mercoledì 27 febbraio 2008

La "CADUTA"



Carissimi,

la delusione per la caduta del Governo Prodi ci lascia l’amaro in bocca anche se, già molto prima e forse fin dal suo nascere, i continui conflitti politici all’interno della maggioranza e la costituzione della maggioranza stessa, non lasciavano molto tranquilli. Le bocce non sono ancora ferme e quindi le riflessioni sono ancora emotive e le dichiarazioni dei leaders politici ci creano confusione. Mi permetto, però, di condividere con voi queste mie breve riflessioni cercando, attraverso una analisi del passato, di pensare al futuro come cittadini che dovranno, prima o poi, recarsi a votare dopo il breve tempo trascorso dalla precedente tornata elettorale e sostenere il Partito Democratico.
Partiamo dalla storia. La legge elettorale necessitava di grandi alleanze per poter vincere le elezioni, dato che, soprattutto al Senato, diventavano fondamentali in ragione del premio di maggioranza calcolato a livello regionale. Il risultato è stato raggiunto a prezzo di una difficile convivenza. Sta di fatto che la coalizione di Centro Sinistra ha governato alla Camera dei Deputati con larga maggioranza in virtù del premio stabilito dalla stessa legge elettorale, ma vincendo con soli 24.000 voti di scarto; al Senato, invece, pur avendo ricevuto un numero inferiore di voti ha governato nel modo che tutti abbiamo visto.
Potevano convivere uomini con tradizioni, culture, storie politiche e culturali così diverse e fortemente contrapposte? Certamente no! Ma il tentativo e il lavoro di Prodi nel mantenere insieme i partiti che diedero inizialmente vita all’Unione e i cocci creatisi strada facendo, è stato encomiabile. L’atto conclusivo di giovedì scorso è, a mio parere, solo il semplice conteggio dei numeri che già precedentemente si erano evidenziati, come si diceva, già all’atto della costituzione del Governo. Quindi, il risultato di pressioni e difficoltà che da tempo erano palesemente emerse e che, dall’estrema sinistra alla destra liberale oppresse da incrostazioni ideologiche non si sono volute risolvere. In particolare elementi “liberaldemocratici” hanno fatto valere i propri particolarismi, non avendo avuto, nessun mandato diretto dai cittadini perché le liste elettorali erano “bloccate”.
A questo punto potrebbe essere interessante capire quanto di buono, nonostante tutto, sia stato fatto da questo Governo appoggiato da questa difficile e contraddittoria maggioranza:
a. riduzione del debito pubblico con maggiore disponibilità di risorse da ridistribuire ai cittadini per minori interessi pagati
b. modifica della legge sulle pensioni eliminando lo “scalone” avvalorata dal sostegno di circa 5 milioni di lavoratori
c. riduzione del cuneo fiscale a favore delle imprese e dei lavoratori
d. lotta all’evasione fiscale con risultati straordinari (rispetto ai condoni per i furbi)
e. ritiro delle truppe dall’Iraq
f. ripristino dell’avanzo primario azzerato dal governo precedente
g. la riduzione dell’ICI
h. E poi la finanziari attuale con le agevolazioni per i giovani, detrazioni per le famiglie numerose, costruzione di asili nido con i soldi recuperati agli evasori, class action (possibilità di agire collettivamente per il risarcimento del danno subito), incentivi per la sicurezza e l’ambiente; detrazioni IRPEF per le famiglie numerose, agevolazioni per le imprese.

Certo si poteva fare molto di più e meglio, ma questo fa parte della comune demagogia, visti i tempi e i modi in cui si è conclusa questa esperienza governativa.

E il futuro? E il Partito Democratico?

Il futuro è nelle mani del Presidente della Repubblica che ha dato un mandato per formare un governo al Presidente del Senato. Si farà un nuovo Governo? Ancora non è chiaro. Speriamo di sì: temporaneo, istituzionale, per costruire la legge elettorale.
Il Partito Democratico continua a lavorare: si eleggeranno i coordinatori provinciali e cittadini, i circoli locali e quindi si comincerà a vedere la struttura del nuovo partito. Ma il problema è che si dovrà andare alle elezioni. Con o senza una nuova legge elettorale, comunque, la proposta del Partito Democratico dovrà essere incisiva per rispondere innanzitutto alle difficoltà della gente, che vanno dalla riduzione del potere d’acquisto dei propri stipendi, alla sicurezza, al lavoro, ai giovani, alla casa , anche se molto è stato fatto dopo il risanamento dei conti pubblici.

Si presenterà da solo alle prossime elezioni? Certo è che i sondaggi danno uno spostamento di voti in più, circa il 7/8% se andasse da solo arrivando al 30% rispetto alle varie alleanze possibili. Ma a quali risultati approderebbe? Il governo dell’Italia rimarrebbe tabù per il PD lasciando campo aperto alla coalizione avversa. Quindi essere puri potrebbe portare voti di indecisi e moderati, senza dubbio, ma, probabilmente, non farebbe vincere le elezioni. Io penso che la decisione di allearsi o andare da soli dovrà chiarire l’obiettivo: o governare o stare all’opposizione. Io spero per governare con chiarezza e forza di programma. Ma molto dipenderà anche dalla legge elettorale se cambierà o rimarrà la stessa.

La speranza è che cominci ad emergere e crescere un modo nuovo di fare politica, volti nuovi disponibili a costruire, confrontarsi, rielaborare pensiero e proposte politiche per nutrire questo partito nuovo di una speranza per coloro che credono che esista un modo diverso di essere protagonisti al servizio del Bene Comune. E’ un sogno? Io spero che la politica, arte del fare, possa anche sognare per trasformare e migliorare. Credo che il Partito Democratico abbia ben iniziato, ma possa migliorare per proporsi non solo nuovo, ma innovativo.

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Alla fine:


"La laicità, intesa come principio di distinzione tra stato e
religioni, oggi non è solo accettata dai cristiani, ma è
diventata un autentico contributo che essi sanno dare
all'attuale società, soprattutto in questa fase di costruzione
dell'Europa:
non c'è contraddizione tra fedeltà alla Chiesa e attaccamento
all'istanza di laicità".

Enzo Bianchi "La differenza cristiana" ed.Einaudi


"E' un obbligo eterno fra esseri umani non far soffrire la fame ad alcuno quando si ha la possibilità di dargli assistenza"

Simone Weil

"Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano"

Kahlil Gibran