lunedì 23 marzo 2009

Alcune note per la città che verrà


di Nereo Tiso

Alcuni suggerimenti che potrebbero essere utilizzati per la nostra città, PADOVA nel prossimo futuro e magari indicativi di future proposte.

LA SCUOLA:

Il comune ha la gestione delle scuole Primarie (elementari) e secondarie di I° grado (medie) ma, in città, ci sono anche le secondarie di II° grado (licei, tecnici, professionali) con la loro complessità e la variegata provenienza di studenti.
Inoltre, non possiamo dimenticare, che ormai un numero sempre più rilevante di studenti extracomunitari o nuovi comunitari, sono presenti nel nostro panorama scolastico già a partire dalla scuola d’infanzia se non prima. Ma un numero sempre più elevato di ragazzi/adolescenti viene inserito nelle scuola superiori provenendo direttamente dal paese di origine in ragione dei ricongiungimenti familiari, subendo traumi non indifferenti.

Abbiamo rincorso, e non per poco tempo, il fenomeno del “bullismo” quasi che questo fosse esteso a macchia d’olio in tutte le scuole e potenzialmente interessasse tutti i ragazzi. Forse ci siamo scordati che la scuola, per fortuna, non è solo questo. Ora, com’era prevedibile, il fenomeno mediatico si è sbollito e ritorniamo ai ritmi di sempre.

Quindi:

creare un organismo di rappresentanza tra i dirigenti scolastici degli Istituti comprensivi e delle scuole superiori per cercare di trovare una linea comune sui percorsi didattici, sugli investimenti, sulle difficoltà che i ragazzi vanno trovare, in particolare per gli extracomunitari
mantenere costantemente i contatti con le scuole
suggerire percorsi di aiuto per chi può trovarsi in difficoltà scolastico, soprattutto con i ragazzi delle scuole medie e superiori
collaborare con i dirigenti scolastici per proposte culturali innovative: musica a scuola, gemellaggi, danze etniche, ecc.
valorizzare i ragazzi più bravi con stage all’estero, scambi culturali in collaborazione con le scuole
continuare e migliorare l’attenzione alla prevenzione al disagio, alle tossicodipendenze, all’anoressia, all’alcoolismo; informare e formare sul codice della strada; insistere sul concetto di “responsabilità”, ecc.
incontrare i rappresentanti degli studenti ascoltandoli e facendo propri suggerimenti e iniziative
collaborare con la Provincia per quanto riguarda iniziative scolastiche di tipo culturale;
collaborazione con la Regione e il suo ufficio scolastico per le scuole professionali
attenzione alle famiglie in difficoltà per i costi dei libri e del materiale didattico sempre in collaborazione con le scuole
controlli capillari e repressivi con la collaborazione delle forze dell’ordine: spaccio davanti le scuole anche dei gradi inferiori; spaccio all’interno delle scuole

A questi suggerimenti si può unire l’armonizzazione del calendario scolastico e una più stretta collaborazione con la SITA per migliorare gli orari dei trasporti scolastici dalla periferia alla città e viceversa.

GIOVANI:

Il mondo giovanile è in cambiamento continuo e le nuove mode, spesso nate da esagerazioni, ci spingono a porre attenzione a questa realtà, cercando di mettere in campo strumenti utili all’aggregazione, alla socializzazione, alla responsabilizzazione e alla crescita.
Certo la nostra città non è giovane, ma migliaia di giovani ci vivono per motivi diversi, ma soprattutto per frequentare la nostra Università. Una città della convivenza tra generazioni, tra etnie, culture, religioni in un vivace caleidoscopio del nostro tempo, ci invita a spenderci per migliorare un sistema frammentato, poco efficace e che vede nel giovane qualcuno a cui vendere dei prodotti, magari alcolici.
Quali suggerimenti:
. penso alla Musica.
Il nuovo auditorium andrà costruito? Bene! Ma sarà ancora una volta una Sancta Sanctorum per grandi eventi o per giovani studenti di musica che, magari con impegno e costanza riescono a raggiungere obiettivi di prestigio. Ora io penso a loro. Perché non creare dei luoghi in cui gruppi musicali, anche di musica colta, nei quali possano esibirsi i giovani musicisti a prezzi accessibili? Non casi isolati o per abbonamento, ma una sorta di stagione nei quali i piccoli gruppi si propongono. Penso, per esempio, di utilizzare alcune chiese del centro non molto ampie, l’ex sinagoga e via discorrendo. E’ un segno che si può offrire perché tutti possano essere partecipi.
Penso alla città che in due giorni dell’anno invita i musicisti di strada, una sorta di Festival dell’arte musicale da strada. Una due giorni con l’aiuto degli esercenti (vedi Ferrara o altri), col contributo delle comunità straniere.
Penso a spazi autogestiti da associazioni musicali riconosciute per piccole band musicali dove poter provare o, comune, esibirsi

Le Piazze:
Da qualche hanno le piazze sono vissute come dei riti trasgressivi e forse, i giovani, hanno bisogno anche di trasgressione. Il problema che tanta trasgressione diventa pericolosa per la salute. Siccome mi sembra complesso, almeno per il momento, far modificare questa abitudine, si potrebbe rendere la piazza più animata con compagnie (anche teatrali, di balli etnici, ecc.) giovani e locali e non caotica anche durante i mesi invernali.
Necessario un controllo ferreo, comunque, tra chi eccede nel consumare e nel vendere alcolici cercando di responsabilizzarli anche nelle iniziative
Se possibile, aprire spazi di aggregazione anche nei quartieri, nei centri civici sottoutilizzati

Il lavoro:
Esiste già il progetto giovani nel quale si opera in questo senso. Mi parrebbe importante che ci fosse un portale aperto nel quale i giovani potessero comunicare tra loro e con il centro proponendo iniziative, dando suggerimenti o mettendo a conoscenza di iniziative interessanti; proponendo collaborazioni
Una sorta di cittadinanza attiva nell’ambito lavorativo
Pensiamo ad ampliare l’orizzonte verso l’Europa che offre opportunità molto spesso poco utilizzate
Proporre lavori estivi e temporanei con un Centro Offerte di lavoro




Cultura:
Università. Si può collaborare attraverso un WEB giovani dedicato ai temi che più si ritengono interessanti dai giovani nell’ambito universitario in collaborazione con i vari dipartimenti
Attraverso il web i giovani potrebbero comunicare anche loro iniziative se non addirittura prodotti di tipo culturale, artistico (cortometraggi, di comunicazione)
Attraverso il portale, trovare la possibilità di comunicare, nell’ambito interfacoltà, interuniversitario italiano, europeo e non solo (a prescindere da Erasmus) trovando spazi, suggerimenti e creando quel sistema di incontro virtuale che potrebbe trasformarsi in reale con scambi all’estero;
Stimolare i giovani ad intraprendere la strada della comunità on-line attraverso blog personali con forum tematici;
Valorizzare gli studenti universitari. Non sono solo risorsa economica per la città. Bisognerà recuperare le capacità creative in collaborazione con le loro associazioni (sportive, sociali e culturali)
(Credo che il nuovo Centro S.Gaetano potrebbe essere uno dei luoghi deputati a questo)

Sport, volontariato, servizio civile.


QUARTIERI E CITTADINI

Nei programmi dei partiti che vorrebbero insediarsi a palazzo, l’attenzione ai cittadini è sempre uno degli elementi fondamentali. Non sempre si riesce, comunque e rendere efficace le proposte fatte in campagna elettorale, vuoi per la cronica emergenza da risolvere, vuoi per il tempo sempre ristretto, vuoi anche, purtroppo, che le attenzioni soprattutto delle giunte, sono a fini elettorali e quindi il territorio, pur presidiato da Consigli di quartiere, viene incontrato con difficoltà e di ciò i cittadini ne risentono.
1) Infatti, la necessità di un incontro costante con i cittadini da parte della giunta, ascoltarli anche se si fa fatica;
2) Proporre percorsi partecipati per l’adeguamento e miglioramento del rione o del quartiere. Mettersi in ascolto dell’associazionismo di territorio
3) Riconoscimento del valore del quartiere/rione con la sua storia e la sua gente (il quartiere centro non è il quartiere 3, ecc )
4) Sviluppare cultura ascoltando le esigenze di quartiere
5) Suscitare associazionismo anche sportivo per rendere vivaci i quartieri magari offrendo impianti adeguati per la pratica dello sport
6) Se possibile, recuperare degli spazi per i giovani e la loro aggregazione ristrutturando vecchi edifici
7) Valorizzare i parchi cercando di gestirli in maniera intelligente anche con controlli
8) Cercare di dislocare nei rioni più popolati, in accordo con USL, dei centri prelievi in giorni prestabiliti per offrire alle persone anziane, ma anche agli altri, una possibilità in più di evitare gli intasamenti di via san Massimo
9) Dare ai Consigli di Quartiere una maggiore disponibilità di fondi per interventi diretti senza attraversare troppi meandri burocratici. I Consigli di Quartiere sono gli unici ad avere un costante contatto con i cittadini e col territorio conoscendone i problemi cercare. Chiaro che il controllo dovrà esserci sempre

SICUREZZA, SOLIDARIETA’, INTEGRAZIONE
(fermi nella legalità, aperti alla solidarietà, operanti nell’integrazione)

Il problema della sicurezza è stato ed è un cavallo di battaglia che il PD ha lasciato in mano ad altre forze politiche. E’ stato gestito in modo dirompente scaricandolo completamente addosso agli immigrati, tanto da suscitare nei cittadini una tensione che è sfociata in paura come autodifesa.
Noi, spero, possiamo avere ricette diverse che comincino a tener conto delle esigenze a breve dei cittadini (degrado, difficoltà di coabitazione, difficoltà di accettazione del diverso, paure), ma allo stesso tempo tengano presente l’irreversibilità del fenomeno immigrazione, la necessità economica di manodopera (vedi il rientro delle aziende, soprattutto in Veneto, dopo la delocalizzazione), le esigenze delle nuove famiglie straniere con figli che dovranno mandarli a scuola con percorsi che ne prevedano l’accesso a qualsiasi livello aiutando coloro che sono in difficoltà (questa è la Costituzione).
E’ opportuno capire anche che molti di loro sono di religione diversa dalla cristiana, con la propria storia e le proprie tradizioni. Le esigenze di questi credenti devono essere gestite con grande oculatezza. La Costituzione Italiana applicata come se la libertà religiosa non dovesse tener conto delle sensibilità del territorio e delle popolazione. I luoghi di culto sono devono essere presi in considerazione non solo come problema logistico. Ascoltare i Comitati di cittadini che si sono costituiti e moltiplicati a macchia d’olio con una grande visibilità (forse troppa) a livello locale e nazionale, è doveroso ma è opportuno che loro sono giuste esigenze, siano finalizzate al bene comune. Quindi:

1) La gestione della sicurezza deve avvenire in collaborazione con i Comuni della Provincia che più sentono questo problema e con i altri comuni capoluogo confinanti.
2) La Regione dovrà avere, con gli assessori proposti, contatti programmatici significativi per progetti futuri
3) Non si può gestire solo l’emergenza. Bisogna pensare al futuro, tradurre le esigenze del territorio (economiche, sociali, culturali) e trasportarlo oltre l’immediato , del quale pur bisognerà tener conto.
4) Incontrare costantemente le associazioni che si occupano di immigrazione/integrazione e anche le stesse associazioni di immigrati con le quali aprire un dibattito non di circostanza, bensì di progetto lungimirante
5) Cooperare continuamente con le forze dell’ordine al monitoraggio del territorio per garantire maggiore tranquillità ai cittadini
6) Essere sempre in contatto con i quartieri per capire le diverse situazioni
7) Stabilire interventi di tipo socio/culturale per poter incontrare queste persone.
8) Incontrare coloro che operano nel territorio e che possono avere maggiormente il polso della situazione (parrocchie, associazioni anche sportive, scuole); lavorare con loro e progettare per il territorio
9) Monitorare esigenze e opportunità di occupazione per gli immigrati (e non solo) attraverso le associazioni di categoria soprattutto nei quartieri dove ci potrebbe essere maggiore offerta.
10)Valorizzare i cittadini stranieri anche attraverso i loro titoli di studio
11) Sollecitare il Governo non per una sanatoria, ma per una definizione delle situazioni di lavoro nero e precario (pensiamo alle badanti) con assunzioni anche temporanee in prova con un permesso temporaneo per apprendistato o accesso ai contratti stabiliti dalla ancora in vigore legge Biagi

CATEGORIE ECONOMICHE

Ascoltare le categorie economiche è sicuramente segno di apertura e riconoscimento. Le loro esigenze, in momenti difficili per l’economia, possono corrispondere a quelle dei cittadini che hanno difficoltà contingenti.
Stabilire dei contatti con industriali, artigiani, commercianti è necessario come avere proposte da mettere sul tavolo per migliorare la vita dei cittadini, risvegliare i mercati rionali con prodotti tipici e locali e con buone pratiche che si aggiungono alle giuste esigenze economiche.
1) Proporre a tutte le categorie dei percorsi di Responsabilità Sociale d’Impresa. Una pratica poco diffusa ma molto studiata che prevede un impegno (libero) da parte degli imprenditori per avere maggiore attenzione al territorio nel quale risiedono. Come:
Per i commercianti:
a. rispettando maggiormente l’ambiente attraverso una esigente raccolta differenziata dei rifiuti
b. sollecitare a formare delle associazioni di rione, di via (in città) che possano valorizzare il territorio e quindi renderlo, talvolta, meno degradato e più accessibile alle stesse attività economiche (non aspettarsi tutto dal Comune)
c. valorizzare il commercio come miglioramento della qualità della vita e non solo come esigenza economica
d. una cerimonia con premiazione,seppur simbolica,( ma che se ben pubblicizzata può essere interessante per i premiati) da parte del Comune per chi lavora per queste buone pratiche;

Chiaro che si possono prevedere percorsi per artigiani e Industriali del nostro territorio sempre in un patto tra Regione-Provincia-Comune per valorizzare le imprese che si occupano di RSI e si preoccupano di stabilire delle buone pratiche creando posti di lavoro, nuove relazioni con il mondo giovanile che cerca lavoro, ma che può essere sollecitato a fare impresa.
La proposta può essere fatta anche nell’ambito della ricerca e nelle proposte innovative di imprese che cercano, mettendosi insieme e recuperando in forma comune risorse per i vari progetti, sistemi per riuscire a svilupparsi e a creare positività in ricerca per l’attenzione all’ambiente in generale, il miglioramento della propria offerta produttiva, il lavoro e l’offerta di lavoro nonché il miglioramento dell’ambiente di lavoro, ecc..

Le categorie, sempre in collaborazione e in forma congiunta con Comune, Provincia e Regione, Stato, possono contribuire ad istituire percorsi di formazione per far crescere dei sistemi di riqualificazione di coloro che, per vari motivi, perdessero il lavoro. Tutto ciò studiando percorsi utili alla ricollocazione nel mondo del lavoro.


FAMIGLIA

Di famiglia se ne parla poco e quando se ne parla, ci si riferisce quasi esclusivamente alla famiglia con figli piccoli o comunque minori. I problemi delle famiglie sono i problemi che rispondono a tutta le realtà che sopra sono state descritte.
Il riferimento alla quarta o alla terza settimana (un po’ giornalistico e ormai di scarso effetto) implica anche la ridefinizione di ciò che sta all’interno della famiglia e il suo essere rivolta verso l’esterno:
1) Pensiamo alla precarietà del lavoro o all’assenza del lavoro. Il mondo in movimento ci fa capire che il lavoro ha bisogno continuo di ripensamento; il lavoro non cessa di emettere sentenze atroci nei suoi continui mutamenti. Quale attenzione si propone la città di fronte ad un mondo in assoluta trasformazione? Può continuare ad affrontare il problema solo in termini solidaristici o non deve pensare che il lavoro in una città significa risorse, tranquillità sociale, migliore capacità attiva e di pensiero? Penso di no! Le amministrazioni nella loro autonomia, hanno il dovere, in base alle loro competenze ma anche alle loro capacità di sollecitazione e alla loro grande conoscenza del territorio e dei suoi problemi, creare nuovi luoghi privilegiati dove si possano incrociare le competenze e le proposte in una sorta di Piano sociale Intercomunale per il lavoro (non so se sia già stato coniato)
2) Gli anziani. La popolazione vive sempre di più e sempre meglio e questo è un fatto positivo. Penso alla necessità di continuare a valorizzare, attraverso iniziative sul territorio, le capacità e le abilità degli anziani ancora attivi. Tutto ciò può essere un arricchimento della famiglia, un diversivo per l’anziano stesso e una forma di relazione tra generazioni.
3) Il problema sorge con gli anziani soli, in difficoltà (non solo economiche), che hanno bisogno di contatti umani. Possiamo noi pensare, da qui a dieci anni, ancora alle badanti come sostegno alle famiglie con anziani? Il futuro può essere demandato ancora a loro? Io penso che ciò sia quantomeno improbabile. Se nelle grandi strutture di accoglienza (case di riposo) vivono molti non autosufficienti, ci possono essere strutture di media grandezza nelle quali accogliere gli autosufficienti per una forte socializzazione. Anche se l’anziano dovrebbe, per quanto possibile, essere sostenuto a casa sua. Questo dovrà essere pensato per il lungo periodo;
4) I figli. I figli rimangono in casa più a lungo, studiano per molti più anni e, per molti più anni hanno difficoltà a trovare una loro indipendenza. Penso, sempre in collaborazione con le altre Istituzioni di governo, alla possibilità di prestiti per frequentare l’università, finanziamenti per la casa da restituire nel tempo. Ma i figli sono anche minori, e le famiglie hanno bisogno immediato di sostentamento con asili nido. Molto si sta facendo ma molto si dovrà ancora fare. Penso a dei centri privati specializzati per l’infanzia sparsi sul territorio, legati al Comune (non saprei in quale modo. Magari utilizzando i Centri Civici sottoutilizzati). Altra questione sono le mense scolastiche. Domanda impopolare: perché far pagare lo stesso prezzo la mensa scolastica a tutti, anche se molti potrebbero pagare un po’ di più e quindi ridistribuire quelle risorse in maniera più appropriata?
5) La casa. Il piano casa sappiamo che è una nota dolente, ma forse pensare ad un piano di sviluppo-casa per i prossimi dieci anni potrebbe non far essere sempre in riserva cronica.

COMUNICAZIONE, INFORMAZIONE, TRASPARENZA

I cittadini ai quali ci si rivolge al momento del voto, sempre più istruiti e sempre più stanchi di una certa politica che sentono lontana. Nel senso che la delega in bianco, l’assenza totale del vincolo di mandato, talvolta è la strada per l’estraneizzazione dei cittadini dalle scelte politiche che, naturalmente, li riguardano. Pertanto il cittadino ha diritto ad essere informato su la coerenza tra proposte elettorali, realizzazioni del programma e criticità. Questo per evitare la marginalizzazione di chi si è espresso affidando il mandato all’amministrazione.
L’impegno pertanto:
1) Comunicazione: tutti i mezzi possibili per poter comunicare ciò di cui l’amministrazione si sta occupando cercando di arrivare al maggior numero di persone possibile. Poter, attraverso gli stessi mezzi o direttamente attraverso i CdQ, ascoltare i cittadini.
2) Informazione: sui temi di maggior rilievo sia economico che sociale e civile, un approfondimento con contatti sul territorio da parte degli assessori e funzionari competenti utilizzando anche mezzi rapidi efficaci per arrivare ai cittadini. La comunicazione deve essere semplificata Informare i cittadini di come vengono utilizzati le risorse pubbliche è lo strumento per mantenere contatti continui con gli stessi durante il corso della legislatura
In sostanza aprire un canale diretto e soprattutto trasparente con i cittadini impegnando l’amministrazione ad utilizzare tutti gli strumenti in suo possesso.


LA CITTA’ DI DOMANI IN UNA REGIONE CHE CAMBIA

La regione Veneto prende coscienza dell'esaurirsi del suo territorio e, per legittima difesa comunitaria, progetta nuove strategie e nuovi possibili limiti. Sa che i parametri del progresso passeranno sempre di più attraverso le gerarchie della sanità, della scuola, dell'ambiente, della sicurezza, dell'assistenza. Sa che in una società realmente avanzata tutte le strade della qualità sociale trovano al centro anche la donna, che sta portando su di sé la bilaterale fatica del lavoro e della famiglia, del reddito e della maternità, della cura dei figli e dello stress produttivo. Una rivoluzione nella rivoluzione, che richiederebbe uno speciale welfare femminile.
RETE DI CITTA’

Lo straordinario movimento interno e verso l’esterno che il Veneto ha saputo costruire in questi anni, preme perché si affronti in maniera approfondita quale potrebbe esse il futuro della Regione costruito attraverso una rete di città congiunte tra loro e queste aperte verso altre regioni italiane o macro regioni europee.
Il movimento di merci e di uomini in modo sempre più efficace per poter con-correre che altre esperienze produttive non può sottrarsi a quella dimensione valoriale che ha fatto la storia della nostra Regione e che ha saputo essere una delle regioni più ricche d’Europa.
Saper recuperare il senso della socialità e della solidarietà in una dimensione etica di convivenza va ad incidere in maniera sostanziale sul futuro, non solo della regione quale territorio industriale o del terziario, ma sulle future generazioni che dovranno naturalmente confrontarsi con altre nuove generazioni in movimento. Altre nuove generazioni che, godendo di nuove opportunità, possibilità di movimento sempre più rapido, ingegnosità, grandi investimenti dei loro paesi, culture di accoglienza coniugando diversità, uguaglianza e dignità, potranno posizionarsi in modo diverso, più avanzato e quindi più aperto verso il futuro che non può immaginare un ritorno al passato.
Le città venete, pertanto, dovranno superare gli individualismi, affrontare il problemi proiettate verso le straordinarie opportunità che può offrire la nostra regione. Guardando alla socialità, allo sviluppo sostenibile, alla tecnologia avanzata, alla tutela ambientale investendo in nuove energie, alla concentrazione dei poli universitari per aumentare la qualità, alla crescita del Terzo Settore come alta qualità del servizio alla persona, alla crescita del sistema scolastico di formazione, alla riqualificazione, ecc. , il nostro Veneto potrà lanciarsi in una nuova sfida.
Anche la nostra città, esprimendo le sue energie creative che comprendono tutti gli elementi sopra descritti, dovrà non rincorrere modelli sociali che vogliono solo dare risposte a breve a problemi contingenti, ma rispondere e proiettare la visione oltre l’oggi. Come si può progettare un PAT territoriale, si deve arrivare ad affrontare anche la progettazioni di altri PA (piani di assetto) di tipo: Sociale, Ambientale, Economico, Solidale, Informatico, della Viabilità, Sussidiario, ecc.






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Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran