che ci aiutano a non avere paura della nostra ultima stagione perché tutto è fuorché buio: "La mia notte non ha oscurità e tutto nella luce diventa chiaro".

Cristiani, l'unità senza egoismi


da "La Stampa 17 marzo 2011

di Enzo Bianchi - priore Comunità di Bose


dell’avvenuta Unità d’Italia, nonostante le contestazioni e la mancata partecipazione di alcuni a questa ricorrenza. Anche la chiesa cattolica che è in Italia ha voluto - nella maniera che le è propria, cioè attraverso una celebrazione liturgica - prendere parte alla memoria di questo evento. Il papa, come vescovo di Roma (non si dimentichi che è in tale veste che presiede alla chiesa universale) e primate d’Italia, ha voluto indirizzare un messaggio non solo ai cattolici ma a tutti gli italiani. Ma proprio perché quest’Unità d’Italia è stata faticosamente costruita anche contro il volere del papa - allora difensore non solo dell’onore di Dio ma anche di «Cesare», il potere politico che lui incarnava nello Stato pontificio - proprio perché c’è ancora chi vorrebbe che l’Italia tornasse a unafederazione di staterelli, proprio perché nuove ideologie contrastano con la realtà di un’Italia unita, è bene interrogarsi sul significato di questa unità. E io vorrei interrogarmi da cristiano e da cittadino italiano, due appartenenze che non sono né in contrasto né in concorrenza ma che, per essere vissute senza schizofrenia, abbisognano di lealtà, di riconoscimento della storia e di esercizio della memoria, di una visione di solidarietà capace di convergenza per la polis. Come cristiani, abbiamo una parola da dire nei confronti di questa celebrazione e del suo significato? La risposta è certamente positiva: in Italia i cristiani abitano tranquillamente, sono membri della polis e come tali partecipano responsabilmente alla storia di questo paese senza evasioni e senza esenzioni. Ma dobbiamo porci anche un’altra domanda: noi cristiani abbiamo una parola «cristiana» da dire sull’Italia unita? E qui la risposta si fa più articolata e richiede specificazioni. L’Italia non è né un articolo di fede, né un principio strutturale della chiesa che è cattolica, universale. Ma resta vero che questa terra «Italia» è la terra che i cristiani abitano nella consapevolezza che «ogni patria è per loro straniera e ogni terra straniera è loro patria» (Lettera a Diogneto). Cosa significano queste parole, formulate nel II secolo d.C. e ancora oggi utilizzate? Non indicano evasione o estraneità dei cristiani rispetto alla terra e allo Stato, ma che i cristiani sanno amare la terra che è stata data loro in sorte, che questa terra è per loro anche «patria» in quanto terra già dei loro padri, che i cristiani pregano per questa terra e per i loro governanti, fossero anche non cristiani, così come pregavano per l’imperatore romano che era pagano (e, a volte, anche loro persecutore!), che i cristiani partecipano in tutto come cittadini alla costruzione della società italiana e lavorano per una convivenza in questa terra segnata da libertà, giustizia, eguaglianza, solidarietà, pace. Ma questa appartenenza all’Italia certamente non deve suscitare nei cristiani un’ideologia nazionalistica, che si manifesta sempre in una egemonia rispetto ad altre terre, nella costruzione di un popolo «senza gli altri» e magari «contro gli altri». Il contributo più specifico dei cristiani alla costruzione di uno Stato unitario dovrebbe essere caratterizzato dal superamento di una pretesa superiorità della loro cultura, dalla negazione di un centralismo foriero di ideologie che, anziché preparare la pace, alimenta intolleranza e rifiuto dell’alterità di cultura, etica, religione... D’altro lato i cristiani dovrebbero vigilare che non si affermino spinte localistiche, che finiscono sempre per generare atteggiamenti razzisti o xenofobi, non solo verso le culture lontane che si fanno presenti attraverso gli immigrati, ma addirittura verso la terra, la regione vicina. È vero che l'Italia è storicamente segnata da regioni che hanno una cultura propria più accentuata che in altre nazioni, ma la lingua è divenuta una, così come la cultura che ha dato il meglio dell’umanesimo e ha fatto compiere un cammino all’Italia è unitaria e convergente. Un’unità d’Italia che nutrisse un’identità italiana segnata dalla vittoria del «medesimo» e da un ripiegamento autistico storico-sociale a causa dell’esclusione dell’altro, soprattutto dei tanti poveri che giungono dall’altra sponda del mare nostrum, contraddirebbe gravemente l’ispirazione cristiana e cattolica. Se penso alla mia vita, non posso dimenticare che fin da piccolo sono cresciuto con persone provenienti da altre regioni, con altri dialetti, con abitudini in parte diverse dalle mie: alle elementari, in un piccolissimo paese del Monferrato, avevo vicini di banco provenienti dal Polesine alluvionato, alle superiori in una cittadina di provincia avevo compagni calabresi e sardi, all’università a Torino ho incontrato studenti di tutte le regioni italiane. Non posso negare questa italianità, questo sentire che c’è un’Italia vissuta nella mia storia e che dunque non va negata né tanto meno ferita dalla negazione della solidarietà. La mia generazione ha imparato fin dalle elementari che non i localismi, ma l’Europa unita doveva essere l’orizzonte da tenere presente e in nome di un’affermazione di quei valori di libertà, di democrazia, di giustizia per i quali tanto si era combattuto in Europa nei tempi della modernità. Festeggiare l’unità d’Italia allora significa riconoscere ciò che lega gli abitanti di questa terra, affermare la solidarietà e la convergenza verso una polis segnata da giustizia e pace, senza ripiegamenti localistici, senza egoismi territoriali, senza esasperazioni della propria cultura locale. Per questa unità d’Italia molti che ci hanno creduto hanno speso la vita e hanno saputo sacrificarsi perché il loro obiettivo era una «communitas italiana». Per noi oggi tutto questo è di esempio, è un’eredità che comporta responsabilità, soprattutto di fronte a rigurgiti ideologici e a proclami e programmi che vorrebbero non solo dividere gli italiani, ma costruire una «babele» locale in cui ciò che si afferma sa solo di barbarie. Sì, come cristiano lontano da ogni nazionalismo, credo di amare questa terra d’Italia, volere che in essa cresca l’unità tra le popolazioni, così diverse ma così capaci di essere solidali l’una con l’altra, così disposte - lo spero, nonostante tutto - a una convergenza verso una polis più umanizzata, unite da una comune cittadinanza sempre più di suolo che non di sangue. Celebrare l’unità della nazione italiana, nell’orizzonte dell’unità del continente europeo e nella volontà di affermare sempre l’unità e la dignità di tutti e il rispetto di tutte le culture e le nazioni è un dovere che nasce dalla consapevolezza di essere cittadini che devono sperare tutti insieme e sentire questa terra come appartenente a tutti.

Immigrati: regna la confusione, il dilettantismo e la mancanza di norme


di Nereo Tiso


Le notizie che arrivano da Lampedusa sono ormai sovrastate da ciò che succede in molte altri parti d’Italia nelle quali si sta aspettando o si cerca di gestire il flusso interminabile di persone che provengono dal nord Africa. Clandestini o rifugiati? Naturalmente per il ministro Maroni il numero dei rifugiati è molto alto tra quelli presenti e, soprattutto, tra quelli previsti, rispetto ai clandestini Ma tutti sanno che i tunisini non sono rifugiati e sono persone che cercano semplicemente una vita migliore e che i rifugiati praticamente non ci sono Sta di fatto che il ministro cerca di nascondere il dilettantismo con cui ha gestito tutta la vicenda; la disorganizzazione e l’approssimazione usate nell’affrontare l’emergenza , non lasciano intravedere niente di buono per il prossimo futuro. Ma a questo una ulteriore domanda il ministro dovrebbe porsela e forse, la risposta a questa domanda, è l’evidente deficit della legge Bossi-Fini sui respingimenti e sul fallimento dei CIE (Centri di identificazione e espulsione). Se i clandestini dovrebbero rimanere nel CIE per 6 mesi prima di essere espulsi, quanto tempo gli immigrati sbarcati a Lampedusa o in altra parte, che ormai scorazzano liberi e incontrollati in Italia, dovrebbero rimanere? Quanto tempo è previsto per la permanenza dei nuovi arrivati, visto che cerchiamo di inserirli in siti particolari sostitutivi dei CIE, ma che non possono essere considerati CIE. Non è un dettaglio qualsiasi. Naturalmente la risposta è esigente ma la sua, non può essere che una non risposta di fronte ad una emergenza incontrollata, a fughe dai pseudo centri che non hanno nulla dei CIE, all’annuncio di regioni e amministrazioni locali che rifiutano le tendopoli pensate dal governo perchè considerata un’accoglienza disumana e fuori controllo; dalla confusione degli stessi compagni di partito del ministro che, ci mancherebbe, non ne vogliano sapere dei clandestini o comunque dei nord africani e scaricano le responsabilità sul centrosinistra. Una confusione senza precedenti che svela il vero volto, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di questo governo. E come pensa di rimpatriare i clandestini secondo quanto previsto dalla legge? A cento al giorno come afferma il presidente del consiglio? Spero si renda conto che la propaganda e le norme inesistenti, l’incapacità di trovare delle soluzioni al posto delle chiacchiere e di garantire i cittadini che si trovano in una situazione già difficile, soprattutto in alcune zone dove il verbo leghista della sicurezza ha fatto breccia, non paga più. Tutti aspettano chiarezza e norme precise sulla gestione dell’emergenza e, soprattutto, su come sarà il futuro di queste persone che, ormai, hanno fatto dell’arte di arrangiarsi il loro motto, alla faccia di ciò che per anni ha sbandierato la Lega su legalità e sicurezza. Non a caso anche i cittadini di Padova chiedono chiarezza sulla loro città dopo che sono stati annunciati dallo stesso ministero insieme al presidente Zaia, centinaia di immigrati previsti per la caserma Romagnoli. Cosa diremo ai nostri cittadini? Perché la Lega pensa a Padova e non a Cittadella (lo sappiamo bene)? Quanti giorni rimarranno? Dove andranno? Come evitare che in pochi giorni avvengano fughe incontrollate? Mancano le leggi, manca una progettualità e ripensare la legge Bossi-Fini senza demagogia è una ulteriore emergenza. Nel frattempo a farne le spese del non governo sono le persone coinvolte: gli immigrati e gli italiani.

venerdì 1 aprile 2011

UN BILANCIO 2011 SOSTENUTO AL 100% DELLA MAGGIORANZA

di Nereo Tiso.
Il 29 marzo alle 22.40 circa, dopo due serata di Consiglio e dopo una lunga maratona di interventi è stato votato il bilancio di previsione per il 2011. La maggioranza compatta e responsabile, con tutti i suoi 25 componenti presenti (24 consiglieri + sindaco), ha votato a favore. Va registrata l’astensione dell’UDC con il consigliere Terranova che ha voluto comunque riconoscere con il suo voto, il lavoro fatto dall’amministrazione. Chi mancava all’appello al momento del voto era la minoranza, presente (7 su 15) per poco più del 50% dei suoi componenti. Opposizione divisa in modo netto anche sull’emendamento tecnico presentato dalla maggioranza sull’adeguamento del capitolo sui gettoni dei consiglieri: gli interventi di Cavatton prima e in modo ancor più netto di Foresta poi hanno dato voce al dissenso manifesto di molti consiglieri PDL sull’intervento Marin del giorno precedente, che ha strumentalizzato la proposta e offeso la dignità di tutti i consiglieri. Fragilità, profonda divisione e faide interne hanno distolto PDL-Lega dal Bilancio stesso e la scarsità di emendamenti proposti ne è la prova. “Una nebbia fitta” è calata sul gruppo PDL sfilacciato nelle sue diverse componenti ormai alla deriva. Nessuna proposta, assenze ai consigli, assenze nelle commissioni; diremo una presenza insignificante per la nostra città. ALCUNE SOTTOLINEATURE SUL BILANCIO 2011 Un dato è certo: il taglio netto dei trasferimenti da parte dello stato pari a quasi € 6,5 milioni redistribuiti tra i vari settori per il 5% medio (ma taglio del 3,46% per il sociale). Un bilancio che ha fatto ogni sforzo per fornire sostegno sociale a chi si trova in difficoltà. Non sono stati ridotti servizi ma riorganizzati mantenendo i servizi essenziali: pensiamo alla riduzione della residenzialità per i minori, all’aumento del numero degli affidi familiari da 102 a 117, all’aumento dei pasti a domicilio per gli anziani facendo sì che questi non entrino in strutture protette. Inoltre l’attenzione alle famiglie con la prossima apertura del nido di Altichiero che ospiterà 60 bambini e creerà 14 nuovi posti di lavoro; la nuova costruzione del nido del quartiere Crocifisso, le nuove palestre delle scuole di Torre e della Scuola Lambruschini a Montà che potranno servire anche il quartiere. Un’attenzione alla ciclabilità, fiore all’occhiello della nostra città, e ai quartieri. Un emendamento del PD, accettato dall’amministrazione, ha previsto una pista ciclabile all’Arcella, la risistemazione di un parco nel quartiere Santa Rita, la riorganizzazione della viabilità in via Cardan a Mortise, la risistemazione del Parcospino a Brusegana, l’inserimento nel piano delle opere triennale di una piccola piazza Granze di Camin, la realizzazione di una rotatoria in Via Chiesanuova/Via Lombroso, la ricerca di un finanziamento col credito sportivo per completare gli spogliatoi di Via Cavalieri,. Tutto finanziabile con alienazioni che dovrebbero a breve, dare qualche risultato importante. Oltre ad una raccomandazione per inserire il WI FI in tutto il centro città. Una sensibilità importante non solo per i giovani. Un bilancio che, nonostante i tagli, darà risposte vere ai cittadini sapendo spendere bene recuperando da chi fa il furbo e da eventuali spese che si possono comprimere. Un gioco di squadra tra consiglieri comunali della maggioranza, circoscrizioni e amministrazione comunale che ha darà frutti importanti dal centro alle periferie.

Inizia finalmente la raccolta porta a porta

Informazioni dal Comune di Nerero Tiso.
Nel mese di Maggio inizierà la distribuzione dei bidoncini che serviranno per la raccolta raccolta porta a porta. Un intervento importantissimo che pordurrà un effetto immediato sulla cittadinanza e anche sulla capacità di aumentare la raccolta differenziata nella nostra città già ai primi posti in Italia tra le città delle stesse dimensioni.

All'inizio certamente i cittadini saranno a disagio con il nuovo sistema, ma ritengo che questa scelta, che già da qualche anno si aspettava, non potrà essere che positiva. Dal 2 maggio prossimo i cassonetti di strada verrano tolti e tutti dovranno usare i nuovi bidoncini per la nuova modalità di raccolta. Si eviterà così anche il turismo della spazzatura, nel senso che abitanti dei comuni contermini, nei quali già si effettua la raccolta porta a porta, per non avere scocciature, rimpivano i cassonetti della nostra città. Le zone della città coinvolte sono. Camin, Granze, San Gregorio e Isola di Terranegra. Diciamo che verrà coinvolta tutta la zona a est del canale San Gregorio.

Nei prossimi giorni gli addetti dell'APS provvederanno alla consegna a domicilio dei bidoncini e delle istruzioni dettagliate. Nel frattempo, sono già arrivati dei depliant che mettono la cittadinanza a conoscenza dell'operazione.

Assembleee pubbliche si svolgeranno:

- Camin 5 aprile (Villa Bellini-Patronato)

- Granze 6 aprile (Patronato)

- San Gregorio Magno (Patronato)

- Terranegra (Patronato)

Gli emendamenti nel Bilancio 2011 quartiere 3

di Nereo Tiso Importanti le scelte fatte dall'amministrazione per il nostro quartiere. Oltre al nuovo percorso in via Cardano a Mortise, importante per una nuova e importante viabilità, nel piano triennale delle opere pubbliche, sono stato accolte anche alcune scelte per Camin e Granze. A Camin nei prossimi mesi inizierà la costruzione della rotonda che risistemerà e riqualificherà l'incrocio Via Ronchi-Via dell'Artigianato. Ormai il flusso di autoveicoli che percorre la viabilità esterna a Camin è importante e si è vista la necessità di intervenire per evitare che il percorso diventi sempre meno efficiente e sempre più pericoloso. Tra l'atro, questo intervento sarà a completamento dell'altro intervento di viabilità tra via Uruguay e via Ronchi costruito dalla ZIP sul sedime della vecchia ferrovia. Anche la rotatoriae sarà finanziato dalla stessa ZIP. Interventi importanti a costo zero per l'amministrazione e con un valore molto alto per la viabilità e per la vita dei cittadini di Camin. Oltre a questo, per il 2012, si è messo a bilancio l'intervento davanti alla Chiesa di Granze di Camin per la costruzione di una piccola piazza-parcheggio favorendo riqualificando in maniera importante la zona. Il parcheggio servirà sicuramente per tutti coloro che usufruiranno dell'autobus, ma soprattutto per tutto gli utenti della Scuola Professionale di Ristorazione che opera in Patronato a Granze

I senza dimora dopo il freddo




Il Borgomagno e l'Arcella: cosa cambia?

di Andrea Rossi,
Il Borgomagno sta cambiano volto...sono trascorsi poco meno di 2 anni da quando si è tenuto il primo sit-in promosso dai Consiglierieri CdQ del Partito Democratico sul cavalcavia della Stazione al quale hanno aderito e partecipato numerosi residenti della zona allo scopo di attirare l'attenzione degli Amministratori e delle Forze dell'Ordine della Città.A 2 anni dal quel sit-in mi piace tirare delle somme: l'assetto della zona è mutato notevolmente e positivamente in primis merito della nuova viabilità prodotta dall'apertura del cavalcavia Dalmazia l'autosilos è stato bonificato e messo in sicurezza e oggi non è più un ostacolo allo sviluppo della zona, bensì ne dovrà divenire una risorsa avendo a disposizione numerosi posti auto che possono essere messi a disposizione dei commercianti e dei residenti. sono stati potenziati ed intensificati i controlli delle Forze dell'Ordine su tutto il quadrante del cavalcavia della Stazione e la presenza di balordi e spacciatori si è notevolmente ridotto. Il Comune ha provveduto a chiudere le due scale e l'accesso al vano tecnico interrato sul cavalcavia dove prima si spacciava droga e avvenivano accoltellamenti. E' arrivato, grazie all'interessamento di noi consiglieri del Pd, un simpatico ambulante per la vendità, il lunedì mattina, di prodotti di ortofrutta. Questa presenza è stata accolta molto favorevolmente dai residenti. La nuova rotonda su via A.Da Bassano prolungamento via d'Avanzo sta per essere completata con un arredo che avrà un sicuro impatto estetico. Il Vicesindaco Ivo Rossi e l'Assessore Andrea Micalizzi sono molto attenti e impegnati perchè il tutto venga realizzato con cura dei particolari. Sul versante di via Avanzo è l'impegno dei Consiglieri di Quartiere del PD che ha portato alla realizzazione della ZTL anti prostituzione. Un vincolo e un deterrente che chiediamo sia fatto rispettare con più determinazione dalle autorità preposte ai controlli in strada. Di cose ancora da fare ve ne sono però è giusto anche rendicontare ai cittadini come sono stati spesi i denari pubblici, in particolare se trattasi di zone del nostro territorio che stanno subendo delle trasformazioni che, speriamo, siano positive anche per tutto il Quartiere NORD.

STOP ALLAGAMENTI: INIZIATI I LAVORI PER L’AMPLIAMENTO DELL’IDROVORA DI VOLTABAROZZO

di Andrea Micalizzi - migliorerà la situazione in tutto il bacino Forcellini – Crescini - opera pronta per Lugli
VOLTABAROZZO. La salvezza dalle acque potrebbe arrivare entro luglio. Buone notizie per i residenti padovani dell’area Crescini-Forcellini: il Comune di Padova, in attesa che le promesse del governatore Luca Zaia diventino realtà, ha deciso di finanziare la realizzazione dell’idrovora di Voltabarozzo. Un’opera fondamentale per dare respiro ad una zona che, in caso di piogge forti, si trova spesso in ginocchio. Come successo nel settembre 2009 (nella foto) e nel maggio 2010, ad esempio, con richieste di risarcimento da parte di residenti e negozianti che si aggirano sui 3 milioni e mezzo di euro. Il finanziamento è stato deliberato dalla giunta comunale. «Abbiamo deciso di spostare 880 mila euro del nostro finanziamento già stanziato per lo scolmatore Limenella-Fossetta per la realizzazione dell’idrovora di Voltabarozzo, che scaricherà le acque piovane sul canale Scaricatore. In questo modo, entro la fine di luglio, porteremo a termine i lavori: invece di averne due bloccati (il Limenella-Fossetta e l’idrovora ndr) almeno uno sarà compiuto. Quando in Regione si decideranno a finanziare le opere come devono, potremmo concludere tutto». Il 9 dicembre 2009 la giunta regionale, con l’allora presidente Galan, aveva stanziato per l’opera 950 mila euro: un anno e mezzo dopo i soldi si devono ancora vedere. Rincara l’assessore Micalizzi. «Questa è la situazione: Zaia parla e non ci dà una lira, noi facciamo le opere anticipando i soldi. Qui partono solo le opere dove è il Comune di Padova e l’ATO (con i soldi che i cittadini pagano in tariffa) a mettere i soldi».

L'emendamento a bilancio sui gettoni: Marin un fantasma

di Nerero Tiso
L’emendamento a bilancio relativo all’adeguamento dell’importo del capitolo sui gettoni di presenza dei consiglieri non aumenterà di un centesimo quanto già previsto dalle norme attualmente in vigore, e cioè il gettone rimarrà di euro 45,90 a seduta. L’aumento prudenziale fatto dall’amministrazione non è altro che una stima in attesa del decreto ministeriale che dovrà essere approvato verosimilmente nel prossimo mese di aprile. Possiamo parlare pertanto di atto dovuto in previsione che una legge dello stato, e non una richiesta del comune di Padova o dei consiglieri, sia approvata. L’amministrazione, con atto dovuto, e sulla media dell’importo dei gettoni presenza dei consiglieri di città con all’incirca lo stesso numero di abitanti, ha stabilito l’importo. Tra l’altro, non avendo chiari i dettagli del decreto che è fermo da mesi nelle aule parlamentari e del quale al momento sono trapelate voci anche significative, l’amministrazione ha operato correttamente inserendo a bilancio una somma possiamo chiamarla “di previsione”. Naturalmente, quando sarà approvato il D.L. 78/2010 che dovrebbe determinare il gettone di presenza dei consiglieri comunali, non si farà altro che rispettare la legge e sulla base di quanto previsto il gettone verrà adeguato. Vorrei anche sottolineare che, rispetto a Padova, il comune di Treviso prevede euro 92 per i consiglieri, 120 a Verona e via dicendo. Ci si chiede come in molte città i consiglieri percepiscono il doppio o il triplo. Probabilmente la legge vale solo per qualcuno e non per qualcun altro. Evidentemente il consigliere Marin che pontifica perché il nostro lavoro di consiglieri deve essere un servizio alla città, dovrebbe leggersi l'mendamento e, probabilmente, dovrebbe anche guardarsi allo specchio e sentirsi offeso. Non noi ma la segreteria del consiglio ha decretato, dati alla mano, che il consigliere Marin ha presenziato, al 31 dicembre 2010, a ZERO commissioni. A questo va aggiunto che, da una ricerca fatta dal sottoscritto al 30 di novembre e che le sue presenze in consiglio sono state da pausa caffè tanto che a novembre 2011 non aveva completato quasi il 50% dei consigli. Chi deve vergognarsi è Marin e non chi lavora per questa città. Lui non lo fa.

Intervento in aula per bilancio 2011

di Nereo Tiso Vorrei partire da un dato interessante per il nostro bilancio perché potrebbe essere utile a capire in quale situazione si possono trovare i Comuni e quale incertezze dovranno affrontare per poter dare risposte in maniera sempre più efficace, ai loro cittadini. E non parlo dei cittadini in maggiore difficoltà, ma di tutti i cittadini che, in qualche modo, esigono di vivere serenamente e di non dovere essere costantemente messi di fronte a paure effimere. Questo dato politico proviene da un argomento che è oggi tra gli argomenti in discussione nelle aule parlamentari e spesso strumentalizzato a fini di bandiera: il federalismo. Finora ci hanno messo sul piatto il gretto dei fiumi che, a dir la verità, è un po’ poco per un bilancio comunale. Poi è stato pensato che stabilire centralmente un’imposta periferica, praticamente come succede ora, possa essere una scelta federalista. Sapendo, tra l’altro, che questo nuovo sistema va ad aumentare le imposte per le aziende e che, sostanzialmente, per i comuni, almeno fino al 2014, nulla cambia. E poco cambierà anche a partire dal 2014. Infatti la previsione che possiamo dire già realtà, è di tagli e riduzione di servizi. Diciamo che se è stato fatto un passo in avanti per evitare di pensare al federalismo sulla base della spesa storica è dovuto alla pressione dei parlamentari dell’opposizione. Se non fosse stato così, i comuni più virtuosi come il nostro sarebbero stati ulteriormente penalizzati. Pensiamo solo alla situazione dei finanziamenti al trasporto che, tagliato dal governo e tagliato dalla regione, va ad appesantire ancora di più le sempre più magre tasche dei cittadini. Intanto in questo periodo di transizione nel quale sostanzialmente non si modifica nulla dell’attuale situazione finanziaria dei comuni, il nostro di Comune si trova a fare i conti con le croniche difficoltà di bilancio dovute ai tagli netti dei trasferimenti da parte dello stato. Mancati trasferimenti che per quest’ anno arrivano a quasi 6.500.000 redistribuiti tra i vari settori per il 5% medio. Questo non significa che sono stati ridotti i servizi, ma sono stati riorganizzati evitando l’elargizione dei contributi a pioggia che non sempre hanno l’efficacia sperata. Pensiamo per esempio ai servizi sociali, capitolo importante e dolente nel senso che generalmente, chi rientra in questo capitolo di spesa manca di autonomia e ha necessità di maggiori aiuti rispetto agli altri. Di fatto è stata riorganizzata la spesa, migliorati i servizi, nonostante la riduzione degli stanziamenti sia stata del 3,46% in meno. In sostanza non sono stati tagliati i servizi ma riorganizzati eliminando gli interventi che potevano essere sostituiti da altri meno costosi: pensiamo alla riduzione della residenzialità per i minori, all’aumento del numero degli affidi familiari da 102 a 117, all’aumento dei pasti a domicilio per gli anziani facendo sì che questi non entrino in strutture protette che graverebbe sulla loro situazione generale oltre che, in caso di necessità, anche sulle casse del Comune che dovrebbe farsi carico della retta; pensiamo poi all’aumento dei contributi per le utenze e via dicendo. Uno sforzo importante della nostra amministrazione nonostante i gravi tagli. Vorrei sottolineare come il lavoro fatto in regione da parte del Partito Democratico sia riuscito a far assegnare un contributo al capitolo dei servizi sociali e servizi alla persona di circa 70 milioni di euro che altrimenti sarebbe stato praticamente azzerato: pensiamo ai disabili, agli assegni cura, ai contributi per i ceod. Questo naturalmente potrà rendere la vita meno difficile all’amministrazione nell’affrontare le emergenze e dare risposte concrete ai cittadini più in difficoltà. Ma dobbiamo anche sottolineare come la Regione Veneto abbia praticamente azzerato il capitolo riguardante il contributo per gli asili nido sapendo le difficoltà dei Comuni e l’impegno del raggiungimento delle quote previste dal trattato di Lisbona pari al 30% dei bambini accolti nelle strutture. Nonostante questo e nonostante i tagli governativi si continua ad assolvere i propri impegni aumentano il numero dei bambini che possono accedere alle mense con una loro riorganizzazione nonostante le polemiche del tutto strumentali oltre a continuare la ristrutturazione di vecchi edifici e la costruzione di necessari per migliorare la qualità dell’insegnamento e dell’educazione. Pensiamo all’asilo nido di Altichiero che ospiterà 60 bambini e creerà 14 nuovi posti di lavoro; alla nuova costruzione del nido del quartiere Crocifisso che inizierà entro quest’anno; alle nuove palestre delle scuole di Torre e della Scuola Lambtruschini che potranno servire anche il quartiere e altre opere in essere. Oltre al recupero di fondi dalla Fondazione CARIPARO per mla messa in sicurezza di almeno una decina tra nidi e materne. Tra l’altro, si è ridotto al minimo il taglio al settore che affronterà una riorganizzazione dei servizi cercando di dare risposte, di eliminare gli sprechi e, soprattutto, di scovare i furbi che hanno un peso non indifferente per le casse del Comune. A questo si aggiunge anche il contributo di Euro 1.500.000 che il Comune dà alle scuole paritarie gestite da enti privati che sono apri a circa il 70% del totale. Contributo che è circa 37 euro per bambino rispetto a quello regionale che è fermo da anni a 15 euro pro capite. Nessun Aumento in Regione nemmeno per il 2011. Nonostante i grandi tagli alla cultura ora in parte ripristinati dal Governo con una mossa a sorpresa e cioè l’aumento delle accise sui carburanti (diciamo mossa antica che va ad incidere in modo importante sulle famose “tasche degli italiani”), la riorganizzazione dei contributi, il peso maggiore dato ai musei, ha permesso comunque di programmare anche importanti eventi e format culturali dei quali i nostri cittadini potranno godere per tutto il 2011. E anche per il 2011 la si rinuncerà all’aumento del numero di km di piste ciclabile. Tra l’altro il numero di km di piste ciclabili è già molto importante tanto da collocarci tra le prime città in Italia per ciclabilità. Un sistema virtuoso di percorsi che partono dalle periferie per arrivare in città. Purtroppo in ragione del patto di stabilità che trova i Comuni più virtuosi e più capaci di una buona amministrazione, penalizzati, quest’anno non si è avuta la possibilità di contrarre un mutuo per riuscire a dare maggiori risposte con maggiori risorse ai cittadini. Nonostante ciò, è stato presentato un maxi emendamento da parte del Partito Democratico accettato dall’amministrazione che va ad aumentare la già importante attenzione che l’amministrazione ha per i quartieri. Naturalmente, gli investimenti previsti saranno finanziati con alienazioni di beni del Comune. Ma. Come sappiamo, in una congettura economica ancora molto difficile, le vendite previste sono ancora ferme non portando ancora i benefici sperati nelle casse del Comune. Benefici che permetterebbero di fare quelle opere che aspettano e che renderebbero la nostra città più accogliente e che andrebbero maggiormente a riqualificare le periferie. E infine il personale. Come sappiamo le norme sono restrittive e prevedono 2 assunti ogni 10 dipendenti andati in pensione. Ma sappiamo anche che sono andati in pensione 17 dirigenti senza riassumerne altri e operando con personale interno con un risparmio di 1,7 milioni. Quindi, quando qualcuno parla che a Padova si sprecano denari pubblici perché si hanno 14 dirigenti in più in organico bisogna rifarsi alla confusione ingenerata dalla legge Brunetta. Tra l’altro, nella stessa situazione si trovano i comuni di Milano, Verona e Treviso. Come mai la Lega non ha protestato anche in quei comuni? Come al solito, la propaganda scomposta è come le bugie: ha le gambe corte. Penso in conclusione, che, nonostante i pesanti tagli, l’amministrazione sia riuscita a contenere le spese comprimibili riorganizzandola, mantenendo un alto rifilo di attenzione nei confronti dei più deboli e della città tutta.

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran