sabato 19 dicembre 2009

Auschwitz: ancora un lutto

di Nereo Tiso








Tra il 19 e il 21 gennaio 2010 una delegazione del Comune di Padova, presenti il sindaco, l’assessore ai servizi scolastici Piron, il presidente della Comunità ebraica di Padova ing. Davide Romanin Iacur con una rappresentanza di alunni e insegnanti di una decina di scuole superiori della città, si recherà pad Auschwitz. Fa parte del percorso proposto dal Progetto giovani del Comune intitolato “Viaggio nella Memoria”, che aiuta i ragazzi a vivere la storia in diretta e a non dimenticare la barbarie, le sofferenze, la violenza, l’indifferenza e, infine, la morte, che molti milioni ebrei e centinaia di migliaia di persone di altre categorie interdette al pensiero nazista, hanno subito durante la seconda guerra mondiale.
Purtroppo continua lo scempio, l’offesa, la vergogna. Voler distruggere i simboli perché non possano più rappresentare ciò che rappresentavano e rappresentano e la scritta Arbeit Macht Frei è uno di questi. Essa mostrava il cinismo nazista che voleva esaltare la libertà del lavoro quando era cosciente che, scientemente, l’unica libertà possibile in quel luogo era la morte. Il furto della scritta più famosa che descriveva la tragedia creata dall’odio perpetrato in quel campo è stata rubata l’altra notte in quel “cimitero di cenere” come lo descrive Elie Wiesel. Le domande sul perché del furto potrebbero sembrare strane dopo gli anni trascorsi a far entrare nelle coscienze degli uomini di tutto il mondo che cos’è stato Auschwitz. Forse gli autori dello “strano” gesto desideravano un cimelio o un trofeo da appendere? Forse hanno operato per conto di qualcuno? Forse erano psicopatici, balordi polacchi che volevano fare un gesto che rimanesse nelle loro povere vite? Questo, speriamo, lo scopriranno gli inquirenti. Ma ciò che è successo rimarrà come una ferita non rimarginata, che continua nella vita di chi ha sofferto in quel luogo ed è ancora vivo per raccontare la sua storia; di chi ha avuto parenti morti in quel campo e non solo, ma anche di tutti i consapevoli di ciò che è successo e che riconoscono nel campo di sterminio di Auschwitz ciò oltre al quale non si deve e non si può andare: il male assoluto. E lì dove l’uomo folle si è manifestato, dove il pensiero ha perso la ragione; l’evento supremo della notte senza alba. Auschwitz: il luogo dove coloro che vi morirono furono innanzitutto privati della loro umanità in uno stato di estrema umiliazione e indigenza (H. Jonas). Forse la cinica scritta verrà ritrovata , ma rimarrà il gesto che non potrà essere cancellato. Un ulteriore sopruso a chi, suo malgrado e senza colpa, si è visto costretto a sopportare l’insopportabile.
Ora è il tempo della pace e della speranza, ma i gesti folli sono ancora presenti nel nostro tempo. Ma noi, assieme alla nostra città, crediamo che tutto ciò non possa più camminare sulle nostre strade, né oscurare le nostre coscienze e né, tanto meno, far risuscitare quei sentimenti di disprezzo verso l’altro, qualunque esso sia, per non cadere in quell’oblio di settanta anni fa di cui ancora oggi ne stiamo portando il peso. Il nostro viaggio in gennaio sarà anch’esso parte della storia di questa città e i nostri ragazzi i protagonisti perché, non solo tutto ciò che è stato non si ripeta, ma nemmeno possa essere pensato.

Nessun commento:

Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran