lunedì 2 marzo 2009

Addio Veltroni...



è un giorno veramente triste per il nostro Partito: le dimissioni del segretario nazionale Veltroni ci fanno sprofondare nel buio, se ancora ce ne fosse stato bisogno dopo le sonore sconfitte elettorali in Abruzzo e in Sardegna. Non è l’errore di uno che ha portato alla debacle del partito che, nonostante tutto, poteva svilupparsi, mostrare un’identità nuova, la volontà di essere veramente un catalizzatore propositivo di idee e proposte perché ognuno potesse sentirsi rappresentato.
Purtroppo i particolarismi, le storie di provenienza, le incrostazioni dei vecchi partiti, i diversi valori di partenza hanno prodotto l’incapacità dei dirigenti nazionali e, a cascata, di quelli locali, di costruire quel reale partito NUOVO nel quale tutti abbiamo creduto e, spero, crediamo. Purtroppo è stato messo il vino nuovo in otri vecchi: Cattolici contro laici e viceversa, ex Margherita contro ex DS; Rutelliani e Parisiani; Bindiani e Lettiani; Dalemiani e Fassiniani, tutti a discutere, ad accusarsi, ad essere prime donne sulla scena. Tutto ciò ha imbrigliato l’entusiasmo della base, di coloro che per la prima volta si impegnavano in politica perché ritenevano che il PD fosse la vera alternativa all’egemonia Berlusconiana; un vero Centro Sinistra democratico nato dalla grande esperienza dell’Ulivo. Purtroppo, parte di questi ha deciso di cambiare rotta o di rinnegare la scelta fatta in precedenza di affidarsi al Partito Democratico o di astenersi col non voto. Non solo, ci si è arrovellati per mesi nello stabilire le regole che, memori di altri tempi, spesso venivano violate dagli stessi che le avevano preparate.
La linea politica del partito ne ha risentito e i problemi della gente sono stati tenuti, ahimè! In secondo piano. Una crisi economica spaventosa messa sotto naftalina dal presidente del Consiglio; un’informazione bieca, che si è concentrata per mesi solo, purtroppo, su problemi, seppur importanti, di bioetica, creando dissapori, antagonismi, incomprensioni soprattutto all’interno del PD dove non era chiara, se non assente, la sua proposta sul problema; una momento di grande difficoltà sociale; la scuola messa sul banco degli imputati che dovrà sopportare cambiamenti che nulla hanno a che fare con il futuro dei nostri giovani e molto altro, hanno visto il nostro Partito non riuscire a dimostrare che i problemi sono veri e non fittizi. Di fronte ai carri armati della maggioranza, purtroppo, le armi da usare devono essere adeguate
Io spero che tutto ciò non finisca e la mia speranza è che si arrivi a guardarsi negli occhi e a capire che chi ha deciso di non volere il Partito Democratico dovrà fare le valige. Non può pagare solo il segretario e gli altri, garantiti a vita. Persone nuove esistono, non necessariamente giovani; persone con energia che hanno lavorato nelle amministrazioni, a contatto con la gente, o nelle cariche di secondo piano del Partito, svincolati dal vecchio senso di appartenenza e senza essere i megafoni dei dirigenti nazionali, gli unici ad apparire.
Credo che si dovrà agire subito:
. i cattolici non possono essere Binetti e Bobba: non mi sento rappresentato da loro né tanto meno da coloro che ostentano la bandiera della cattolicità. Io credo, e ne sono convinto, che la politica è mediazione, discussione: io, cattolico, in politica devo discutere da laico, senza rinnegare la mia identità. I laici non cattolici devono fare altrettanto. A volte può costare molto.
. gli ex DS e Margherita: basta particolarismi. Le regole ci sono: rispettiamole. Anche a livello locale. Nessun privilegio né distribuzione di “benefici”
. chi ha voglia di lavorare per continuare a costruire questo Partito, lo faccia con proposte e idee;
. Ognuno dovrà assumersi la responsabilità, se vorrà candidarsi per poi essere scelto secondo le regole stabilite, di prepararsi
. Valorizzare l’esperienza ma aprirsi alla novità. La gerontocrazia politica (non degli uomini) ha bisogno di ringiovanire e confrontarsi sempre. Fare POLITICA.
. Mettersi costantemente in ascolto della gente comune perché è con questa che la politica deve lavorare.

Non perdiamo la speranza…



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Che fatica partecipare!

Dò il benevenuto a voi che vi sottoponente al
sacrificio di esserci, di contribuire a questa finestra. Qui dialogo e
approfondimenti troveranno terreno fertile.
Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran